Alle volte tutto quello che in fondo bisogna saper fare è capire bene come nasce un'opera. Poi ci si gusta l'opera.
Ed è quello che tutto sommato bisogna fare con gli 883. Erano due ragazzi un po' normali e un po' coglioni, ma due ragazzi qualunque. Non erano OG americani che passavano le giornate a spacciare e sparare ai poliziotti, non erano norvegesi che bruciavano chiese, non erano skinhead incazzati figli di operai sottopagati. Ragazzi normali. Un po' coglioni. Ma come del resto lo siamo tutti.
Questi ragazzi normali però hanno un'intuizione. Qualcuno storcerà il naso: quest'intuizione era geniale. Noi lo diamo per scontato, la trap, l'indie... mi è capitato tra le mani un testo dei Pinguini Tattici Nucleari, sul valore dei quali non è questa la sede per discutere, e mi sono reso conto di una cosa: la loro grande qualità per come l'ho vista io era che i testi erano autentici. Ed è qua che gli 883 hanno fatto scuola. Con una grande qualità che forse nel tempo si è persa: l'autenticità contraddistingueva vari movimenti, dagli 883 al punk passando per le varie frange del rock in senso lato, ma gli 883 la applicavano alla vita normale dei ragazzi; che in fondo non è per niente normale, è così normale da fare il giro e diventa incredibile. Ovviamente l'autenticità degli 883 non è quella estrema degli Skruigners o quella ubriaca dei Pogues perché non è mediata dalla fase artistica che caratterizza i due gruppi citati ad esempio, come tanti altri. La grande qualità che forse nel tempo si è persa è che nella loro condizione questi ragazzi avevano cazzimma. Il fatto che l'ascoltatore medio di pop non se ne renda conto ascoltando gli 883 è un altro discorso. Quindi sì, un sigaro è solo un sigaro mi dirà qualcuno: ma cazzo, questo è il miglior sigaro che ci si possa fumare.
Chi mi conosce sa che sono "team-Nord sud ovest est" ma anche i brani di questo debutto sono strepitosi. "Non me la menare" ha un incedere strafottente che unisce sonorità orecchiabili come poche a un testo che era un manifesto di anticonvenzionalità. "S'inkazza" era più rock e dimostrava che Max e socio di Guns n' Roses e Metallica se ne erano ascoltati, e non poco; l'impostazione del brano ricorda anche vagamente "Rock Box" dei Run DMC, esaltando anche la radice hip-hop del gruppo. "6/1/sfigato" e "Te la tiri" abbassano il tiro dell'album, rigirano sostanzialmente sulle stesse melodie ma non colpiscono nel segno al 100%, mantenendo testi sagaci che fanno scorrere bene fino al fenomenale poker d'asse che chiude il disco e ne compone la vera spina dorsale. La title-track colpisce con un testo perfetto nella sua metafora malinconica e viva, "Con un deca" ha una tristezza di fondo che trova la sua soluzione in un riff di sassofono geniale, "Jolly blue" ha un ritornello da coro live degno del miglior Bon Jovi (con una produzione diversa, ovviamente...) e "Lasciati toccare" chiude con la sua atmosfera suadente pur senza essere il miglior brano del disco.
Il duo ha un suo stile magari un po' ripetitivo ma di certo molto personale, con il timbro di Max Pezzali e un suo modo di usare la voce tutt'altro che scontato. L'autenticità dei testi del disco è sicuramente un punto di forza, anche se devo ammettere che gli 883, all'inizio della loro carriera, non maneggiavano ancora perfettamente questa potenzialità, finendo in alcune occasioni per scrivere testi un po' troppo calati - diciamo così - nel gergo giovanile dell'epoca.
L'energia che caratterizza gli 883 è unica. Credo che a dimostrarlo sia, ad esempio, la facilità con cui i brani possono essere ri-arrangiati verso produzioni ben più heavy-oriented, come risulta evidente dal progetto 666, messo su dai membri dei Plakkaggio, i quali rileggono l'opera di Pezzali e Repetto in chiave Oi!, con versi immortali come "assoli troppo belli per la musica Oi!" o "passano gli anni alternativa non c'è: ancora fieni metallari skinhead!" (ai fan degli 883 la sfida di capire da dove siano presi questi versi). Quello che intendo è dunque che è chiaro come il sole come l'intenzione del duo fosse di creare pezzi che gli adolescenti potessero cantare mettendoci tutti sé stessi, in maniera vera, efficace, genuina, con energia che sprizza da ogni poro. E a chi li ascolta attentamente risulterà chiaro che gli 883 degli esordi avevano una capacità negli arrangiamenti e nel mischiare più generi parecchio invidiabile, tra voci, controcori, tastiere, chitarroni pesanti e percussioni.
Scrollatevi di dosso ogni pregiudizio sugli 883 e lasciatevi conquistare. Voto: 86/100.
