Come una scarica elettrica.

Gli U2 di "The Joshua Tree", immersi in sconfinati paesaggi e armoniose composizioni, si risvegliano bruscamente con l'infernale suono di una mosca in testa.

Lo shock è totale, un'inversione di marcia completa, un cambiamento a 360 gradi. E' il pazzesco riff di "The Fly", canzone simbolo di "Achtung Baby", che apre la seconda era U2: la "Zoo Era".

È il 1991, e uno strano uomo in pantaloni  e giacca di pelle, con occhiali a mosca, tutto rigorosamente in nero, si aggira dirigendo il traffico per le strade di  Berlino. Un momento! Che fine ha fatto quel ragazzo con lo sguardo caldo e profondo vestito da vecchio bluesman americano? Scomparso, disperso nei deserti dell'Arizona.  Al suo posto c'è "Mr. The Fly", "La mosca" appunto.

Avvolgenti arabeschi elettronici, intense ballate o suoni cupamente metropolitani: sono gli U2 di "Achtung Baby".  Variegati, come la copertina di 16 mattonelle, ma estremamente coesi a formare un unico grande lavoro.

È da poco caduto Il Muro. Sono cadute le sue barriere e sta invece sorgendo definitivamente la civiltà e la cultura del consumo. Gli U2 lo sanno. Lo intuiscono, immersi nel torpore di una fredda Berlino che comincia a svegliarsi da mezzo secolo di divisione, e a proiettarsi, finalmente unita, verso il nuovo millennio. C'è molta euforia in Europa, si sprecano le parole sull'abbattimento delle frontiere politiche ed economiche. Troppa euforia. Nel vecchio continente, sotto le macerie del Muro, cova ancora quel senso di irrequietezza e paura che da sempre lo contraddistingue. Gli U2 sanno anche questo.  Lo sanno e lo trasfigurano in "Achtung Baby", rendendone una sorta di grande mosaico dei sentimenti e della condizione dell'uomo nel mondo moderno e metropolitano. Le barriere sono abbattute, ma dove si va ora? C'è chi tenta di trovare una soluzione con taglienti verità ("The Fly"). C'è chi ne approfitta per distribuire luminescenti illusioni per il futuro ("Zoo Station"), ma ci si accorge ben presto che la realtà è un'altra. Gli uomini si tradiscono ("Until the End of the World"), scoprono le due facce dell'amore. Un amore che se prima guida ("Ultraviolet") poi risulta cieco ("Love is Blindess"). Ma è un uomo che scopre anche la speranza e celebra la sua unità pur riconoscendosi nelle sue diversità ("One").

Da molti considerato l'album degli anni '90, o semplicemente "l'album", il dato oggettivo è uno solo: ad oggi ha venduto 17 milioni di copie. E' un successo incredibile considerando la portata della svolta. Tutt' altro che oggettivo, almeno all'epoca, è il giudizio su di esso. C'è chi, shockato e deluso, lo rompe in due davanti agli occhi dei propri amici, c'è chi al contrario grida al capolavoro. Gli U2 (come preannunciato da loro stessi all'uscita del disco) perdono migliaia di fans e ne conquistano altrettante migliaia. Si apre un nuovo mondo, come concezione musicale, lirica, ma anche e soprattutto del live.

Inscindibile dal progetto di "Achtung Baby" è infatti il conseguente e storico tour:  lo "Zoo Tv", un gigantesco spettacolo multimediale di immagini e musica. Le canzoni di "Achtung Baby" prendono vita vera e propria e vengono riplasmate perfettamente a immagine e somiglianza dello show. E così "Mysteryous Ways" diventa una sinuosa danza orientale rimbalzante tra gli amplificatori grazie a mastro Edge; "The Fly" è il pretesto per una raffica di messaggi proiettati a tutta forza verso il pubblico su imponenti mega schermi. "EVERYTHING YOU KNOW IS WRONG," WATCH MORE TV"... sono questi alcuni di quelli che i più ricorderanno. Sono messaggi ambigui, irriverenti e ironici.

Si, perchè gli U2 cambiano pelle. Si scrollano dal pesante ruolo di profeti del rock per proiettarsi in una dimensione più fredda e disillusa. E' l'inizio di un altro percorso. Di una trilogia che se proseguirà molto bene con "Zooropa" sarà purtroppo costretta a finire nel modo più tragico col nefasto "Pop". Ma questa, come si dice, è un'altra storia.

 A presto dal vostro Alevox!

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