Vorrei scrivere la mia prima recensione su questo sito analizzando e discutendo con voi di quello che è molto probabilmente il mio disco preferito (c'è una grossa lite con "Reign in Blood" comunque) : "Chaos A.D." dei Sepultura, eccezionale combo brasiliano che ha rivoluzionato il mondo del metal con il suo stile diretto, compatto, rabbioso e terribilmente convincente. Max Cavalera in particolare è un idolo per me e attaccarmelo potrebbe essere l'ultima cosa che fate!!!

1993 : I Sepultura cavalcano l'onda del panorama heavy metal, sono reduci da tour estenuanti a supporto del capolavoro "Arise" con la quale avevano posto un sigillo particolarmente efficace e (non è azzardato dirlo) leggendario alla storia del thrash metal, allo stesso tempo però concludono comunque quella parte di carriera che li voleva un gruppo "tradizionalista" (vero comunque solo in parte, ad esempio molte le collaborazioni e le amicizie in territori hardcore) e fautore di un thrash comunque canonico seppur appunto ormai divenuto leggenda.

"Choas A.D." rappresenta quindi un momento fondamentale della storia della band e solo Max, Igor, Andreas e Paulo Jr. avrebbero potuto tirare fuori un disco cosi intenso, granitico e semplicemente spettacolare, fanno questo stravolgendo il sound, creando un mix unico di thrash metal incastrato alla furia del death e dell'hardcore e ai primi ritmi tribali (esperimenti portati poi all'estremo nel successivo e convincente "Roots" del 1996) e il tutto permeato da un fottutissimo groove che rende micidiale il tiro dei pezzi.

Come restare inermi di fronte all'incipit etnico e percussivo di "Refuse/Resist"? Traccia messa apposta in apertura per iniziare a fare male fin da subito.Come non cantare a squarciagola il ritornello di "Territory"? Impossibile rimanere passivi di fronte a tale violenza, a tale rabbia a tali assalti frontali che proprio, è il caso di dirlo, non fanno prigionieri. E il viaggio nel terzo mondo oppresso, sfruttato e terribilmente misero continua, con il devastante thrash-core di "Slave New World" (con tanto di video magistrale incentrato sull'alienazione della mente umana) per poi passare subito alla straziante "Amen" dal testo anti-religioso ancora brutalmente attuale oggi come 15 anni fa.

Ma non c'è solo la rabbia manifesta, diretta, che ti colpisce come un calcio sulle gengive, c'è anche spazio per la riflessione e il lato più spirituale della critica socio-musicale dei Sepultura e sto parlando della strumentale ricca di percussioni e chitarre acustiche "Kaiowas", interludio che ci conduce verso quell'altra mazzata che è "Propaganda" con un Igor Cavalera che pesta come un ossesso e un refrain, urlato dal grande Max che non può non catturare. Dietro l'angolo c'è un bestione enorme che ci aspetta e sono i quasi due minuti di "Biotech Is Godzilla" (scritta insieme al mitico Jello Biafra, amico del gruppo e storico leader dei Dead Kennedys) dove i Sepultura esprimono tutto il loro amore e rispetto per l'hardcore di protesta veloce e incazzato, ritornello che ti avvinghia e penetra nel cervello senza mai uscirne.

Prosegue sulla scia del disco "Nomad" dai riff grassi e potenti e dall'andamento sincopato, è quasi sabbathiana  l'oscura "Whe Who Are Not As Others" incalzante e ossessiva. L'hardcore di "Manifest" condanna nel modo  più efficace possibile il massacro dei detenuti compiuto dalle forze del "presunto" ordine al penitenziario di Carandiru, San paolo, Brasile.

Prima della massiccia chiusura affidata a "Clenched Fist" una cover dei New Model Army ("The Hunt"), complesso post-punk inglese.

In conclusione "Choas A.D." è un disco epocale, personalmente lo ritengo quello più rappresentativo nella carriera dei Sepultura perché riesce a fare da ottimo spartiacque tra la carriera più propriamente thrash metal e le sonorità sperimentali e tribali del disco successivo inglobando il meglio (perché? c'è forse un peggio? certo che no) del Sepu-sound. Tappa fondamentale degli anni '90 "Choas A.D." ha fatto scuola e non può che meritarsi il voto pieno.

Voto : 10/10

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