"3Eps" dei Shackleton : il disco che avrei voluto sentire dai Massive Attack.

Un disco torbido e oscuro, suonato in maniera ovattata, incrociando l'elettronica più cool con i riverberi dub più recenti.

Un disco pulsante e vivo, mai sguaiato ma piuttosto introspettivo, fatto elaborando i diversi pezzi, in maniera attenta e oculata, come se fossero "generati dal vuoto sonoro" e non viceversa (quasi mai, infatti, si sente suonare la batteria piena, chitarre o altro). Tutto entra in maniera progressiva e impercettibile: una campana in lontananza, un larsen distorto o una voce lontana, appaiono come fantasmi in punta di piedi.

Un disco non cantato, infarcito di citazioni appena accennate all'house, alla musica sacra, al bangra, alla techno, all'elettronic-ambient e ad altri riferimenti sempre latenti e sussurrati. Sempre sul punto di esplodere ma che mai emergono completamente dal muro sonoro compatto e granitico che Shack (unico titolare superstite dell'operazione) ha messo in campo in questo disco "3 Eps" appena pubblicato per l'etichetta tedesca Perlon.

9 canzoni sostanzialmente cupe ma terribilmente stilose, godibilissime sia a basso volume, come tappeto sonoro per altre attività, e sia come dance groove, suonate a palla, per serate decisamente più animate.

Un disco che espande i confini musicali verso gli stessi territori sonori dei "vecchi" Massive Attack che invece, con il nuovo Heliogoland appena uscito, mi hanno profondamente deluso.

Benvenuti ai Shackleton: i Massive Attack del 2010!

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