Elenco tracce testi e video
05 Hanno ucciso l'Uomo Ragno (04:10)
Solita notte da lupi nel Bronx
Nel locale st� suonando News Baby Stones
Loschi individui al bancone del bar
Pieni di Wisky e Margarida
Tutto ad un tratto la porta fa Slam
I ????? di corsa con una novit�
Dritta sicura si mormora che, i cannoni hanno fatto Bang
(RITORNELLO:)
Hanno ucciso l'uomo ragno, chi sia stato non si sa
Forse quelli della mala, forse la pubblicit�
Hanno ucciso l'uomo ragno, non si sa neanche perch�
Avr� fatto qualche sgarro a qualche industria di caff�
Alla centrale della polizia
Il commissario dice: 'Che volete che sia'
Quel che � successo non ci fermer�, il crimine non vincer�
Ma nelle strade c'� panico ormai
Nessuno esce di casa, nessuno vuole guai
Ed agli appelli alla calma in TV adesso chi ci crede pi�
(RITORNELLO:)
Gi� nelle strade si vedono gangs, di ragionieri in doppiopetto pieni di strasse
Se non ti vendo mi venderai tu, per cento lire o poco pi�
e-e-e Le facce di fosso non vivi per noi, attori troppo belli sono gli unici eroi
Invece lui, si lui era una star, ma tanto non ritorner�
(RITORNELLO:)
(RITORNELLO:) - FALSETTO
(RITORNELLO:)
07 Jolly Blue (03:31)
E' passato tanto tempo per� io c'ho tutto dentro
a Ticino a far le foto e le corse colle moto
con il 125 per il Corso a far le lingue
radioloni sempre a palla
per un pelo stare a galla
anche con cinquanta lire ti sentivi un gran signore
tra di noi ci si aiutava una colletta e ti passava
noi n� ricchi n� barboni solo un gruppo di coglioni
sempre in giro a far casino mai paura di nessuno
JOLLY BLUE la sala giochi
JOLLY BLUE piena di giochi
JOLLY BLUE la sala giochi
che per noi era un non so cosa
forse una seconda casa
JOLLY BLUE la sala giochi
JOLLY BLUE piena di giochi
JOLLY BLUE la sala giochi
si ma forse in fondo in fondo
era tutto il nostro mondo
eravamo proprio tanti deficienti tutti quanti
una ragazza che ci stava forse al massimo ti dava
un bacino sulla bocca poi a casa non si tocca
per� dopo al tuo ritorno raccontavi quasi un porno
e per fare il vero uomo ti impegnavi a fare "mono"
specie con le ragazzine era una soddisfazione
in discoteca ci si andava al pomeriggio e si ballava
in un modo da sfigati ma ci siamo divertiti
JOLLY BLUE....
poi chiss� cos'� cambiato forse il tempo che � passato
c'� chi adesso � regolare c'� chi si sta per sposare
colle loro macchinette sempre lucide e perfette
che ci guardano dall'alto loro han fatto il grande salto
noi due poveri sfigati noi non siamo mai cambiati
sempre il sogno nel cervello di una moto per cavallo
a esaltarci per un niente basta che sia divertente
poi chiss� chi lo pu� dire dove andremo mai a finire
JOLLY BLUE......
08 Lasciati toccare (04:49)
Musica che spacca in due stomaco e cervello
fuori ha smesso o piove ancora io non ho l'ombrello
e tu balli balli balli ballano le gambe
infilate in un collant o in un autoreggente
quel vestito nero che ti avvolge stretto
tanto tanto stretto che si vede quasi tutto
il condizionatore ti respira vicino
ed il freddo fa apparire qualche cosa sul tuo seno
Lasciati toccare fa sentire cosa c'�
Lasciati slacciare sei una libidine
Lasciati toccare fa sentire cosa c'�
Lasciati toccare sei una libidine
Luci stroboscopiche ti vedo non ti vedo
curve che si muovono mi siedo se no cado
le tue unghie rosse cercano il pacchetto
dentro nella borsa tra la cipria ed il rossetto
poi ne sfili una l'accendi piano piano
chiudi gli occhi un attimo avvolta da quel fumo
tutti qui ti osservano ma non vedi nessuno
guardi un po' la gonna e poi l'accarezzi con la mano
Lasciati toccare fa sentire cosa c'�
Lasciati slacciare sei una libidine
Lasciati toccare fa sentire cosa c'�
Lasciati toccare sei una libidine
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di Castaldo
Il più bel disco di pop-rock della storia della musica italiana è datato 1992, ed è il debutto degli "883".
Il primo pezzo è già un capolavoro! "Non me la menare": un poderoso thrash rock elettronico.
Di withor
"Ascoltare questo disco all'epoca mi piaceva tantissimo, perché parlava di situazioni che io vivevo quasi quotidianamente; ascoltarlo oggi invece... anche, perché mi riporta con la mente a quei giorni fantastici."
"Mi fa ridere quando sono triste, mi fa ridere quando sono felice, mi fa ridere quando sono medio, in pratica mi fa ridere sempre."