"Done with Mirrors" è l'ottavo Album degli Aerosmith, uscito nel novembre 1985 per l'Etichetta Geffen Records.

Questo è l'Album della definitiva reunion della band che torna alla line-up storica con Perry e Whitford alle chitarre dopo sei anni.

ANTEFATTO

Entrambi i chitarristi (Perry e Whitford), poco dopo l'uscita di Night In The Ruts del 1979, avevano lasciato il gruppo a causa di continui litigi tra i cinque componenti, ma anche, soprattutto per quel che riguarda Joe Perry, per intraprendere progetti solisti (vedi i tre Album dei The Joe Perry Project, rispettivamente "Let The Music Do The Talking" del 1980, "I've Got the Rock'n'Rolls Again" del 1981 e "Once a Rocker", "Always a Rocker" del 1984). La carriera solista invece di Whitford dura il tempo di un Album in studio "Whitford/St. Holmes" del 1981.

Nel 1982, reclutati i due nuovi chitarristi Jimmy Crespo e Rick Dufay esce il settimo Album in studio della band, il primo e per fortuna anche l'ultimo con questi due chitarristi, il titolo del'album è "Rock In A Hard Place". Album con ottimi ma pochi episodi, ma con tanti e pessimi episodi, album quindi alquanto disomogeneo che da una parte ti gasa al massimo e dall'altra fa proprio cagare per dirla schietta. Chiaramente tale disco non riporta di certo la band ai fasti della metà degli anni settanta, infatti pesano marcatamente le assenze dei due chitarristi fondatori, mancano i due ingredienti fondamentali di quella che era stata la mischela esposiva chiamata Aerosmith. E' chiaro quindi definire questo Album il loro peggiore, anche se c'è l'attenuante di non essere stati i veri Aerosmith che conosciamo tutti.

RECENSIONE

A questo punto per via del momento negativo della band e dei non ottimi risultati dei progetti solisti di Joe Perry e Brad Whitford, avviene un riavvicinamento del nucleo storico della band nel 1984. Era il 14 febbraio quando Perry e Whitford a sorpresa visitarono il resto della band dopo un concerto a Boston, portando a uno storico e magico ricongiungimento.

Nello stesso anno la band lascia la sua etichetta storica la Columbia e passa alla Geffen.

Il disco si presenta secondo il mio punto di vista molto ma molto più carico rispetto all'album precedente. Però c'è ancora qualcuno che sostiene che questo è il loro peggior album, ma si sbaglia di grosso probabilmente perchè non l'ha mai ascoltato e parla con le parole degli altri, pensando che questo disco faccia schifo perchè te l'ha detto tizio o caio, che ignoranza.

 Ci sono alcune tracce di sano hard rock a mio avviso pompatissime che ti fanno saltare dalla sedia durante ogni ascolto vedi:

  • Let the Music Do the Talking

    La canzone che apre l'album, Let the Music Do the Talking, faceva parte del primo album del The Joe Perry Project che si intitolava appunto Let the Music Do the Talking che divento il singolo di maggior successo dell'album raggiungendo il 18º posto nella US Mainstream Rock Tracks.

  • My Fist Your Face
  • Gypsy Boots
  • Hop
  • Shame on
  • e altre tracce più tranquille ma piacevolissime e orecchiabili comunque, questo sono:

  • The Reason a Dog
  • Shela
  • She's on Fire
  • Darkness
  • Ancora secondo il mio punto di vista, l'Album non è molto distante da "Permanent Vacation" del 1987 e Pump del 1989, ma è parte integrante di un ipotetico triangolo formato appunto da questi tre Album, che hanno la caratteristica in comune di essere usciti entrambi negli anni ottanta, di presentare la stessa etichetta discografica cioè la Geffen e di avere la formazione storica ripristinata ai massimi livelli compositivi, cosa che non succedeva dai tempi di Rocks del 1976.

    Il suono degli Aerosmith degli anni 80' è decisamente diverso da quello degli anni 70, che era caratterizzato da una dose non indifferente di Blues mischiato all'Hard Rock, il cui triangolo ipotetico del periodo 70' è qui formato da "Toys in the Attic" del 1975, "Rocks" del 1976 e "Aerosmith" del 1973, tutti usciti per la Columbia Records.

    Con gli anni ottanta infatti si passa ad un Hard Rock che definirei molto più commerciale e proprio questo modo nuovo di suonare, farà ritornare il grande successo mondiale alla Band.

    Quindi concluderei col dire che "Done With The Mirrors" è un ottimo antipasto che sposa benissimo il primo piatto "Permanent Vacation" e il succesivo secondo piatto "Pump". Questa è la cena perfetta servita dagli Aerosmith negli anni 80. Non ti rovini affatto l'appetito ascoltando "Done With The Mirrors" ma anzi ti verrà ancora più fame e divorerai i successivi due Album, provare per credere Al """ Ristorante AEROSMITH, Via HARD ROCK & BLUES n° 1972, BOSTON (U.S.A.)""".

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    Grazie a tutti per la lettura.

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