Comprato questa mattina; nemmeno al termine del primo ascolto sono arrivato. Tanta è la voglia di recensire il nuovo del "Syndacato".

Ed allora mi metto immediatamente all'opera con le mie abituali recensioni di getto, senza troppo pensarci, senza troppo ragionare sul come e cosa mettere per iscritto. Perchè a Steve Wynn ed alla sua prodigiosa band voglio un bene della Madonna; ciò accade dai loro primi ed indimenticabili lavori degli anni ottanta.

E dei Dream Syndicate ci si può sempre fidare, per quanto mi riguarda.

Massimo dei voti, cinque stelle d'obbligo. These Times è un disco che si appoggia su di un suono di chitarra importante, a tratti traboccante in quasi tutti i brani. Le canzoni in totale sono dieci per un minutaggio che arriva ai quaranta minuti: non servono brani che vanno troppo in la come minutaggio.

Fanno tutto in casa i ragazzi, ormai ex ma con una carica di energia da fare invidia alle nuove leve: si autoproducono affidandosi al fidato amico (consentitemi il bisticcio di parole...) John Agnello. C'è Steve accompagnato da Mark, Dennis, Jason e Chris. Si avverte anche una massiccia presenza di backing vocals, affidate alla cristallina voce di Linda Pitmon, compagna di Steve da qualche anno.

Un Rock Psichedelico solido, bello carico, denso di sferragliate delle due sei corde. Con la rodatissima sezione ritmica che ben corrobora il suono che ne scaturisce.

Si parte subito alla grandissima con i tre minuti scarsi di The Way In e con l'altrettanto bruciante Put Some Miles On. Un tuffo nel passato, un guardare indietro ai mitici giorni del vino e delle rose. Taglienti riff di chitarra; acidissime note che fuoriescono dalle mani di Steve e Jason e dai loro rispettivi strumenti. Cascate di elettricità, feedback senza fine, distorsore aperto al massimo ed i primi due brani volano via in un attimo; brividi da subito.

Si prosegue con Black Light dove sono le tastiere di Chris ad imbastire un suono ripetitivo di poche note: ipnotica ballata dalle tinte oscure, drammatiche. E quella voce inconfondibile di Steve che seduce, che trafigge, che mi conquista ancora una volta!!! Proseguono gli immancabili brividi sul mio stanco corpo. La dolcissima, incantevole Bullet Holes che ricorda i lavori migliori dello Steve solista: meraviglia allo stato puro.

Il mio personale capolavoro dell'album arriva con la successiva Still Here Now: e qui vi giuro sono quasi alle lacrime da tanta bellezza. Sono fatto così...la Musica, certa Musica ha su di me questo potere. Quel salire, quel crescere d'intensità nei quattro minuti di durata; e sono sempre le chitarre a liberarsi da ogni vincolo, a viaggiare liberamente, a costruire un muro sonoro da togliermi il respiro. Entra da subito tra le perle assolute scritte dal Signor Wynn.

Segnalo ancora il terremoto uditivo di Speedway: altri tre scarsi minuti che graffiano, che incidono la pelle dell'ascoltatore; non mi serve altro oggi.

Grazie di esistere Steve!!

Ad Maiora.

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