C'è lo spettro qua e là della canzone 'Bardamù' nel nuovo disco 'Da Solo' di Vinicio Capossela, vedi 'Vetri appannati d'America'. Premesso che amo la sua intera discografia, ma qui, di quella canzone, un bellissimo valzer da 'Canzoni a Manovella', manca proprio l'armonia. Molto pianistico e intimo, sussurrato, anche troppo. Le canzoni mancano di quella melodia precisa, netta, che nelle passate opere riusciva a penetrarti il cervello e il cuore, stessa cosa per i versi. Dopo il successone di 'Ovunque Proteggi' le aspettative erano tante... e qui, lo dico con rammarico, sono state deluse. 'Parla piano', ci riporta indietro nel tempo, quando nostro santo Vinicio era dedito a scimmiottare Conte, Paoli e illustri maestri di cantine umose, poi quel ritornello sanremese poteva proprio tenerlo dentro. Stessa cosa per lagne come 'Orfani Ora'. Qua e là compaiono i richiami americaneggianti alla Tom Waits, ma siamo molto lontani dalle festose meraviglie create in 'Dove siamo rimasti a terra Nutless'. Non so, non capisco... Questo è un dischetto mediocre, non degno del nome Capossela, non puo'essere inserito tra i vari 'Ballo di S. Vito' o i già citati 'Canzoni a Manovella' e 'Ovunque Proteggi', 'Modì', manca l'ispirazione, la libertà artistica... Le chitarre di Ribot e Alessandro Stefana. Non è sufficiente la nenia di braccio ferriana memoria de 'Il Paradiso dei Calzini' a dare sazio ai fan ben abituati a capolavori di musica come quelli fatti prima. Allora mi viene in mente una sua intervista di qualche tempo fa. Diceva: 'ho pronti tre/quattro album, ma la mia casa discografica insiste per pubblicare un The Best' questo era 'L'Indispensabile'. Deduco che di brani musicali il Vinicio ne avesse parecchio chiusi nel cassetto, ed ora pian piano li comincia a tirare fuori e assembla album come questo 'Da Solo'. Insomma, preferivamo tirasse fuori i calzini da quel cassetto e lasciasse lì queste canzonette fiacche. In chiusura, nella song 'Non c'è disaccordo nel cielo' c'è pure una confusa ghost track di reverse... Ecco, non ci sarà disaccordo nel cielo, ma tra i fan più oculati e mister Capossela il cielo comincia ad essere nuvolo. Inutile dire che i più, vista l'ascesa del nome Capossela negli ultimi anni, saranno contrariati da questa recensione, ma è proprio questo il fatto, sono decisamente ipocriti i fiumi di lodi che scorrono verso un nome, e non l'opera.
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Altre recensioni
Di MeddleForRock
«Ti prego chiamami tesoro adesso / mentre piove e l’aria è fredda / e sono giorni che cammino senza meta / portandoti nel cuore»
«Da solo tutt’ quant’, la sovrapposizione di tutti i brani insieme in un unico brano (!!!)»
Di cabernet
E' un album così splendidamente invernale, da ascoltare a camino acceso, rannicchiati sul divano a sbucciar castagne con un bicchiere di vino.
Non si è fatti per stare a soffrire, andarsene se è ora di finire, affidarsi alla vita senza più timore...
Di lurex
Ognuno di essi è un mondo ricco di riferimenti a personaggi e storie e luoghi e umanità.
La voce nuda trasmette il chiaroscuro, ‘‘In Clandestinità’’, canta della ‘gioia con le gambe corte’.
Di primiballi
"Da Solo è il benvenuto, al nostro comunque grande cantautore, nel triste mondo del 'mestiere'."
"Capace come sempre, riconoscibile come sempre, ma senza smuovere nulla di particolare."