Regista ungherese, nato il 21 luglio 1955 a Pécs; noto per i suoi film lenti e meditativi, caratterizzati da lunghi piani-sequenza, forte componente estetica e temi esistenziali.

Collaboratore abituale dello scrittore László Krasznahorkai; ha spesso utilizzato musica di Mihály Vig; la sua filmografia è apprezzata per l'uso di piani-sequenza estesi, il bianco e nero e temi di nichilismo e ripetizione temporale.

Le recensioni raccolte evidenziano il cinema di Béla Tarr come un'opera lenta e meditativa, dominata da lunghi piani-sequenza, bianco e nero e un senso di ripetizione temporale. I testi sottolineano temi di disperazione, solitudine e critica alla modernità, con riferimenti filosofici (Nietzsche) e una forte componente estetica. I film citati includono A torinói ló, Le armonie di Werckmeister, Őszi almanach e Nido familiare.

Per: Appassionati di cinema d'autore, studenti di cinema, spettatori interessati allo slow cinema e al cinema filosofico.

 “A torinói ló” è un'elegia lunghissima, un cimitero dove giace un solo corpo: il corpo della speranza.

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 Di tutta la filmografia del maestro ungherese Béla Tarr (non molto ampia, a dire il vero), questo Oszi almanach / Almanacco d'autunno (1985) costituisce di sicuro l'episodio più singolare per una serie di ragioni:

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 Il cinema di Béla Tarr è un cinema che sconfina: sconfina nello spazio e sconfina nel tempo, eppure rimane immobile, fedele a se stesso, bianco e nero, come un tango senza musica, onesto.

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