Primo Full Lenght per la band Gallese... "The Poison", è un disco che presenta molte influenze: dal Metalcore, all'emocore, al drumming degli Slayer tipico del thrash... La Storia di questa band è molto travagliata perchè se ne pregiudicava la nascita ancor prima della pubblicazione dell'album in questione...
2004: Viene scelto il nome "Bullet For My Valentine" per il gruppo che ha trovato un nuovo e definitivo bassista, Jason James. I 4 si danno subito da fare e registrano "The Poison" nel 3 ottobre 2005 ed è un vero e proprio successo in Inghilterra... Lo UK, quello infatuato per il metallo e affini, ha fatto però un errore: ha pompato eccessivamente i BFMV (Bullet For My Valentine), tanto da proclamarli nuova leggenda Metalcore inglese...
Via alla recensione!!!!!
Eccolo qua l'LP dalla copertina molto enigmatica... A prima vista si direbbe solo un banalissimo disco emo senza infamia e senza lode....e invece ecco che i quattro gallesi celano qualcosa di misterioso...un "Intro" suonato dagli Apocalyptica, i quattro violoncellisti metallari. La Prima canzone dell'LP è proprio l'"Intro" che apre le porte alla prima vera canzone del disco "Her Voices Resides". Subito si capisce la loro influenza Metal-Emotional Core, proprio perchè la traccia inizia con una batteria arrabbiatissima, e con uno scream di massa da parte di Matt Tuck e Jason James. La canzone risulta molto scorrevole e gradevole. La Terza traccia si chiama "4 Words to Choke upon", anche questa aggressiva e con un ottima dose di violenza nelle note emesse dalle Jackson dei chitarristi. Fino ad ora il disco è scorrevole, ma niente di particolare come parevano annunciare i giornali inglesi... La rivoluzione però si chiama "Tears Don't Fall". Canzone dal riff malinconico, ma basta solo uno scream di Mattew Tuck per far prendere una piega diversa al brano che pareva essere solamente "inzuppato" di emo.
"Tears Don't Fall", e "4 Words to Choke Upon" erano i primi due singoli del Full Lenght, e a questi due se ne aggiunge un altro ovvero: "Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do)". Il brano, apparentemente scialbo e emo più che mai, prende, come al solito, un'altra piega, complice di questo anche il drumming di Michael Thomas che intreccia Nu-Metal, emocore, skremo e thrash. La canzone si rivela un piccolo capolavoro.
Si continua con "Hit the Floor" che è forse la canzone più brutta e più inutile dell'LP, classica traccia di riempimento. I quattro inglesini però si mostrano duri e arrabbiati con la canzone "All These Things I Hate (Revolve Around Me)". La canzone è in perfetto stile BFMV, ovvero inizia con un intro emo e deprimente per poi lasciare spazio ad una canzone capace di fare breccia su chiunque (ragazzine coglione stile "w il punk perchè lo suonano i green day" in primis) con la sua malinconia e la sua dolcezza.
Arrivati a questo punto, è proprio il caso di dirlo, "ALTRA CANZONE ALTRO SINGOLO", eh già perchè i BFMV sono già a quota 5 EP pubblicati con questo disco, e il quinto è proprio "Hand of blood". Aggressiva, carica, forse anche un pò troppo per un gruppo emocore, ma il brano ha comunque avuto un degno successo (meritato n.d.a). Un' altra canzone di riempimento in questo LP, "Room 409" dai toni cazzeggianti questa traccia è pressocchè inutile. Arrivati alla decima canzone è il momento della title-track "The Poison"... intro enigmatico che cela un'anima cupa e malinconica... "The poison" non è altro che la canzone più bella del disco. Arrivati quasi alla fine posso fermamente affermare che il disco può essere benissimo chiuso qui dato che le tracce, 11,12 e 13 sono quasi totalmente di riempimento: "10 years today" pare soltanto un miscuglio di riffs che sono stati scartati, stessa cosa per le altre canzoni "Spit You Out" e "Cries in Vain". Ultima canzone "The End"... come si può ben capire, il disco è finito...
Forse un concept album... chissà... Comunque i 4 inglesini hanno dato prova di saper suonare,e anche bene, hanno anche fatto intendere che, oltre ad essere stati commercializzati, hanno ancora molto da dire... waiting for the new album....
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