Un barattolo di zuppa ha scritto la storia, primeggiando negli indici di popolarità con Madre Teresa
di Calcutta e Madonna (entrambe). Tutto maledettamente vero! L'Andy dalla steppa eurasiatica
come capigliatura le combina di tutti i colori...alle Gioconde e alle Monroe; un tocco di rossetto
rosso scarlatto all'austero Mao e voilà, ecco il despota sornione che non t'aspetti. La Pop Art è
l'arte della società poichè la società è 'poppartica'. E basta con questi dipinti epici di cavalli
imbizzarriti e valorosi guerrieri con la spada protesa verso il sacrificio, verso la libertà...
Mamma mia, che pipponi. Vuoi mettere, televisori, lavatrici, riviste, frigoriferi e lattine, si, le lattine
della 'PorcaCola' che in tema di espressività vincono facile anche con la Gioconda. In questo
universo multicolor votato alla provocazione ronzano i Deviants sin dalle loro origini con
l'onomatopeico esordio 'Ptooff!' e, dopo l'amnesia illustrativa (o mania di protagonismo) di
'Disposable', con il terzo e ultimo, omonimo 'The Deviants'.

Una suora.
Un bambino sotto la suora (retrocopertina).
Un ghiacciolo in bocca al bambino.
Un ghiacciolo in bocca alla suora.

Assodato che il primo impulso suscitato non è quello di prostrarsi in preghiera, mi chiedo: 'Perchè
non la solita lolita svedese?' L'anno '69 è un caso o ha una sottile congruenza con il tema?
Lo sguardo ammiccante e allusivo della 'tunicata' non lascia scampo. Neanche la voce sepolcrale
di Mick Farren nel suo virile baritono lascia scampo, mentre pronuncia quel 'BILLYYY'...douff.
Solo le voci che gli rispondono a tono 'The Monster' si dissociano da questo amplesso di immagini
e suoni, con gli scroti serrati dal filo del microfono. Tutto suona indicibilmente cool&sexy. Immagino
belle donne dalla pelle d'ebano muovere a ritmo le loro rotondità, in una danza sensuale che...che...
e niente di tutto ciò, semplicemente Mick consiglia a Billy di far attenzione lungo il suo cammino.
Un basso così suadente meritava ben altra trama, anche perchè infoia non poco. Sanderson batte
cinque a Hunter e le bacchette picchiano ed oscillano per aria, disegnando nuovi corpi e nuove fantasie
che si infrangono puntualmente, questa volta contro un paio di 'biscotti spezzati'. Il ghiacciolo nel
frattempo si sta sciogliendo ma la religiosa non muta l'espressione. "First Line (Seven the Row)".
Stesso copione e stessa morgana. Hunter picchia e Rudolph si perde nelle sue scorribande
chitarristiche, tra le pentatoniche scale usate per sfuggire allo spirito degli Stooges o dirigersi contro,
con il timone fuori controllo. Tre.Due.Uno. Impatto! No, nessun impatto, altro falso allarme. La
marcia è visibilmente ridotta in prossimità di "The People Suite" che apre con una assonanza allo
'spaventapasseri' dello stralunato Syd. Solo quelli Rosa mancavano all'appello! Ennesima cantonata,
perchè pian piano che il "Devianti #3" si addentra nei nerissimi solchi, più neri di.. più neri del...
neri come.. la veste della pia leccatrice in copertina, si accalcano ai margini del disco i genitori di
Tommy, giunti a bordo dell'aeroplano di Jefferson, lo zio italo-americano Frank, con gli inseparabili
Lou e John. Roba da strabuzzare gli occhi e allertare le orecchie. Anzi nessuna delle due. Basta
tenere a freno un' inguaribile e galoppante fantasia. I Deviants sono davvero bravi, non c'è che dire.
Bastano una manciata di note e di riff e si spicca il volo; e per chi soffre di vertigini come me conviene
rimanere con i piedi per terra.

Anzi, ora che ci penso, viva il realismo, il romanticismo, il classicismo. E 'fanculo le lavatrici colorate,
i frigoriferi, le Gioconde, le 'PorcaCola' arcobalenate ed i fagioli in scatola.
E la banana, no??
Come?
Già fatto?

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