Basta sentire la traccia numero quattro per innamorarsi di questo disco: Free Ass O-C-8 potrebbe essere un James Brown che alla coca ha preferito un’overdose di morfina oppure una dub version di un pezzo dei Parliament del caro George Clinton. "David Holmes presents The Free Association" esce tre anni fa e Rumore lo elegge immediatamente disco del mese per il dicembre 2002. E ci sta tutto perché il caro giramanopole Holmes irlandese di Belfast è riuscito in pieno dove tanti altri hanno fallito: ha ricreato un meraviglioso black sound che naviga tra atmosfere da club fumoso attitudine house schizofrenia kraut-rock e colonne sonore da blaxplotation (e non è un caso parlare di soundtrack per un dj/producer che ha lavorato e lavora per Sodebergh e Clooney).

L’ iniziale "Don’t Rhyme" no mo è un vero funk rap tra Gil Scott-Heron e il Wu-Tang Clan. Wooden heart è soul futurista e sghembo come se si fossero trovati a collaborare Billie Holyday e Luigi Russolo. "Everybody Knows" è il singolone vocale ansiogeno ma ballabile che Dj Shadow non riesce a trovare. Le baggage e La dolce vita sono i più bei trip-hop malvagi ed inquieti che si siano sentiti in giro dall’ uscita di Protection dei Massive Attack e vanno a parare proprio lì dove vorrebbe riuscire Dizze Rascal. E come non parlare del meraviglioso grasso swing di "Sugarman"? Un meraviglioso refrain di fiati che quasi mi commuove una voce caldissima un tappeto di archi straelegante e a metà pezzo un intervento noise che neanche se fossero capitati in studio gli Einsturzende Neubauten...

Questo è un vero disco black! Un disco che sa di gin di pastosi giri di basso di notti sudate a ballare di hashish di sesso... È un disco come non se ne sentivano da tempo e allo stesso tempo un disco modernissimo. Questo è un disco che è un peccato non comprare.

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