"Ho affrontato a lungo le onde
 ricci canuti, profondi abissi.
 Non incontrai mai certo porto
 perché amai troppo i riflessi
 dell'acqua umida di vento.
 Vago sui legni stando assorto.
 Scorgo un albatro, ne conto cento.
 L'ora più bella é al di là dei nessi
 che stipo sottocoperta. Contento
 mangio alghe di oscure fronde
"

 Prospero: A voi che avete fatto parte della mia magia, a voi spiriti che lavoraste per me, a voi che avete fatto piangere il cielo, a voi che avete respirato al ritmo della libidine, a voi che avete incarnato i canti degli uomini incatenati dai negrieri in un turbine di buon ascolto jazz, andate adesso, porterò la mia arte magica alla fine, solo una cosa per dirvi addio un pò di musica celestiale e dopo di che infrangerò i miei paramenti e li seppellirò nel cuore dell'Ade. E poi ancora affogherò il mio libro magico.

Ariel: Che l'arte e le idee fioriscano con lettere avulse di cellophane e colori.

 "Odessey And Oracle" è l'album più sfortunato e "fantozziano" in assoluto che una casa potesse produrre. Non so se per una strategia di marketing o per un semplice e banale errore questo anatroccolo ossessionato dal denaro e imprigionato nella gabbia della frettolosità non divenne quel cigno che in realtà è con tutti i suoi crismi e i suoi pregi. Suggerisco di ascoltarlo nella versione primitiva ma quella per i quarant'anni è veramente interessante. A parte tutto questo è facile non annoiarsi.

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