You think I'm psycho don't you mama?

Date un'occhiata alla foto in copertina (se non l'avete fa niente, guardate la foto postata): Tex Perkins con il suo ghigno sbilenco si atteggia a Lux Interior di terz'ordine, gli altri della cricca mostrano caschetti improbabili per chi ha oramai una certa età sul groppone, le panze rese gonfie dalle troppe bevute. Ridicoli vero? Vi sbagliate di grosso... sono un SUPERGRUPPO! Sono le bestie del bourbon da Sidney, vengono dalle migliori band dell'area e in un pomeriggio, un solo pomeriggio dell'84, incidono questo disco costato ben cento dollari al Paradise Studio dell'amico Billy Field per poi squagliarsela.

Si rivedranno solo nel 1989 per farne altri tre nel giro di tre anni.

Il bush australiano è là fuori nel suo bianco abbacinante, ma loro, nell'atmosfera semibuia del locale, tra un bourbon e una birra, snocciolano le loro ruvide storie ad alta gradazione alchoolica, a metà tra uno swamp rock stralunato e uno sporco blues punk da pub. Storie di vite difficili, segnate da abusi di ogni tipo, matrimoni che finiscono con asce piantate nel cranio, morti a dozzine sulla Highway, disadattati di ogni genere dediti allo sbevazzo o alla droga, perdenti costretti a lavorare tutto il giorno per sopravvivere o per pagare una puttana.

Si inizia con "Psycho",  una cagata di ballata introspettiva corrosa dalla slide di Kim Salmon che fa a fette il fumo delle troppe sigarette (è una cover, ascoltatela poi nella versione di Elvis Costello in "Almost Blue"... e commuovetevi).
La rollinstoniana "Evil Ruby" vede Perkins stranamente ancora sobrio che tenta di fare il Jagger della situazione sulle note del twang della chitarra di Spencer Jones. Invece "Love & Death" e " Grave Yard Train" sono un paio di felini boogie strascicati come solo i Cramps e... le bestie del bourbon sanno fare.
Le chitarre in "Good Times" mettono a ferro e fuoco i distorsori mentre la voce brutale e avvinazzata dello spaventapasseri Perkins grida ironicamente che sono tempi buoni questi!
Scommetterei invece il mio amato giradischi che "Drop Out" è il pezzo che Iggy avrebbe voluto cantare: lo immaginate intonare sguaiatamente "I wanna be a guru/ I wanna be a god / yeah I'm a drop out!" mentre le chitarre gli mordono il culo? Fantastico, tra i migliori brani di sempre del combo australiano.
Il funky di "Save Me a Place" è qualcosa di talmente torrido che occorre metterci qualche cubetto di ghiaccio (orrore!) dentro quei bicchieri stracolmi di bourbon.
"Lonesome Bones"è un blues delirante e visionario, masticato  fino al minimo dei giri prima che il motore si arresti del tutto tossendo i bulloni male avvitati.
Ancora una ballata country fatta con quattro accordi di chitarra e il basso e batteria che la accompagnano mestamente sputando tabacco masticato sulla polvere rossa a ricordare che quel giorno ad El Paso fu un tragico giorno, fu "The Day Marty Robbins Die".
E alla fine... alleluia! Tutti a pogare come ad un raduno di cowboys, no scusate, di bikers in acido sullo sfondo del sole che tramonta su Ayers Rock... "Two Wheels for Jesus".

Bene, il disco è registrato. Un ultima bevuta prima di tornarsene ai propri gruppi... ci si rivede ?

- Boh? Noi due abbiamo da fare con gli Scientists.
- Merda,  io mi sono invischiato con questi fottuti di Johnnys.
- Cazzo! Devo andare, ho lasciato gli Hoodoo Gurus senza batterista, stasera suoniamo al Marriotville Hotel.
- Vabbè allora non ne parliamo più, diamo un calcio alla fortuna.
- Io però...
- Ehi ragazzi! Perkins ne vuole parlare.
- Ah, ne vogliamo parlare? E parliamone...

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