Signori benvenuti e buonasera. Oggi nella rubrica "Tutti pazzi per il kraut" si parlerà di un certo personaggio di nome Tony Conrad, e di tre dei cinque Faust che un giorno decisero di incontrarsi e produrre della musica. Era ottobre, ottobre del 1972, località Wumme. Il prezzo del lavoro finale? soltanto 1,49 sterline. Ma i prezzi finali come ben sappiamo, in musica sono relativi e del tutto paradossali. Forse un prezzo più elevato avrebbe avute la conseguenza logica di creare molto malcontento tra chi comprava quest'album, ma era sprovvisto del senso dell'udito. Un pò come successo l'anno dopo oltreoceano con Metal Machine Music di Reed. Ecco Reed. Ecco i Velvet Underground. Per descrivere quest'opera è davvero inevitabile citare quest'ultimi, Andy Warhol, la banana e tutto ciò che fù.
Questo di Conrad e dei Faust è la risposta europea, prettamente tedesca, alla sperimentazione Velvettiana tipica di brani quali "European Son", "Venus in Furs" o "The Black Angel's Death Song".
E Conrad sembra essere la risposta a John Cale, alla sua voglia di sperimentazione, al modo in cui suona, o meglio crea paesaggi e atmosfere surreali, con il violino.
Qui alla batteria però c'è un uguale primitivo Diermeier rispetto alla Tucker, ma più movimentato, e allo stesso tempo monotono.
La musica che ne esce è divisa in due parti (più tardi verranno chiamati "brani"), che diventano tre nella imperdibile riedizione di fine 90':
The Side of the Machine;
The Side of Man & Womankind;
The Side of Woman & Mankind.
Tre diversi aspetti, tre diversi modi di straziare un violino, di violentarlo davanti ad una batteria che sorride all'accaduto, senza però preoccuparsi minimamente. Infatti la batteria rimane ferma, stabile, vorresti quasi spronarla a cambiare, a reagire, ma ormai ti ha ipnotizzato dal ritmo serrato dei suoi tamburi, rotti soltanto da qualche sporadico colpo di piatti, che raggiungono il loro scopo nell'obbiettivo di renderti cosciente dell'accaduto. D'altronde le macchine sono così, hanno i loro ritmi serrati, indipendenti, stabili.
Poi il ritmo si dilata, tranquillizza un pò, il violino prende più il sopravvento, simbolo dell'emotività della razza umana. Questa è la maggiore differenza tra i due movimenti dell'album, musicalmente ed ideologicamente. Ecco perchè potremmo includere anche la traccia aggiuntiva della ristampa in questa differenzazione (anche se molto più movimentata rispetto alla precedente).
Ed è la fine del disco, del saggio, dell'opera chiamatela come vi pare. Sta di fatto che Conrad si dimostra qui uno sperimentatore come pochi sulla piazza, un avanguardista minimale, forse più minimale di Cale. E i Faust, che non erano certo il gruppo più ortodosso dei 70', gli fanno da spalla nel migliore dei modi, impazzendo insieme a lui, rimarcando quel concetto di non cognizione della realtà presente nel loro esordio, in questa lunghissima cavalcata sonora sulle colline di Uranio. Ma in realtà le persone pazze sono semplicemete più sensibili, più emotive in grado di cogliere cose che gli altri non sarebbero in grado di cogliere, come la differenza tra uomo e macchina, tra rumore e suono, tra rock e avanguardia, tra ciò che esiste veramente e ciò che la mente elabora alla stimolazione di questa musica.
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