Se vivessimo in un mondo ideale, non ci sarebbe di certo la fame nel mondo, non ci sarebbero più guerre e (soprattutto) si festeggerebbe la giornata mondiale in onore di David Bowie, il più grande artista camaleonte che mai abbia calcato le scene e i palcoscenici rock.

Ho una stima così alta di Bowie che non riesco a non pensare ad altri che a lui durante tutta la giornata. Avevo anche una fidanzata un tempo (conosciuta nel fanclub di Bowie e che si credeva la più grande fan bowiana) che però si è presto stufata di uno che parla di Bowie anche quando è in bagno o al cinema. In più lei era (ed é) grande tifosa interista e non gradiva tanto che anche durante le partite di Champions League alla tv la stressassi così tanto sempre con Bowie di qua e Bowie di là. E' degna di essere chiamata "fan di Bowie" una così? Ditemelo, voglio saperlo. Che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, è più probabile che Bowie (quanto mi piace questo nome) sforni un'altra trilogia berlinese con Eno piuttosto che l'Inter vinca una Champions. Ma tant'è...

Scusate se poi ora apro un'altra parentesi, ma quando parlo di Bowie mi emoziono tantissimo e vorrei parlarne ore ed ore. Mi piacerebbe trovare qualche buon amico che davvero ami Bowie come me. Io ad esempio guardo spesso il concerto d'addio di Ziggy Stardust e mi scendono le lacrime agli occhi. E' il mio personale Pretty Woman. Un classico evergreen che continua a emozionarmi ad ogni visione.

Ammetto che forse sarò un tantino noioso per qualcuno. Però mi chiedo: di cosa si può forse parlare in una serata tra amici se non di Bowie? O magari, per non essere tanto monotoni, si potrebbe discutere sull'influenza di Bowie su personaggi come Iggy Pop o Lou Reed. Io ho larghe vedute, ma evidentemente i cosiddetti "amici" non la pensano allo stesso modo.

Io sono un sognatore: sogno una discoteca dove le ragazze si fanno rimorchiare "acchiappandole" con qualche aneddoto sul Duca Bianco o sul lavoro di produzione di Tony Visconti. Ma il mondo d'oggi, materialista, non è fatto per i sognatori.

Questo comunque sarebbe il mio mondo ideale. E invece sono solo. Nessun amico, nessuna ragazza. Mi è rimasto solo Bowie. Eppure son felice. E ne vado fiero.

Dovrei anche scrivere qualcosa su "Station To Station", ma è logico che non c'è tanto da scrivere: è un capolavoro, e lo sanno anche i sordi. Scrivo giusto un aneddoto sull'album: nasce in California, dove il buon Bowie era talmente cotto di droghe (leggasi cocaina), e tutt'ora dichiara di non ricordare quasi nulla delle sessions del disco.

Questa è la mia prima recensione. Spero di essere stato abbastanza obiettivo.

Viva Bowie e viva Ziggy! (Ti adoro, David)

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