Premetto che mi pesa recesire un album già commentato varie volte ma ogni volta che qualcuno dei miei amici mi obbliga ad ascoltarlo, mi monta un'INCAZZATURA che al confronto Calderoli è un pio pacifista. C'è da dire però che io non ero partito prevenuto nei confronti di Morello-Cornell& Soci, anzi... Avevo infatti una stima assoluta nei confronti dei RATM (anche se un po' mi bruciava ancora la prematura dipartita, "Musicalmente parlando", di Zach De La Rocha) e una sufficiente considerazione per i Soundgarden (di cui apprezzavo sopprattutto le doti canore di Cornell; ma su questo argomento tornerò più in basso) e quindi quando nel 2003 erano uscite le voci su una fusione dei vari fuoriusciti dei gruppi sopra citati, non ne ero potuto che essere contento.

Anno 2004, esce "Audioslave", il primo album di questa "Super Band", ma visto la mia disponibità monetaria da paese del terzo mondo non mi potei permettere di comprarlo e in conseguenza di ciò mi adoperai per una serie di ascolti a scrocco, dai quali rimasi entusiasta (Cavolo!!! "Show me how to live" è l'esempio di canzone che per me esalta una voce come quella del Criss). Dopo questo "esame" gli Audioslave erano entrati a buon diritto nei miei ascolti e attendevo quindi fiducioso un nuovo lavoro, contando sul fatto che non stavamo parlando di "novellini", ma di gente che viveva di musica da quasi 20 anni. Alle soglie del 2005 il fattaccio; il buon Cornell in varie interviste afferma che il nuovo album stà per vedere la luce e che parole sue "...Sarà uno degli album fondamentali degli ultimi anni se non uno dei migliori in assoluto nella storia del Rock...". E il sottoscritto cosa fà da benemerito demente? LO COMPRA!!! E cosa scopre? Che, a parte le prime 3-4 canzoni (apprezzabile "Your time has come", che comunque non metterei mai nella "storia del Rock"), il disco suona come una qualsiasi trappola commerciale fatta solo per ciucciare soldi alle teste di minchia che ascoltano musica con la speranza di sentire qualcosa di buono (Mi ci metto anch'io tra il suddetto gruppo di individui).

Analizzando i fatti le cose sono 2:
a) Il Tavernello ha varcato l'oceano e Cornell ne fà un abbondante utilizzo...
b) Morello si è fatto un tatuaggio sulla testa e il colore è penetrato fino al cervello bruciando quel neurone incazzato che mi faceva saltare tutte le volte che iniziava a suonare.
Non voglio dire che l'album sia orrendo, ma DESOLANTE si. Sfido chiunque che non l'abbia mai ascoltato a provare a sentirselo; troverà un'enorme difficoltà non solo a ricordare le melodie, ma anche a distinguere tra una canzone e l'altra...

P.S.: Su Cornell mi sono ricreduto in pieno riguardo le sue presunte doti canore. Mi sono "goduto" infatti il loro concerto tenuto a Cuba e devo ammettere che ho pianto... Ma non quando c'era "Black hole sun" (il che sarebbe stato più che comprensibile), bensì quando quel GALLINACCIO si è messo a cantare (no, cantare è una parola troppo grossa, meglio GRACCHIARE) "Killing in the name of".

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