La copertina orientaleggiante che celebra l’album, ritrae perfettamente il pensiero e lo stato d’animo di Hendrix alla fine del 1967, il periodo nel quale ha probabilmente iniziato con l’assunzione in grandi quantità e in modo sempre più frequente di acidi e droghe varie. Ma acidi o meno, ciò che cercava Jimi in quei giorni era un allontanamento da quel che accadeva intorno a lui, la nuova stella del rock, con una musica semplice ma profonda, dalle mille tonalità.
Il lavoro in studio aumenta per trovare il giusto equilibrio, la produzione risulta cosi più curata rispetto al precedente album, inoltre la chitarra di Jimi parte alla scoperta di infiniti suoni e tecniche dando una varietà di timbri davvero particolari. Ad eccezion fatta per le aggressive Little Miss Lover e If Six Was Nine, il sound è un rhythm and blues molto pacato rispetto all’esuberante psichedelia dell’esordio, ma non per questo di bassa qualità. Canzoni come Spanish Castle magic, Wait Until Tomorrow, Up from The Skies, Bold As Love sono gemme assolute della storia del rock. Little Wing oltre che ad essere capolavoro (nonché tra i miei preferiti di sempre) è una canzone che parla direttamente all’ascoltatore e che se compresa trasmette quasi sensazioni di incanto, di rapimento. L’ordine ritmico tradizionale viene alterato, dopo l’introduzione, la chitarra fraseggia e ricama sulla voce filtrata, fino a sfociare nell’Assolo solenne e nel contempo timoroso.
Castles Made Of Sand è un’altra bellissima canzone, qui si può capire l’influenza che ha avuto Bob Dylan sul geniaccio, soprattutto per la lirica del brano.
In conclusione, Axis: Bold As Love anche se composto a pochi mesi dall’album d’esordio, punta meno sulla sperimentazione, è sicuramente il meno innovativo degli album firmati Experience, ma risulta il più compatto e in assoluto tra i più bei album di sempre. Da avere.
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