I quattro ragazzi col taglio ridicolo, e dai ridicoli movimenti sul palco, pubblicano un altro disco – meno dilettantesco di “Please, Please Me”. Il progresso è evidente, e merita la sufficienza, anche se non è “A Hard Day’s Night” o “Help!”.

1. Pezzi Originali

“It Won’t Be Long”, di Lennon, venne apprezzata anche dal grande Leonard Bernstein, per la complessa progressione iniziale degli accordi. Tuttavia la complessità degli accordi non determina lo spessore di una canzone. E questa gradevole canzone, nonostante la fantasia compositiva, di spessore non ne ha molto.

“All My Loving”, di Paul. Lennon la adorava e avrebbe voluto scriverla. A me non è mai piaciuta particolarmente.

“All I Have Got To Do”, bellissima ballata di John, sottovalutata dallo stesso autore. Qui Lennon crea una melodia meravigliosa. Bravissimo Ringo, che accompagna benissimo, e bellissimi i cori nel cambio. Peccato per il testo.

“Not a Second Time” , di John, non è eccezionale, ma non è una canzonetta, e ha, per me, un bellissimo assolo di piano, che è un peccato non ascoltare in qualcuno dei loro capolavori. Un critico apprezzò la progressione degli accordi e li paragonò a quelli del “Canto della Terra” di Mahler.

“Don’t Bother Me” è di Harrison. L’inizio sembra quello di una canzonetta. Poi la canzone ingrana e acquista la sua forza, con un bel cambio. Niente di straordinario, ma non da buttare.

Due sono le brutte canzoni.La prima è “Hold Me Tight” di Paul. Doveva essere inserita in “Please, Please Me”. E si sente.

“Little Child”, di John, può sfidare la precedente in una gara di bruttezza.

2. Cover

“Please Mr. Postman”, stupenda cover di un gruppo chiamato “Marvellettes”, cantata alla grande da John. Sarà una canzonetta, ma io la adoro e la preferisco di gran lunga a “Twist and Shout”.

“You Really Got a Hold on Me” e “Devil in Her Heart” non raggiungono la bellezza della precedente, ma sono gradevolissime.

“Till There Was You” è un’ ottimo lento di Paul, ma, per i miei gusti, molto sotto “A Taste of Honey” del disco precedente.

“Money”, quello che i Beatles volevano. John canta benissimo, e la canzone si ascolta bene.

“Roll Over Beethoven” è un pezzo di Chuck Berry. Gran bella canzone, ma cantata molto male da George, che non sa timbrare come si deve, e quindi non riesce ad arrivare a toccare l’ascoltatore. Questa canzone doveva essere di John.

Ci si può domandare perché, parlando di Chuck Berry, non abbiano fatto una cover di “Johnny B. Good”. Ma forse il lavoro alla chitarra di questa canzone, era troppo sopra le loro capacità dell’epoca.

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