A partire dalla divertente e provocatoria copertina, l'ultimo disco del pluri-ispirato Zakk Wylde e dei suoi Black Label Society convince,convince ancora di più del suo precedessore "Mafia", un disco di transizione senza infamia e senza lode che si riassumeva in un intreccio tra gli esordi d'assalto e più "heavy" della band alle melodie sudiste di album fondamentalmente meno pesanti come "Hangover Music Vol.4", questo "Shot To Hell" raccoglie quello che si è seminato con "Mafia" e lo migliora in maniera dannatamente evidente.

Prima nota positiva: la presenza di molte ballad e il buon utilizzo del pianoforte in queste ultime, infatti tra le highlight dell'album non si possono non segnalare la cadenzata e struggente piano ballad "The Last Goodbye", una canzone che lascia da parte i ruvidi pezzi hard n' heavy che compongono una buona parte di "Shoot To Hell", per puntare sulle emozioni che una voce come quella di Zakk sa evocare, emozioni intense e forti, ma di quelle emozioni che si trasmettono dato che sei da anni sulla scena heavy rock mondiale come protagonista e non quelle finte-emozioni da primo gruppettino pop in cima alle classifiche e messo a rotazione su MTV (o peggio su All Music), questa musica è passione, un aggettivo che non ha niente a che spartire con il music business (dato che Zakk, si è sempre saputo, passa molto spesso da una label all'altra per avere sempre molta libertà di pensiero e composizione, stavolta siamo nella scuderia della Roadrunner, scelta azzeccata vecchio mio).

Ma torniamo appunto alla musica, sempre in tema di melodia e episodi meno "pesanti" ovviamente è d'obbligo sentire la conclusiva "Lead Me To Your Door", un pezzo che rappresenta forse il livello compositivo massimo dell'album, anche qui siamo alle prese con una piano ballad, se possibile ancora più emozionante della già citata "The last Goodbye". Ottime le atmosfere soft e rilassate (e rilassanti) di "Nothing's The Same" in cui Zakk canta pacato ed intensamente, anche qui tante e tante emozioni, bello l'assolo. Per quanto riguarda gli episodi più "heavy" e di maggior presa il discorso cambia, qui abbiamo il vecchio Zakk,e il suo rifferama heavy dotato di un intenso groove (dote in comune al suo amico fraterno, il compianto Dimebag Darrell), parlo della riuscitissima opener "Concret Jungle" in cui si notano anche gli interessanti effetti vocali utilizzati da Zakk (un cantante molto strano poiché sempre a metà tra lo sguaiato street rock e il timbro di Ozzy Osbourne) oltre all'ottimo assolo e lavoro di chitarre. Si picchia duro sulla religione (in pieno Slayer-style) con "Black Mass Reverends", bel riffone d'apertura e ritornello coinvolgente. Particolarmente buona l'introduzione in pieno southern-style di "Blacked Out World" che esplode nel suo reiterato ritornello anthemico, grazie alla sgraziata e sguaiata voce di Zakk, batteria pesante e molto precisa, un assolo non lungo ma veramente d'effetto, stesso discorso per la simile "Give Yourself to Me", si sente un po' stupiti una certe attitudine con gli ultimi Soulfly di Max Cavalera ascoltando il riff di "Faith Is Blind", una canzone thrashy-style ricca di un groove assassino che farà strage sotto il palco del Gods Of Metal 2007, oltre a Zakk impressionano e hanno una buona performance anche gli altri membri in particolare il batterista Jhonn De Servio.

In conclusione come avrete capito il disco in questione mi ha davvero preso e sopreso, per questo ho deciso di dargli il punteggio pieno poiché lo ritengo tra gli album più belli del 2006, soprattutto per i lenti. Queste 13 canzoni rappresentano perfettamente il puro Zakk-style: hard rock, heavy metal, rock, southern rock non importa! L'importante è che sia un disco convincente suonato col cuore e con impegno da parte di uno dei musicisti più importanti dello scenario hard n' heavy attuale, un grande ritorno ed una grande conferma. Ti aspettiamo sul nuovo full-lenght di Ozzy, Zakk, per allora continuerò a consumare lo stereo con questo disco !

Consigliato a tutti, fan e non !

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