I Cypress Hill sono un gruppo rap anomalo. Anomalo per non dire diverso. Sono bianchi (2 su 3), ispanoamericani e sono apprezzati da un pubblico eterogeneo, musicalmente esigente e di mentalità aperta.
I Nostri: B-Real, Sen Dog e DJ Muggs appartengono alla generazione rap dei primi anni Novanta. Per intendersi, quelli che vengono dal ghetto, che fanno il rap nel ghetto e che sono incazzati col mondo intero. Non esistevano Puff Daddy, Eminem e 50cent e i ragazzi non iniziavano a scrivere rime e a fare freestyle perchè speravano di diventare ricchi, cambiare una puttana a sera e farsi una striscia di cocaina ogni 20 minuti. Il rap non lo si ascoltava come musichetta di sottofondo nei centri commerciali e non si ballava nei club. C'erano si stati gli EPMD e i RunDMC negli '80, ma se paragoniamo i loro guadagni e il loro successo con quelli dei rappers di oggi viene da sorridere. In breve, chi faceva musica allora, lo faceva quasi esclusivamente per passione.
I Cypress Hill esordiscono nel 1991 con il disco omonimo. Un disco assolutamente folle e geniale. Funky e rap al sapore latino, qualcosa di assolutamente irripetibile. Due anni dopo pubblicano 'Black Sunday', e già si capisce che cambia qualcosa. Le atmosfere si fanno cupe, i ritmi più serrati, le metriche più taglienti. Le canzoni prendono una forma più definita e riconoscibile e si affacciano gli inconfondibili loop di basso che caratterizzeranno la loro produzione futura. Un piccolo capolavoro, che anticipa quello che verrà e di cui tratterà la recensione: "III - Temples Of Boom".
La copertina chiarisce subito quale sarà l'atmosfera del disco: oscura e sognante. L'immagine del lungo ponte che porta al castello indiano potrebbe stare benissimo su un disco black metal di fine '90. L'iconografia che utilizzano, teschi e scheletri, fin dal primo album si discosta di molto dal rap, non senza un certo compiacimento.
Ma veniamo alla musica. Il grande Muggerud, a mio giudizio tra i migliori produttori di basi esistente, fa un lavoro ineccepibile, ispirato e completo: ogni canzone ha una sua struttura definita e una personalità sicura, con il drumming vario e ben cadenzato e con le linee di basso che accompagnano creando un azzeccato contrasto con la voce stridente del grande B - Real. Ma è l'inserimento di campionamenti di suoni elettronici presi da strumenti inesistenti a dare un tocco di originalità e a completare la personalità della produzione. L'effetto quasi da colonna sonora di film horror che ne viene fuori, e la sensazione di percepire qualcosa di misterioso, criptico e distante che prova l'ascoltatore, è assolutamente ineguagliata: nell' Hip Hop, si intende.
Ecco, i Cypress Hill sono uno di quei gruppi che per apprezzarli al meglio andrebbero ascoltati in macchina, coi finestrini abbassati e un subwoofer da 200W, magari davanti al bar dove si danno tutti appuntamento il sabato sera, per fare impallidire quelli che di musica conoscono solo quella che mettono nei locali squallidi che frequentano, senza ovviamente conoscerne i titoli. Ad esempio le mie casse non reggono "Insane In The Brain" e quindi non la metto mai in macchina.
Le canzoni sono tutte belle, l'album scorre che è una meraviglia per tutti i 55 minuti, alternando brani veloci come la "famosa" "Throw Your Set In The Air", "Make A Move", "Locotes" a brani più lenti e cadenzati, più "stoned" nel senso di "fumati", ideali per accompagnare una serata cannabinoide tra amici, quali "Stoned Raiders", "Illusions" e "Strictly Hip-Hop". Alcuni brani sono assolutamente folli e sperimentali; brani come "Boom Biddy Bye Bye" (di cui segnalo la fantastica e diversissima versione insieme ai Fugees, sul successivo disco) o "Funky Freakers", lentissimi e più allucinati del solito, non sono affatto di disturbo, anzi aumentano paradossalmente la coesione della proposta musicale.
I testi, scritti e cantati con flow ineccepibile da B-Real, il rapper cubano dalla voce inimitabile, parlano prevalntemente di canne, di fattanza e di storie da strada, ma in modo sicuramente più colto e ricercato di uno Snoop Doggy Dog (parlo di quello di 10 anni fa, ora non so proprio cosa faccia). Da segnalare il brano "Killa Hill Niggas", con il featuring di U-God e RZA del Wu-Tang Clan, quasi a ricordarci che dopotutto i CH fanno rap, e lo fanno duettando a testa alta con i migliori sulla scena del momento.
Per quanto riguarda l'importanza storica, questo disco e "Enter The Wu-Tang" hanno cambiato la storia del rap, ponendo la produzione di basi musicali in una posizione più centrale di quanto non lo fosse in passato. Decretandone 5 anni dopo il successo commerciale, grazie a basi sempre più catchy e orecchiabili, e la rovina musicale e spirituale, che tutti noi possiamo ascoltare per radio e vedere in televisione. Sia i Cypress Hill che il Wu-Tang sono rimasti fuori da tutto ciò. Possiamo esser certi che le ragazze che amano strusciarsi al ritmo dell'ultimo singolo, ignorano sia i primi che i secondi.
In conclusione, l'ascolto è obbligatorio per tutti quelli che amano la buona musica: in particolare quella genuina e scevra da influenze discografico-commerciali, che oltre a far fare tanti soldi, avvelena l'anima vera della musica.
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