Accendo una sigaretta, bevo una birra mentre continuo nei miei incontenibili loop mentali di paranoia espansa. Sento la primavera incerta appiccicare sulla mia anima sfatta, quella sensazione di rinascita stagionale, rinnovamento, voglia di uscire dal bunker casalingo per cercare di socializzare e condividere con altri individui l'euforia repressa da un'inverno freddo e infausto.

Ovviamente il mio buon proposito scema nel nulla, rimane imprigionato nelle grigie mura di casa rese un'attimo più accettabili dai rimasugli cartacei di vecchie glorie musicali ritagliate da antichi giornali e incollate con cura certosina nelle pareti della mia camera da letto(?), come un'adolescente inebetito rimango ad osservare e a fantasticare sulle prodezze di quello che una volta erano i miei eroi. Nostalgico come sono, il mio sguardo cade su uno dei migliori gruppi degli anni 60, anni che non ho vissuto perchè non ero ancora nato, ma grazie a non so quale combinazione neuronale percepisco una coinvolgente affinità con quel flusso magico e magnetico che ha incantato miriadi di persone attive in quell'epoca.

Bene ci siamo, dopo questo malinconico preludio inserisco subito nel lettore un disco meraviglioso, tutt'ora energico e accattivante nonostante i suoi 41 anni di vita e inizio ad ondeggiare spiritualmente con le ingenue intuizioni rockeggianti di quel gruppo chiamato Pretty Things, band ricordata sopratutto per aver dato alla luce il primo concept album della storia "S.F. Sorrow" (1968), opera che sinceramente ammiro, ma ritengo inferiore per quanto riguarda l'urgenza espressiva e la verve emozionale che il loro secondo lavoro è riuscito a trasmettermi, mi riferisco a quel sorbetto freakbeat sgangherato e essenziale che porta il nome di "Get The Picture ?" (1965!!!).

Loschi individui nonostante il nome simpatico e rassicurante, dopo aver bazzicato nello stesso ambiente frequentato dai primi Stones, conoscendoli anche nell'intimità più profonda vista la militanza di Dick Taylor, chitarrista che ricoprì il ruolo maledetto e fatale che di li a poco avrebbe proseguito con grande gloria il biondo angelo sortunato conosciuto come Brian Jones oltre che aver frequentato la stessa scuola del degenerato Keith Richard. Dopo un'esordio marcatamente r'n'b rivolto sopratutto alla reinterpretazione delle schegge emanate dai blues-man di colore degli anni 50, ci si ritrova davanti ad un secondo album che ha accquistato un'indubbia personalità artistica, fragorosi deragliamenti fuzz-garage, intuizioni psych, attitudini e movenze per quanto riguarda il cantante, da Jim Morrison in erba.

Fra le mani ho una ristampa cd prestata a noi "giovani" (eh eh eh!!!) dalla repertoire rec. che ha fatto un lavoro di masterizzazione magistrale includendo tra l'altro ben 6 bonus tracks violentissime, davvero eccelse e innovative, dalla famosa(?) "Midnight To Six Man" alla furiosa e sconvolgente "Come See Me", quest'ultima datata 66' pregna di una carica R'n'R/Garage da infarto, in poche parole la prima volta che l'ho ascoltata, sapendo la data di pubblicazione e il gruppo in questione, sono rimasto letteralmente allibito e di merda. Grandiosi, sensazione che viene dal cuore, senza pudore, dovete procurarvi questo disco, originale perchè ne vale davvero la pena dato che contiene pure 13 minuti di traccia video, davvero esaltante. .......

Un Must, superlativi! Se volete il rock and roll fatto con i controcoglioni e "originale" dovete passare da queste parti.

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