Sono appena arrivato in una nuova città.
Scendo dal treno, e nonostante l'orario rimango stupito nel non trovare nessuno all'interno della stazione. E' completamente desolata.
Senza soffermarmi troppo, mi affretto nel raggiungere l'uscita.
E' molto tardi ma decido comunque di raggiungere a piedi la mia meta. Continuo a stupirmi di come io non trovi anima viva. Tutto ciò che vedo sono le luci accese all'interno delle abitazioni e le macchine postaggiate, ma non c'è nessun movimento per le strade. E' qualcosa di troppo raro.

La notte è lunga e buia.
Dopo aver percorso soltanto pochi metri, noto (adesso con un po' di preoccupazione) che le luci della città sono troppo fievoli. Quasi tutti i lampioni sono guasti. Tuttavia, decido di proseguire.
La mia psiche è però troppo condizionata da questi strani avvenimenti. Inizio a sentirmi osservato, ho la sensazione che qualcosa mi stia seguendo. Accelero dunque il passo e provo a far perdere le mie tracce. Così facendo finisco però con il perdermi, fino a trovarmi dinanzi ad un vicolo cieco.
Non sento più nulla per alcuni minuti, solo ed esclusivamente in determinati intervalli di tempo riesco ad udire delle urla disperate, il forte vento, ed il pianto di un neonato. Non ho il coraggio di tornare indietro.
Ciò che mi stava seguendo è ormai venuto a prendermi. Lo percepisco. Non riesco a vedere nulla, eppure qualcosa mi sta risucchiando a sé.
Non ho idea di cosa stia succedendo. Cerco di opporre resistenza, ma invano.

Posso però udire della musica.
Una chitarra distorta e delle percussioni assordanti costituiscono l'inizio del rito. So già che sarà qualcosa di estremamente violento, eppure una sensuale voce femminile mi avvolge in un vortice oscuro. Adesso riesco a vedere solo spettri ed ombre.
E' la mia immaginazione o sta accadendo davvero? Mi sento risucchiato sempre più in una direzione che non è reale. E' qualcosa di parallelo, metafisico, fuori da questo mondo.
La cosa buffa è che nel giro di pochi istanti questa situazione inizia a piacermi, anzi, la adoro. Mi fa sentire perverso, sporco. Ma è una di quelle sensazoni che custodisci gelosamente, di cui ti vergogni, di quelle sensazioni che vuoi nascondere persino a te stesso, inutilmente.
Tuttavia sono ancora confuso, insicuro, e spaventato.
Non vedo più nulla, è troppo buio adesso. Sento un basso martellante, mi entra in testa con violenza. Gli strumenti si scordano. Qualcosa sta cambiando. Fumo e fiamme mi circondano. Intravedo solo una debole luce verde in lontananza, ma è troppo lontana affinché io possa raggiungerla. Inoltre non ho più la facoltà di decidere in quale direzione proseguire, sto ormai fluttuando in un cielo nero.

Brucio interiormente.
La cosa mi sta decisamente sfuggendo di mano, adesso è tutto troppo oscuro. Ho paura, anzi, sono terrorizzato.
Le voci sono ormai delle vere e proprie entità sadiche che provano piacere nell'incutermi angoscia. Si burlano di me raccontandomi fiabe dell'orrore.
Non capisco, vorrei uscire da qui, liberarmi da questa situazione, ma non ci riesco, o forse non è ciò che voglio realmente?
Chiudo gli occhi per qualche minuto, sperando che tutto ciò che avevo precedentemente udito e visto fosse stato soltanto un sogno.
Mi ritrovo su un treno misterioso, fermo al capolinea. Mi accorgo di essere nuovamente al punto di partenza. Adesso però è giorno, e la città è trafficata ed affollata.

Ma allora non è stato soltanto un sogno? E' successo davvero?



EVOL è il terzo album in studio dei Sonic Youth, pubblicato dalla SST Records.
Se Bad Moon Rising (1985) aveva coronato quella fase nata dall'esperienza No Wave, EVOL è invece un punto di svolta importante per il gruppo, che inizierà a strizzare l'occhio al mondo dell'Alternative Rock.

Anzi, forse questa transazione è proprio il punto forte di EVOL, un disco sicuramente più accessibile pur mantenendo quel sound malato e stordente dei primi dischi.
Il sound ''Branchiano'' è ancora ben presente. (del resto lo stesso Ranaldo prese parte alla stesura di quella parte di storia che fu ''The Ascension'').
Le chitarre sono quindi svincolate da ogni regola. Il ''rumore'' la fa ancora da padrone, senza ripudiare però il classico formato di canzone Rock.

Il suono è meno perfezionistico che in lavori come Sister o Daydream Nation, ma probabilmente più spontaneo.
Fondamentale è invece l'ingresso alla batteria dello storico batterista Steve Shalley, che insieme alla Gordon genere un ritmo claustrofobico ai limiti dell'opprimente.
I punti più alti vengono toccati probabilmente dalla opening ''Tom Violence'' , dalle surreali e quasi ipnotiche Shadow of a Doubt e Secret Girl e infine dalla maestosa ''Expressway to Yr. Skull'' (anche nota come ''The Crucifixion of Sean Penn/Madonna, Sean and Me''), probabilmente il pezzo miglior del disco.
Ne esce fuori un album colossale, un'opera d'arte che trasuda orrore, angoscia e rabbia.

La copertina ritrae invece la bella Lung Leg, ed è tratta da un film del regista e amico statutitense Richard Kern.

Carico i commenti... con calma