BAGLIORI DESERTICI 

"Now you on the run son,
since 1981.
You went and did some things,
and spoiled all the fun.
Yeah you got the FBI,
they ain't on your side.
Yeah you're caught foolin' friend,
with a senator's wife.
Oh I don't need it,
well no one does.." 

Attraversare il deserto del Mojave, mentre il sole brucia il cervello e apre crepe nella roccia, dal profondo. E' una lama rovente nella pelle, scalfita, lacerata, intorpidita. Il calore, il calore deforma l'aria secca e amara della terra, la restituisce cruda ai sensi. L'allucinazione è uno stato mentale, occupa le mani che cercano un rifugio impossibile in un paesaggio ostile, alieno. Le note aride e il percussionismo tribale di You On The Run, la voce come un mantra maligno, inceneriscono la scorticata corteccia di un albero troppo vecchio per questi territori dimenticati da Dio. Science Killer è un sorso d'acqua tra sabbia e coyote, la gola un buco vuoto che supplica e sanguina. L'oscura circolarità di Mission District è un incubo narcotico, abrasivo. Il sudore cola rassegnazione, e apre un varco nel chitarrismo ipnotico della messa arcaica di Never\Ever. L'epilessi mistica del raga Deer-Ree-Shee sfocia in una coda strumentale tra Oriente, sitar e sonagli. La macchina del tempo psichedelica, l'electric-jug dei 13th Floor Elevators e i lirici viaggi cosmici dei Grateful Dead, è atterrata ad Austin, Texas. E a bordo, stavolta, siede un equipaggio che non nasconde certo indifferenza verso il rock malaticcio, in occhiali scuri, dei Jesus And Mary Chain. 

Ci sono band destinate al successo planetario, a vendite milionarie e trasferte transoceaniche in prima classe: altre, semplicemente, esistono e alimentano un culto sotterraneo tra pochi profani, capaci di cogliere l'imprevisto bagliore in sei giovani tipi texani. Christian Bland, Kyle Hunt, le ragazze Stephanie Bailey e Jennifer Raines, Nate Ryan e il vocalist Alex Maas in un continuo alternarsi di ruoli e strumenti. The Black Angels, e il cerchio si chiude a un altro gruppo "massonico" (ecco!) negli anni multicolore del flower-power. O meglio "IL" gruppo, creatura warholiana dei bassifondi di Reed, Cale e la bionda chanteuse tedesca. Nel quarto d'ora e passa di Snake In The Grass, l'intrecciarsi cupo delle chitarre, il basso ossessivo e torvo sono un impasto melmoso con il canto salmodiante del barbuto leader Maas. Echi di Ian Curtis dal fondo nero-pece d'un barile di catrame. La batteria in levare di  You In Color schiude una melodia aperta su ricordi Verve e Spacemen 3, vento caldo che smuove pigri cespugli sull'asfalto infinito delle highways. Directions To See A Ghost è un album magnetico, cancerogeno e "pericoloso". Un pensiero cattivo che scolora l'arcobaleno, una perfida serpe nell'erba.

Carico i commenti... con calma