È la prima recensione che scrivo... e volevo che fosse su un disco di un certo livello. E guardando la pila dei cd che ho in camera, il primo che mi è saltato all'occhio è stato questo!
È certamente uno dei picchi creativi dei Beatles (insieme al "White Album" e "Revolver"), aperto dalla splendida title track ripresa poi in chiave decisamente più rockettara sulla penultima traccia (N.d.R. Io preferisco decisamente la seconda versione... mi prende troppo!).
Il disco si snoda fra canzoni orecchiabili come When I'm Sixty-Four e Fixing a Hole e pezzi storici come Lucy In The Sky With Diamonds (a proposito... l'amichetta di Julian Lennon a cui è dedicata la canzone è morta proprio pochi giorni fa) e With a Little Help From My Friends... anche se quest'ultima è stata oscurata dalle cover successive che, al confronto, hanno reso sbiadita l'interpretazione di Ringo Starr. Ma il pezzo più bello dell'album è in chiusura: A Day In The Life è forse una delle canzoni più belle e moderne dei Beatles, anche se in essa è già perfettamente avvertibile la rottura fra Lennon e McCartney, ancora più evidente nei pezzi del "White Album" e di "Abbey Road": qui i due riescono ancora ad amalgamare le loro creazioni, che potrebbero essere due pezzi distinti, tramite una serie di effetti, ai quali i baronetti di Liverpool non sono più riusciti a rinunciare dopo l'esperimento, in "Revolver", di Tomorrow Never Knows.
Da segnalare anche She's Leaving Home: dopo anni dal primo ascolto, riesce ancora a farmi commuovere, e nonostante la struttura completamente diversa da quella delle altre canzoni (è decisamente più lenta rispetto al resto dell'album),si amalgama benissimo nella miriade di luci e colori brillanti dell'album; è come una pausa per riprendere fiato, prima di entrare nel circo di Being For The Benefit Of Mr. Kite!
Insomma, un capolavoro irrinunciabile, senza il quale la musica moderna non sarebbe la stessa.
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