Passando per il felice esordio omonimo del 1999 e il mezzo passo falso (per molti è un capolavoro) di "Solo Un Grande Sasso", nel 2004 "Il Suicidio del Samurai" si presentava come un buonissimo album che lasciava intravedere ancora speranza per questa giovane band bergamasca, composta dai fratelli Ferrari (il cantante/chitarrista Alberto e il batterista Luca) e Roberta Sammarelli (basso).

Preceduto dal singolo "Muori Delay", Il 16 marzo del 2007, i Verdena danno alle stampe il loro quarto album: "Requiem". Rispetto al suo predecessore questo nuovo lavoro, a primo impatto, mi sembra più aggressivo e meno orecchiabile. Non che sia un difetto, anzi… credo sia uscito fuori un album sporco e affascinante. Gia a partire dalla copertina decadente, che riporta alla mente certe atmosfere visive dei Velvet Underground, ci troviamo davanti ad un disco attraente e misterioso. E il contenuto non si discosterà di molto dalla sua superficie.

Ovviamente se non vi piace questo gruppo, cosa ammissibile per i fan più accaniti dell'hard rock e del progressive, non vi consiglio minimamente di accostarvi a "Requiem". I Verdena ormai li conosciamo, non possono di certo cominciare a suonare come la Jimi Hendrix Experience da un giorno all'altro.

"Marti In The Sky" inizia l'album con alcuni spari: quasi un richiamo all'attenzione. Ed infatti veniamo trainati immediatamente nella raffinata crudezza di "Don Calisto" Tra i pezzi più interessanti del disco da segnalare l'ondata elettrica di "Non Prendere L'Acme, Eugenio", le splendide ballate semiacustiche "Angie" e "Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne" e le lunghissime divagazioni musicali de "Il Gulliver" e la conclusiva "Sotto Prescrizione Del Dott. Huxley". "Aha" e "Opanopono" sono brevi frammenti che vedono cimentarsi Luca rispettivamente alle percussioni e al sintetizzatore.

Dopo il successo de "Il Suicidio del Samurai", i Verdena non hanno virato verso qualcosa di più morbido e accessibile, ma hanno rincarato la dose di chitarre elettriche e hanno ripescato le suggestive melodie di "Solo Un Grande Sasso", per poter finalmente ricavarne qualcosa. Centro.

Tracklist:

1. Marti In The Sky

2. Don Calisto

3. Non Prendere L'Acme, Eugenio

4. Angie

5. Aha

6. Isacco Nucleare

7. Canos

8. Il Gulliver

9. Faro

10. Muori Delay

11. Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne

12. Opanopono

13. Il Caos Strisciante

14. Was?

15. Sotto Prescrizione Del Dott. Huxley

 

Elenco tracce samples e video

01   Marti in the Sky (00:23)

02   Don Calisto (03:02)

03   Non prendere l'acme, Eugenio (06:05)

04   Angie (03:44)

06   Isacco nucleare (04:18)

07   Caños (03:43)

08   Il Gulliver (11:54)

09   Faro (00:47)

10   Muori delay (feat. Bugo) (02:42)

11   Trovami un modo semplice per uscirne (03:34)

12   Iridio (01:50)

13   Il caos strisciante (04:35)

14   Was? (02:06)

15   Sotto prescrizione del dottor Huxley (12:35)

16   Non è... (04:05)

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Altre recensioni

Di  Blackart

 Requiem è un album molto curato, ma allo stesso tempo suona sanguigno, è un lavoro che suda rock!

 I Verdena con questo quarto album raggiungono la completa maturità, sfruttando al massimo gli insegnamenti dei mostri sacri del rock, riuscendo ad elaborare il tutto con un tocco di forte personalità.


Di  The Publisher

 Requiem è una aberrazione di dimensioni così atroci, da innescare meccanismi di stampo omofobico tra i più gastro-sensibili.

 Requiem, ovvero (appositamente!) la morte di quel poco di sano e genuino che rimaneva nel nostro 'bel' paese.


Di  4urelio

 Bisogna ammettere che i Verdena riescono a sviscerare quello che c'è dentro la nostra anima, descrivono le nostre vite con violenza, follia ma anche dolcezza.

 Il disco non è subito orecchiabile, ci vuole un po’ a digerirlo e questo non è affatto un difetto.


Di  ServoDiMiyamoto

 "Requiem è un grandissimo album."

 "Requiem è l'apice che i Verdena, oggi, possono raggiungere. E sono il futuro del rock'n'roll italiano."


Di  Dodo

 L’album è il prodotto esplosivo delle ultime esperienze vissute dai Verdena.

 I testi sono stupendi: astratti quanto è giusto, efficaci, metaforici, e anche ironici.