Da Solo. L'ottavo album in studio di Vinicio Capossela. Non ha assolutamente deluso le aspettative: un album davvero molto interessante. A differenza del precedente "Ovunque Proteggi", in questo prevale l'uso del pianoforte (che c'é in pratica in ogni brano), ed é un disco più facile da ascoltare, anche se l'album precedente resta un signor disco.

Ma torniamo a questo: un disco con atmosfere calme e sognanti, che ci riporta molto ai tempi di Canzoni a manovella, quell'album tanto elogiato dalla critica del quale io ne salvo solo la metà. 

Questo album si apre con l'introduzione Il gigante e il mago, quasi sette minuti di durata, una canzone che al primo ascolto potrà sembrare scialba e banale, ma a un secondo, un terzo, anche a un quarto ascolto, é una canzone bellissima, con una struttura, però, molto strana.

Le canzoni più belle sono: In clandestinità, introdotta dal pianoforte e da dei fiati in sottofondo, con il motivetto simile a quello del brano precedente; Orfani ora, l'apice del disco intero, con un testo molto bello e poetico, del quale ne cito una parte: "Ti prego chiamami tesoro adesso / mentre piove e l'aria é fredda / e sono giorni che cammino senza meta / portandoti nel cuore", Una giornata perfetta, con un ritmo quasi jazz e molti strumenti inusuali in sottofondo, tra i quali i bicchieri, il theremin, la sega e il riverbero degli archi. L'altra faccia della terra, che si avvicina addirittura al reggae, e con i fiati che formano un ottimo ritornello.

Da evidenziare anche Non c'é disaccordo nel cielo, brano di chiusura del disco, solo voce e pianoforte con qualche accenno di fiati, e la ghost track del disco: Da solo tutt' quant', la cosa più strana che c'é in questo disco: ovvero la sovrapposizione di tutti i brani insieme in un unico brano (!!!).

Per concludere, questo album é assolutamente da ascoltare, perché la mia recensione é soltanto un piccolo accenno: d'altronde é molto difficile recensire un album di Vinicio.

Voto a quest'album: 4/5 (8/10)

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