Mi spiace dirlo ma dopo alcuni ascolti, il suddetto cd, risulta un po' scontato e freddino. Non fraintendetemi, ci sono dei pezzi che emozionano (nuovo singolo "Tears Don't Fall"), dei pezzi che pestano di brutto ("Room 409", "4 Words" e l'opener "Her Voice Resides"), ci sono anche però delle songs che fanno un po' cadere il tono di un album che poteva oltremodo rasentare la perfezione... Peccato quindi per questo tentativo dei Bullet di risollevare le sorti di un genere troppo presente e ultimamente poco originale... Quest ultimo, infatti, ha sfondato in poco e da poco tempo ma sembrerebbe aver già detto tutto ciò che ha da dire. Molteplici sono i tentativi di gruppi tutti uguali che sfruttano il mainstream e la commercialità della proposta per fare più soldi possibili (parlo soprattutto di act americani).

Ma passiamo al disco...
Questo si apre con un intro strumentale che inizia a far viaggiare l'ascoltatore attraverso melodie levigate di chitarra, la quiete viene ad un tratto interrotta da un urlo lancinante (come la maggior parte delle ultime release in campo metal-core, emo o quel che sia)che fa subito venire in mente il malessere che coinvolge la maggior parte dei musicisti di questa fazione; il pezzo scorre via veloce con il tipico cantato tra growl, screamo e clean vocals... Da notare gli assolo ultra melodici e veloci che riprendono lo Scandinavian Death Metal. Tra urla e vorticosi svolazzi sulla sei corde scorre veloce anche la successiva canzone ("4 Words") fino ad arrivare alla splendida melodia di chitarra che avvolge quella "Tears Don't Fall" (ascoltata e riascoltata dal recensore) che si sussegue in un continuo alternarsi di luci e ombre che fa ancora una volta viaggiare l'ascoltatore in un vortice di emozioni, come se l'amore e l'odio fossero a braccetto tra di loro (e molte volte lo sono). Gli stessi canoni vengono riscontrati anche in altre songs del lotto tipo "All These Things" e "Cries In Vain" dove tra suoni puliti e lindi, melodie accattivanti e lamenti interiori si "sputa in faccia" all'appassionato ogni tipo di malessere soprattutto legati all'amore e ad altre tematiche romantiche, che a volte vengono trasformate in qualcosa di macabro, ripetitivo e quasi patetico.
Nel cd troviamo episodi molto duri alleggeriti, ahimè, da un sound di batteria troppo pulito che non rende giustizia a quei pezzi... Ascoltare dei pezzi come "Suffocating Under..." o la già citata "Room 409" o ancora "Hand Of Blood" lascia un attimo l'amaro in bocca... Arrivati a fine ascolto si ha la sensazione di un lavoro comunque valido ma che avrebbe potuto: essere un po' più sviluppato sotto l'aspetto della potenza e essere reso un attimo più sporco come sonorità di insieme.

Tanto di cappello comunque alla proposta di questo British Act che può tranquillamente aiutare a far correre i cavalli della tua automobile, meglio se di notte e su qualche rettilineo e che non fa intravedere realmente cosa ci preserva la strada. Proprio come fanno i Bullet, essi infatti non fanno mai intendere ciò che pensano realmente ma lasciano l'ascoltatore libero di muoversi all'interno delle composizioni; la conclusione, quindi, tiratela voi...

Ndr: Mi scuso per i probabili errori di valutazione e per la non scorrevolezza del discorso ma è la prima rece che scrivo nella mia vita. Grazie per la comprensione e rock and roll!

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