Qualcuno mi spieghi perché mai questi ragazzi non siano ancora tanto considerati dal pubblico come una delle migliori realtà musicali oggi in circolazione. Ogni volta che ascolto uno dei loro dischi, sono semplicemente entusiasta e affascinato dalla semplicità con cui riescano a creare delle melodie così accattivanti e gioiose, sonorità magiche e che sono dettate nel tempo da quel tipico e ipnotico riverbero delle voci e del suono delle chitarra.

I Black Market Karma vengono da Londra e il loro nuovo LP ('Plastic Hippie') è uscito nella pratica pochi mesi dopo il precedente 'Sixth Time Around' e al solito per l'etichetta Flower Power Records. Ci sono un sacco di persone, lo so, che non hanno una buona opinione di band che rilascino dischi in un così breve lasso di tempo, perché si suppone che questa cosa sia in generale non un buon segno per quello che riguarda la qualità non solo delle canzoni contenute all'interno degli album, ma anche di quella che si potrebbe ritenere una scarsa attenzione al lavoro di studio e durante le fasi di registrazione. Naturalmente, per quanto mi riguarda e pure rispettando l'opinione di ognuno, di questa cosa me ne frego, forte della mia convinzione, invece, che questa cosa non ha in realtà nessuna importanza e che non abbia mai avuto nessuna importanza nella storia del rock and roll e della musica pop.

Che cosa vogliamo del resto da un disco di musica rock? Che cosa vogliamo, quando ascoltiamo un nuovo disco o della nuova musica? Diciamolo chiaramente: quello che vogliamo è semplicemente provare delle profonde emozioni e essere travolti da una specie di tornado e in un vortice magico dove provare sensazioni mozzafiato e per tutte queste cose è evidente che concetti come quello di tempo non abbiano alcun valore, così come non si può pensare in questi termini alla musica come il semplice risultato di qualche cosa che si potrebbe considerare come 'lavoro'.

Del resto fare musica si potrebbe considerare un lavoro, ma anche no. Ho un mio progetto musicale e per questa cosa non mi considero ovviamente un musicista, non sono un musicista professionista e a parte questo, considerando che sono costretto dalla mia attività professionale 'ordinaria' e che mi richiede un sacco di tempo e di impegno e concentrazione, non riesco a dedicare a questa cosa tutto li tempo che vorrei. Pure se questa cosa mi dispiace ovviamente, sarebbe fantastico per me potermici dedicare per più tempo, ma al solito non puoi sempre avere tutto quello che vuoi. Ma ascoltare dischi come questo, del resto, e la maniera semplice in cui questi ragazzi si approcciano alla musica mi fa pensare che parlare di professionalità e di mestiere sia solo una puttanata. Se avete qualche cosa da dire, ditela, se avete delle canzoni, ma pure solo delle parole che volete dire a tutti oppure a qualcuno in particolare, fatelo.

Non ricordo esattamente che cosa io abbia scritto del loro disco precedente che ho recensito lo scorso dicembre. Ovviamente avrò sicuramente parlato più che bene di 'Sixth Time Around' e del fatto che questa band sia così prolifica. Del resto già allora sapevo che stavano lavorando su delle nuove canzoni e che poi sono quelle che osno entrate a far parte di questo disco. Sicuramente ho parlato dei Black Market Karma come quella che considero una delle massime rappresentazioni di che cosa vada oggi inteso come psichedelia o neo-psichedelia, se preferite questo altro tipo di definizione.

Adoperando una mia vecchia espressione nel merito di questa band, ribadisco che, 'Piccoli Anton Newcombe crescono,' (basta ascoltare 'Sleep', oppure 'The Sunshine Mess' con un approccio tipicamente dei BJM degli anni novanta, oppure ancora 'Hiding From My Brain' che invece rimanda alle ultime produzioni della band originaria di San Francisco) e sicuramente i Black Market Karma sono cresciuti e crescono disco dopo disco fino a questo 'Plastic Hippie' che forse è il loro lavoro più pretenzioso e in modo particolare per la durata del disco che è di circa un'ora e mezza, un dato non secondaria per della musica che anche se riconoscibile come rock psichedelico, ha di sicuro un aspetto che si potrebbe definire pop o comunque che in qualche modo rimandi alla tradizionale psichedelia british degli anni sessanta. Così è possibile eventualmente pensare di ritrovarsi persi in un mucchio di canzoni o in qualche cosa che alla fine potrebbe apparire solo ambizione e che questa band abbia perso quella componente fondamentale che gli riconosco, cioè la spontaneità, ma questo solo prima di ascoltare il disco, perché dopo ci si rende conto che invece non è così e che al contrario, hanno fatto nuovamente centro.

Si tratta di una band che definisco easy-listening. Provenendo da Londra, sono per forza influenzati dal sound della musica made in UK pop e dalla musica degli anni sessanta beat e psichedelica ('That Mandrake Beat'), così come sono inevitabili i rimandi a certe sonorità shoegaze tipo Slowdive o My Bloody Valentine e gli immancabili elementi psichedelici tratti dagli episodi meno audaci dei Velvet Underound ('Use What You Fear', 'Igloo'), una mescolanza che alla fine poi porta a quella che è una loro sonorità riconoscibile e che possiamo per questo seguire disco dopo disco. Quello che voglio dire è che non esagero se dico che ad esempio 'Where I Am Needed' sia una canzone il cui suono si possa definire come tipicamente di marca Black Market Karma.

Quando uscì 'Comatose', un mio caro amico, che avrà una cinquantina d'anni o qualcosa di più, mi disse che era entusiasta di questo gruppo e che avrebbe voluto essere più giovane per poterli apprezzare come e quanto avrebbero meritato. Immagino che il suo fosse un complimento, cioè sono sicuro che sia così: voleva dire che sono una band fantastica e che li aveva apprezzati grandemente. Allo stesso tempo tuttavia è come se volesse in qualche modo collocare necessariamente la band come riferita a un pubblico di ascoltatori che fossero per forza di cose giovani. Non saprei che cosa dire nel merito. Voglio dire, domenica scorsa ho fatto trentadue anni e, va bene, sono ancora lontano dal compiere cinquant'anni probabilmente, ma ascoltando un disco come questo non saprei dire se io sia vecchio abbastanza oppure no. In realtà penso semplicemente di ascoltare quella che considero della buona musica e che mi fa provare delle emozioni importanti. Quello che è certo, a parte tutto questo, è che come detto, considero questa band come una di quelle che più tra tutte sono veramente sul pezzo (a proposito, al sito flowerpowerrecords.com potete scaricare tutti i loro dischi gratuitamente) e questo per quello che riguarda le sonorità e i temi proposti e anche il loro approccio alla musica e agli ascoltatori. In questo senso sono certo che i Black Market Karma non suonino una musica che non guardi al passato e che neppure pretenda di essere la musica del futuro. I Black Market Karma sono il tempo presente e lo siamo anche noi, a prescindere da quella che possa essere la vostra età, quindi vaffanculo, cosa importa quanto siamo vecchi oppure no. Semplicemente: ascoltate. E godetene tutti.

Carico i commenti... con calma