Memorie di un broccolatore. Parte 1.

Ok, ci sono cose che ti segnano.

Tipo: dopo settimane di tampinamento e agguati nei corridoi, cifre immorali spese al baretto della scuola ed estenuanti trattative, sei riuscito a convincere quella assurda tettona della biondina del primo banco a venire a casa tua con la scusa di studiare. Sono due ore che gliele fissi, quelle tette che urlano la loro ribellione alle leggi della gravità, mentre lei – dannata oca – cerca davvero di studiare!

Le hai offerto bevande gassate, biscotti, sigarette ed ogni altra cosa ti sia venuto in mente per distrarla.

Studi ogni strategia per poter allungare una mano o tirare fuori la lingua.

Cerchi di controllare un’assurda erezione, mentre quei maledetti jeans strizzapalle (beati i più giovani che non sanno di cosa sto parlando! E senza dimenticare quei crudeli stivaletti col tacco per colpa dei quali, ancora oggi, cammini dinoccolato pure con le ciabatte) stanno attentando alla tua acerba virilità che ancora non ha avuto modo di dare prova di sé.

Quando lei ti dice, civettuola: “Ok, facciamo una pausa. Metti su un po’ di musica?”

I tuoi ormoni cominciano a fare la ola, sei in preda ad un attacco irrefrenabile di priapismo doloroso, saliva azzerata e mani che sudano.

Hai avuto cura di nascondere i dischi di cantautori piagnoni e di quei gruppi che fanno suites di mezz’ora che ascolti di solito.

Metti su i Boney M. Li hai comprati apposta!

Voce profonda e sexy, contornata di coretti di gallinelle lascive che accompagnano e si strusciano. Copertina soft-porn (oddio, a guardarla bene sembra più un festino coi trans!). Lei capirà il messaggio. Lo capirà….

Hai portato due bicchieri di vino. E’ il vino del brik, ma tu lo hai servito in due calici. Tanto, la portatrice sana di protuberanze mammellarie, che ne capisce di vino?

E poi ci hai messo del ghiaccio. Del ghiaccio! (Ma come cazzo ho fatto a sopravvivere alla pubertà?)

Hai ordinato ai tuoi di stare alla larga da camera tua. E’ tutto pronto. “Daddy Cool” sta scaldando l’atmosfera.

Ti siedi, il prossimo pezzo sta per partire. Parte anche una mano sudata e molliccia.

“Ma è Marcella Bella!” – e mi ride in faccia, la stronza! (E quando ci vuole, ci vuole….).

Cazzo! E che cazzo! E’ vero, quel pezzo “Take the Heat Off Me”, è proprio una cover di “Nessuno mai” di Marcella Bella!

Ma io, quel disco l’avevo comprato solo per “Daddy Cool” (e per la copertina). E non mi era mica passato per la testa di ascoltare gli altri pezzi.

“Daddy Cool”, quello sì che era un gran pezzo! Quel vocione basso, profondo e sexy, quei famosi coretti di gallinelle lascive, quel giro di basso che ha fatto storia e quel refrain di archi…..

Che gran pezzo!

Che poi, a dirla tutta, quel vocione non era mica di Bobby Farrell (che poi sarebbe quello che nei video balla e finge di cantare). E neanche le gallinelle lascive sono esattamente le tre che si strusciano sulla copertina.

Perché i Boney M, in realtà sono un’invenzione di Frank Farian, produttore ed autore tedesco che, consapevole di avere l’appeal di un colapasta (ed una discreta faccia da pirla), aveva – già da tempo – deciso di cantarseli lui i suoi pezzi, ma di farli interpretare in pubblico da altri.

Perché, se no, avrebbero inventato il playback, scusa?

In studio si era inventato quel vocione profondo e gutturale. Lo aveva usato per tirare fuori un pezzo ballabile: “Baby Do You Wanna Bump”.

Il fatto è che “Baby Do You Wanna Bump” va alla grande. Allora gli chiedono di presentarlo in tv e dal vivo.

Farian (il colapasta di cui sopra), a quel punto, pensa bene di assoldare quattro ballerini - un maschietto e tre femminucce – da mostrare al suo posto, e così si inventa i Boney M.

Nome che è un omaggio a Bonaventura, il protagonista di una serie di sfigatissimi telefilms australiani.

E, sarà culo o geniale capacità di marketing, ma quei quattro vanno che è una bellezza. Qualche settimana dopo, Farian tira fuori “Daddy Cool” e fa il botto: i Boney M saranno secondi solo agli Abba tra i prodotti della Disco europea.

Ma bisogna costruirci anche un album intorno a “Daddy Cool”.

Ecco come viene fuori “Take the Heat Off Me”, ed ecco perché, insieme a quel paio di pezzi che dovranno scalare le classifiche, servono anche dei riempitivi. Anche di merda, che ci frega?

Tipo una cover di Marcella Bella.

Ma io, a quel tempo, non potevo saperlo. Così torniamo alla biondina che ride ed a me che mi tengo la mia erezione.

Qui si divide la mia strada da quella dei Boney M e (purtroppo) da quella della biondina e delle sue zinne modello dirigibile.

Ma, mentre non so proprio cosa cavolo ne sia stato di quella tettona smorfiosa, so cosa è accaduto dopo ai Boney M: hanno continuato ad incidere dischi ed a cambiare formazione. La sigla Boney M è ancora oggi in giro sotto varie forme. Hanno venduto più di 11 milioni di dischi ed hanno tirato ancora fuori un altro bel po’ di hits (“Rivers of Babylon”, Rasputin”, “Sunny”….).

E non si sono scomposti neanche un po’ quando Farias fu coinvolto in quella colossale figura di merda coi Milli Vanilli (perché Farias se l’era preso per vizio di far cantare in playback le sue canzoni a dei bei faccini).

E neanche la morte assurda di Farrell li ha fermati.

Già, perché Farrell, un bel giorno, se ne va in Russia, chiamato ad esibirsi in uno spettacolo privato. Infatti in Russia i Boney M sono famosissimi grazie a “Rasputin”. Così Farrell gli canta “Rasputin” ai russi e, poi, se ne va in albergo. Ma si sente male. Il giorno dopo lo trovano morto. Era il 30 dicembre ed era a San Pietroburgo: la stessa città e lo stesso giorno in cui era morto Rasputin.

E, insomma, ecco perché io e la Disco non ci siamo mai veramente presi. Sono rimasto lì a fissare quella copertina chiedendomi quanti fine settimana avrei dovuto ancora trascorrere a fingere di saper ballare, a riempirmi di lacca, a bere immondi long-drinks con quei maledetti stivaletti col tacco.

Tutto per una sola, vaga, chimerica speranza….

Non sapevo che stava venendo a salvarmi un inglese coi denti marci, che proprio in quegli stessi giorni aveva cominciato a frequentare una strana boutique-locale-ritrovo per sbandati di Londra che si chiamava “Sex”.

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