La migliore rock band in circolazione e la vera unica grande novità musicale per quello che riguarda la sfera underground e alternative del mondo occidentale evidentemente in questo preciso momento storico non poteva che venire fuori dalla realtà geopolitica che più di ogni altra (sì, più degli Stati Uniti d'America di Donald Trump) si è fatta in maniera manifesta rappresentante di principi e ideologie conservatrici e che riportano idealmente il paese e l'Europa indietro nel tempo di sessant'anni.

Parlo ovviamente del Regno Unito e in particolare del Regno Unito della 'brexit' che peraltro proprio in questi giorni è al centro delle attenzioni per gli eventi drammatici di Manchester (che hanno toccato di nuovo al cuore il mondo della musica) e di Londra e per quello che è lo scontro politico diretto proprio di queste ore tra Theresa May e quel gran galantuomo che è Jeremy Corbin..

Gli Sleaford Mods sono un duo di base a Nottingham composto dal vocalist Jason Williamson e il musicista Andrew Fearn (dal 2012). Dal 2007 si sono susseguite una serie di pubblicazioni che non hanno ottenuto un grandissimo riscontro e attenzioni da parte della critica e solo presso un pubblico ristretto che li hanno subito elevati al ruolo di band culto. Il momento in cui hanno cominciato forse ha ottenere una maggiore notorietà è stato nel 2015 quando il duo è apparso in una collaborazione nel disco 'The Day Is My Enemy' dei Prodigy.

Nello stesso anno usciva il disco 'Key Markets' (Harbinger Sound) che finalmente otteneva attenzioni anche dalla critica più popolare, ricevendo recensioni positive ad esempio su Pitchfork o il Guardian, ma soprattutto il duo realizzava un film documentario diretto da Paul Sng e Nathan Hannawin sul loro tour nel Regno Unito in coincidenza con le elezioni politiche del 2015 che vedevano in opposizione il candidato conservatore David Cameron e il laburista Ed Miliband.

'Sleaford Mods - Invisible Britian', nato da un'idea di Paul Sng dopo avere intervistato il duo nel 2014, si può consideare in qualche maniera come il manifesto ideologico degli Sleaford Mods. Il documentario non ha contenuti esclusivamente musicali ma si sofferma su quella che è la rappresentazione dello stato delle cose nel Regno Unito alla vigilia delle elezioni e con in particolare il contributo diretto dei di Williamson e Fearn intervistati direttamente o in situazioni di incontro con le comunità locali.

Avrei voluto scrivere di questo lavoro subito dopo averlo ascoltato, in pratica nei giorni della sua uscita, perché la sensazione vera che ne deriva (dall'ascolto) è quella di una certa urgenza. Parlo di una urgenza espressiva, polemica, e che in qualche modo è anche tipica dei nostri tempi in cui tutte le cose sembrerebbero apparentemente cambiare a una velocità che non possiamo controllare. Sembra in verità che non possiamo controllare proprio niente per dirla tutta. Un'urgenza che è una esplosione che concettualmente possiamo paragonare agli effetti di quello che può essere stato il boom del punk alla fine degli anni settanta sempre nel Regno Unito e poi in tutto il mondo. Sebbene ovviamente la portata mediatica sia del tutto differente e non potrà per evidenti ragioni raggiungere mai quelle dimensioni, ma per questo d'altro canto neppure potrà prestare nel tempo il fianco a derive che idealmente non hanno nulla a che vedere con i suoi contenuti originari.

La musica degli Sleaford Mods e di 'English Tapas' (uscito su Rough Trade Records il 3 marzo 2017 e registrato da Steve Mackey ai West Heath Garage Studios a Londra) è stata definita variamente hip-hop, minimal, elettronica e ovviamente punk per quella che è la sua attitudine. Una mia amica che ha vissuto a lungo nel Regno Unito insiste nel definirli anche relativamente il contesto sociale che raccontano nelle loro canzoni, come una realtà 'folk' e come se questi fossero sul piano comunicativo praticamente lo stesso che la musica di Bob Dylan negli anni sessanta: una musica che ha un grosso valore di tipo sociale. Non solo per quella richiamata attitudine ribelle ma anche per quelli che sono i contenuti ideologici.

