"Gli Area sono tra le mie 10 band preferite"...già, io sono arrivato a definirli in questo modo. Esagerato, direte voi, con tutti i gruppi possibili, perchè proprio gli Area? In realtà un motivo c'è. Hanno sfornato capolavori tra il 1973 e il 1979, nei quali cercavano costantemente di rinnovarsi, creando qualcosa di accessibile, ma allo stesso tempo complesso, senza dover per forza fare sperimentazioni "prolisse". Ho scoperto gli Area qualche mese fa, mentre giravo sulla piattaforma di Debaser. L'80% (circa) degli utenti li considerava come la miglior band italiana di tutti i tempi. Incuriosito da tutto ciò, decisi di ascoltare per la prima volta questa "fantomatica" band. Iniziai proprio da quest'album "Arbeit Macht Frei". Il titolo mi incuriosì non poco, lo avrei capito dopo aver finito l'album (conoscevo il significato letterario, ma non ne capivo il motivo di tale titolo per un album rock. Feci partire con Spotify l'album e dopo 36 minuti, ero completamente entusiasta di aver sfruttato bene quel tempo che mi ero preposto per ascoltare quel capolavoro. Ma andiamo con ordine...

L'album inizia con la traccia "Luglio, Agosto, Settembre (nero)",che inizia subito con intro surreale: una poesia egiziana apre le porte per il brano. La poesia si interrompe, e parte Demetrio Stratos, con delle parole profetiche che simboleggiano il fatto che il sistema sta "giocando col mondo, facendolo a pezzi", mentre il sole rende vecchi i bambini (la giovinezza sta scomparendo a causa dell'alienazione della società). La canzone cambia di ritmo immediatamente, mentre, ad intervalli più o meno regolari, Stratos cerca di ammonire l'uomo, affermando che un giorno prima o poi capirà cosa significa "affogare nel sangue con l'umanita" e chiede scusa se "sta dichiarando guerra all'umanità". Gli Area sono più sbizzarriti che mai, e in seguito ad un caos quasi infernale, tutto si stabilizza, e parte la stupenda "canticchiata" di Stratos", che porta alla conclusione dell'album. Gli Area hanno appena iniziato, ma che inizio!!!

Ma proseguiamo con "Arbeit Macht Frei", aperta dallo strepitoso lavoro alle pelli di Capiozzo, mentre poco a poco il ritmo cresce, grazie al superbo bassista Patrick Djivas e dal non banale sassofonista Busnello. Poco a poco il ritmo cresce, prendendo le sfumature jazz già presenti nel precedente brano. Il ritmo è incalzante, mentre Stratos ammonisce nuovamente l'uomo: "Nelle tue miserie, riconoscerai il significato di un Arbeit Macht Frei", che solo soffrendo l'uomo potrà capire la sofferenza degli altri uomini. Dopo otto minuti, si passa a quello che probabilmente è il mio pezzo preferito degli Area...

"Consapevolezza", con la sua immagine dell'ascensore, vuole esortare l'uomo a "volare in alto" con l'ascensore, per riconoscere le contraddizioni e la malvagità della società spietata in cui vive. Anche in questo caso, Demetrio Stratos si afferma come il miglior front-man di tutti i tempi, facilmente riconoscibile per la tecnica e per la sua emotività, mentre Busnello si riafferma come un grande sassofonista.

Giungiamo quindi a "Le Labbra Del Tempo", quarto capolavoro di fila per "Arbeit Macht Frei", dove Stratos continua a librare nel volo mentre canta. Mentre canta, Stratos esorta l'ascoltatore a vivere libero. Paradossale a riguardo il verso "L'uomo che ha perso la sua animalità nel buio bianco di un'idiota idealità". Il ritmo sale sempre di più, fino a fermarsi bruscamente a due minuti dalla conclusione...l'atmosfera musicale non è più frenerica come prima, ma assume dei toni più languidi e calmi. Stratos conclude al meglio tutta questa sua interpretazione con il suo possentissimo "Io Hoooooo"...Devo riconoscere che a questo punto dell'album, mi alzai in piedi ad inchinarmi al loro cospetto.

"250 Chilometri da Smirne" è invece un pezzo strumentale, di sette minuti, che cambia di tempi e di ritmo in continuo, che serve soprattutto per introdurre l'ultima pietanza di questo immenso capolavoro...

Sto parlando di "L'Abbattimento Dello Zeppelin", ennesimo capolavoro musicale di quel genio sregolato di Stratos. E' possibile percepire dei suoni, che richiamano al volo di un dirigibile Zeppelin",mentre si sente un groviglio di rumori, tra sax, batteria, mentre si percepisce nell'ombra la voce tenera e allo stesso tempo mascolina di sua altezza Stratos. Il ritmo improvvisamente continua ad essere veloce, per poi tornare ad essere lento, fino al punto in cui a dominare c'è solo il silenzio. Si sentono soltanto rumori sordi di batteria e un sax molto sgembo che richiamano alla caduta dello Zeppelin. Stratos, quindi, incomincia la sua mitica performance, recita (cantando) dei versi molto profetici con un significato molto subdolo, schierato contro l'industria musicale o contro il sistema, come nei precedenti brani. Iniziano gli acuti di Stratos, che squarciano il tempo in mille pezzi, mentre io, attonito, odo gli strumenti degli Area sbizzarrirsi, fino a interrompersi bruscamente,

Dopo 36 minuti (solo) era concluso l'album d'esordio degli Area, che mi aveva giovato. Mentre in un primo momento avrei pensato che questo sarebbe stato una delusione, è subito diventato un capolavoro per la mia vita. Mai avrei creduto che una band italiana fosse capace di stupirmi in tale modo come gli Area hanno fatto. Non soltanto erano il top in italia, ma entrano tranquillamente nella mia top 10 delle band preferite. Però,gli Italoidi non conoscono questo capolavoro, e continuano ad ascoltare quegli aborti mancati di "Gigi D'Alessio" e "Modà". Spacciandoli per poeti. Ed io che spero sempre, rassegnandomi allo stesso tempo, che Demetrio ritorni a far capire a tutti chi comandava in Italia.

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