Siamo nel 2004. E Tina è nata nel 1939, in una cittadina del Tennessee, Nutbush.

E non si chiamava nemmeno Tina Turner. Il suo nome di battesimo è Anna Mae Bullock.

Ne ha fatta di strada, questa signora alta un metro e cinquanta, da quando non era che una bambina cacciata dal coro della chiesa perchè con i suoi gorgheggi troppo "Blues" mancava di rispetto al Signore.

Tina è passata attraverso una vita all'insegna di musica, capolavori e concerti, ma anche piena di violenza, cocaina (assunta dal marito, il pazzo ma geniale Ike Turner)... a salvarla il buddismo che le ha restituito la voglia di vivere, toltale con un lavaggio del cervello dal marito.

Insomma, una vera crescita non solo anagrafica tra "A fool in love", primissima canzone da lei incisa con il marito, quando aveva appena diciassette anni, e l'ultimo singolo, "Open arms". Sessant'anni di carriera, raccolti in un due dischi mirabili che spaziano dal rock'n'roll di "Proud Mary", rifacimento della celebre canzone dei Creedance Clearwater, alla canzone del suo ritorno sul palco (dopo il divorzio e problemi finanziari), del 1986 "What's love got to do with it?". Dalla colonna sonora dell'omonimo film di 007, "Goldeneye" alle sonorità anni novanta di "We don't need another hero". Naturalmente non poteva mancare la stra famosa "The best" (anche se a mio parere non è delle migliori, è una canzone dove le sue inestimabili capacità vocali non vengono dispiegate totalmente), come neppure la dolce e malinconica "I don't wanna fight"... si ritorna agli anni settanta, ancora alle prese con la violenza di Ike, per ascoltare "What you get is what you see", e ancora "River deep mountain high", la sua prima canzone incisa senza il marito, un vero smacco per Ike che si sentirà lasciato in un angolo... Ci sono anche alcuni duetti in questa raccolta (sicuramente non facile da fare, considerata la mole della discografia di Tina. Se poi pensiamo che tutte le canzoni da lei incise ai tempi del suo matrimonio, sono ancora di proprietà di Ike Turner... con tutti i diritti d'autore che Tina gli ha pagato in questi anni per potere esibire "Proud Mary", certo Ike non è morto di fame): nomi come David Bowie, il nostrano Eros Ramazzotti, persino Antonio Banderas utilizza la sua voce iper sexy in "In your wildest dreams", e infine Bryan Adams, pupillo di Tina che l'ha scoperto e lanciato nel mercato internazionale.

Un po' di tutto in questo "All the best": dagli anni settanta della tirannia, agli ottanta dell'affermazione personale del proprio talento (fermo restando che a parte "Nutbush city limits", sulla città natia, Tina non è autrice delle sue canzoni), ai novanta di mescolanze rock e pop, all'ultimo singolo. Nonostante l'età e il Parkinson che l'affligge, Tina non si sente per niente con un piede nella fossa: basti pensare che ha recentemente inciso una canzone con Beyoncè Knowles, altra grande voce contemporanea (che le canzoni non piacciano se ne può parlare. Ma il talento di Beyoncè non si può negare).

Così come nessuno può negare il carisma, l'inventiva, la grinta, la voce, la fantasia di Anna Mae Bullock, nata nei campi di cotone del Tennessee, e giunta ad essere Tina Turner.

Un nome che nessuno ignora. Una leggenda.

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