Nel 2002 ci si era lasciati con le ultime dolci note di "The Unknown" con una promessa dell'inventore della metal opera Avantasia:  "questo bel progetto è terminato". Era tuttavia prevedibile ipotizzare che alla lunga sarebbe stato difficile resistere alla tentazione di un successo sicuro e così è stato. A distanza di qualche annetto ecco quindi arrivare nei negozi "Avantasia - The Scarecrow", cui seguirà la parte IV nel 2009. Sempre grandi nomi rispondono all'appello del leader degli Edguy Tobias Sammet, ma questa volta avviene un ricambio e l'abbandono di Matos, Rob Rock, Sharon Den Adel e DeFeis viene colmato con l'ingresso di Alice Cooper, Roy Khan, Amanda Somerville e Jorn Lande. La formula è sempre quella del passato: grandi voci messe assieme per interpretare brani curati nei minimi dettagli per dire al pubblico che il metal melodico può ancora dire qualcosa di importante. Rileggendo l'ultima frase mi rendo conto che considerare Avantasia III un cd praticamente uguale ai primi due (che possono tranquillamente essere definiti come delle summe del power degli anni '90 e inizio '00) è sbagliato. Qua ci troviamo di fronte ad una tracklist molto più eterogenea rispetto al passato che spazia dal pop, al rock, all'heavy metal e anche al power che quindi diventa un elemento importante, ma non più l'essenziale spina dorsale.

ALTI

Jorn Lande: il nome più in voga al momento tra i cantati rock e metal in Europa a detta di critici e pubblico. Tale attenzione non è immeritata e basta sentire come accarezza e aggredisce il microfono in "Scarecrow". Un impeto incredibile sprigionato da un ugola sporca e ruvida che sembra abbia in bocca della ferraglia e che, nonostante questo, riesce e non perdere melodicità. Jorne mette la sua illustre firma non solo sulla già citata title track (un ottimo esempio di hard rock mai eccessivamente tecnico e veloce che si ascolta a ripetizione), ma anche sulle tempestose "Another Angel Down" e "Devil In The Belfry" che mettono in bella mostra i denti. Il solito power trito e ritrito, con doppia cassa ed assoli fulminei firmati dalla coppia Gamma Ray Hansen e Richter, si espleta nella buona "Shelter From The Rain" con lo stagionato Kiske intento a cantare come ai bei tempi.

BASSI

Avere a disposizione un ospite con un'ugola come quella Roy Khan è un lusso e non lo dico solo perché apprezzo i Kamelot, ma perché ha una voce particolarissima che si differenza da quelle di tutta la scena metal. Bisognerebbe scrivere un pezzo appropriato, non troppo veloce e aggressivo e invece... E' un vero peccato racchiudere la sua esibizione in un paio di strofe dell'insipida e arcigna opener "Twisted Mind": un mid tempo pesante che a mio modo di vedere non gli calza per nulla. Pollice verso anche per "The Toy Master" con Alice Cooper invischiato in un traccia pallosa come poche.

SORPRESE

Non è un mistero che Avantasia sia un progetto riconducibile al metal più "morbido"; ciononostante non mi aspettavo di sentire in rapida successione due brani così commerciali come "Carry Me Over" e "What Kind Of Love". Una sorpresa piacevole perché non appartengo alla categoria di quei metallari che giudicano negativamente le hit radiofoniche per partito preso. Due momenti da MTV davvero impeccabili e che spezzano il cd rendendolo più vario e interessante quando si riparte con un bel riff.

Un lavoro quindi non troppo prevedibile, ben suonato e cantato, che esclusi un paio di capitoli mi ha soddisfatto. La saga non è stata infangata e anche se è un po' meno power e più rock rispetto al passato credo possa ricevere consensi moderatamente positivi da molti ascoltatori.  

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