Da questo punto di vista ricordo di avere scritto qualche cosa di questo tipo su Serengeti aka David Cohn (è il nipote di Sonny Cohn, il trombettista di Count Basie...) e della sua musica (in particolare del suo disco 'Kenny Dennis LP') proprio su queste pagine qualche anno fa all'indomani della crisi economica del 2008 negli Stati Uniti e di come la musica di questo musicista nato e cresciuto nella città di Chicago, Illinois, metà e metà tra il South Side, abitato per lo più da neri, e i sobborghi dell'Olympic Fields fosse in qualche maniera perfettamente rappresentativa della situazione sociale di quel pezzo degli Stati Uniti d'America. Lo era per quello che riguarda i contenuti ma anche il sound che definibile in via generale come hip hop oppure rap, affondava invece le sue radici nel patrimonio della musica blues e jazz e fosse per forza di cose condizionato dal garage di Ty Segall e la mescolanza e contaminazione di generi tipica di Beck Hansen e Sufjan Stevens (con cui ha preso parte al progetto Sysyphus) per citare due pezzi da novanta.

Anche in questo caso specifico secondo me ogni definizione di genere costituisce per quanto valida comunque una limitazione.

Gli Sleaford Mods sono ovviamente ispirati dalla sottocultura mod made in UK e la cultura dei rave, il garage e la musica elettronica britannica degli anni novanta (gli stessi Prodigy), ovviamente la musica e la cultura hip-hop, a partire dalla dichiarata ammirazione per il Wu-Tang Clan, che Williamson ha citato tra le sue influenze unitamente a generi e artisti apparentemente lontanissimi dal sound del duo come Guns N'Roses e il black metal.

Nella volontà di ricollegarmi comunque a un fenomeno di tipo sociale oltre che musicale del tempo passato io invece considero gli Sleaford Mods un gruppo rock. Il migliore gruppo rock in circolazione. Proverò a speigare perché.

Come ngli anni sessanta e settanta, anni di profonda trasformazione culturale e che in fondo hanno definito quelli che sarebbero stati i fatti e le evoluzioni sul piano sociale anche dei vent'anni successivi e fino alla caduta del muro di Berlino, i Rolling Stones furono allo stesso tempo tra le cause e il risultato del contesto sociale da cui essi stessi provenivano, lo stesso succede oggi per gli Sleaford Mods.

Mick Jagger, Keith Richards, Brian Jones furono un fenomeno di costume e chiaramente musicale i cui contenuti erano in entrambi i casi qualche cosa di sfrontato perché andava contro le convenzioni della società del tempo: così è stata la loro musica e la loro cultura, dall'interessamento per la realtà sociale del loro paese alla importante 'scoperta' di quella che era la realtà degli Stati Uniti d'America, la condizione degli afro-americani e quella che era la loro cultura. Una cultura diffusa ma schiacciata dal potere dominante dei bianchi conservatori.

Gli Sleaford Mods hanno fatto lo stesso. Il loro sound è una contaminazione di generi musicali che fanno comunque parte per lo più di quella che si può definire 'sottocultura' e per il semplice fatto di essere il prodotto di una realtà sociale e culturale che non viene considerata come quella dominante, ma al contrario relegata ai margini. Il processo di Williamson e di Fearn in questo senso è stato quindi non solo quello di raccontare nei loro testi la verità di questi contesti sociali e che poi costituiscono il vero Regno Unito e la vera natura di tutto il continente Europeo in cui viviamo oggi; ma hanno scelto per farlo gli stessi 'strumenti' che chi vi abita usa per raccontare il posto in cui vive e quella che è la loro vita e in questo modo hanno rotto quella barriera in realtà inesistente tra mondi diversi e quella facciata austera e intollerante che l'Inghilterra si sforza di mostrare agli occhi del mondo e dei suoi abitanti e quelli che sono i suoi abitanti, così vicini e così lontani a tutti quelli che abitano il resto dell'Europa e del mondo.

Tutto questo fa degli Sleaford Mods semplicemente la cosa più rilevante uscita dal Regno Unito dall'esplosione dei Rolling Stones e 'English Tapas' è ovviamente il disco più bello uscito nel corso di questo anno 2017.

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