"Davis e Coltrane, non a caso, utilizzano la modalità per recuperare, all'interno di un contesto sino a quel momento caratterizzato principalmente dalla dialettica fra tradizione musicale europea e africana, elementi dei quella asiatica, orientale: vuoi mutuati - nel caso di Davis - dalla civiltà spagnola, vuoi ispirati - è il caso di John Coltrane - dalla musica indiana. Ma in questo il Jazz riesce anche a realizzare una sorta di ricongiunzione storica con le origini "orientali" della musica occidentale: i modi greci e poi gregoriani, da cui è nata la concezione moderna maggiore-minore, provengono a loro volta dai modi asiatici antichi. Il fatto curioso è che le basi teoriche di questo lavoro di grande significato antropologico attuato da Coltrane sono derivate al sassofonista di colore dallo studio del trattato Thesaurus of Scales and Melodi Patterns di Nicholas Slonimsky, compositore e musicologo russo emigrato negli Stati Uniti..."

Ecco, in questa interessante definizione tratta dal libro "Il Jazz - Una Civiltà Musicale Afroamericana ed Europea" di Luca Cerchiari, troverebbe sicuramente posto anche Derek Trucks; soprattutto perchè il ragazzo è cresciuto non solo - ma non solo nel suo - nel culto di Coltrane, ma perchè ne ha sposato anche spiritualità e filosofia musicale. Gli elementi che accomunano Trucks e Coltrane sono divers: ha coverizzato le varie "Afro Blue", "Naima" - nome dato anche a sua figlia avuta dalla Blues Woman Susan Tedeschi -, "My Favorite Things" è una presenza fissa nella scaletta dei suoi show e, come se non bastasse, McCoy Tyner lo ha chiamato lo scorso anno a suonare nel suo album di duetti e nella fattispecie dando vita ad una deliziosa versione di "Greensleaves". Ma chi è Derek Trucks? Derek Trucks è il nipote di Butch Tracks, uno dei fondatori della Allman Brothers Band, colui il quale chiamò ormai una decina di anni fa il nipote con il compito di affiancare un altro cavallo di razza come Warren Haynes, nel tentativo - riuscitissimo - di dare nuova linfa vitale alla storica formazione capitatana sempre dal mitico Gregg. Dereck Trucks è anche il simpatico biondino trentenne apparentemente distaccato e freddo come un ghiacciolo, padre di due figli, sposato appunto con Susan Tedeschi, ma anche il chitarrista maggiormente quotato della sua generazione, il quale è riuscito a ritagliarsi anche un piccolo posticino nella Storia.

La vasta gamma sonora di Trucks è impressionante, come una tavolozza piena di colori e sfumature che ogni volta si reinventano, dando vita a dei viaggi sonori dalla forte vitalità; e questo si percepisce soprattutto quando la sua etnicità eleva il suo spirito, tipico esercizio coltraneiano. Songlines è il suo penultimo album, datato 2007. Ridendo e scherzando il ragazzo scomoda la cultura e le leggende millenarie degli Aborigeni, anche con delle interessanti riflessioni presenti nelle note di copertina; sempre in quella logica antropologica tanto misteriosa quanto maledettamente affascinante. Trucks è un viaggiatore sonoro, la sua Gibson è la sua valigia, capace di catalizzare suoni e atmosfere da portare verso la sua concezione di base, cioè quelle radici salde nella musica americana del '900. La ossessiva "Volunteered Slavery" è una canzone da rituale, ed apre un disco-rituale. Sembra di sentirla mentre qualche sabato pomeriggio trasmettono su Rai 3 i tipici documentari dal mondo. Cosa fa Trucks? A questa canzone primordiale aggancia un accattivante R&B dal nome "I'll Find My Way"; logica trucksiana. Passa dai tradizionali pakistani come "Sahib Teri Bandi - Maki Madni" fino al ritorno a casa con "Chevrolet", cover rustica e dobrosa di Taj Mahal. Dal Reggae di "Sailing On" al roccioso Classic Rock di "Revolution", in cui la ruggente voce Soul di Mike Mattison regala spettacolo come nel resto del disco. Via via il resto, con il resto della band capace ad esaltare un cavallo dalla fluente chioma bionda così libero e così aperto. Disco da 4 1/2, Accattatevillo.

Questo entusiasmo mi arriva direttamente dal suo concerto di due giorni fa in quel di Faenza, ma invece che DeRecensire il concerto, ho preferito dare attenzione a questo grande album che mi mancava, acquistato propio in occasione del concerto.

Carico i commenti... con calma