“Ci sono momenti in questo album che non ho mai sentito nella storia della musica rock”; e come non essere d’accordo con questa frase di un giornalista della rivista musicale Kerrang? Made In Japan: uno fra i migliori live album della storia, se non proprio il migliore.

Le canzoni di questo doppio capolavoro sono tratte da tre serate esplosive registrate nell'agosto del 1972 in Giappone, più precisamente due a Tokyo ed una ad Osaka. A partire dal 1970, i Deep Purple avevano registrato tre fra i migliori lavori in ambito rock (In Rock, Fireball e Machine Head) ed usarono le canzoni contenute in questi tre album per realizzare il futuro Made In Japan.

I brani sono quasi sempre riarrangiati e rielaborati, zeppi di stupefacenti improvvisazioni, nelle quali i Deep Purple erano maestri: i controtempi di Paice, l’eccezionale lavoro di copertura di Lord e Glover e, soprattutto, i leggendari duelli fra la chitarra di Blackmore e l’ugola di Gillan fanno ormai parte degli annali della musica hard rock.

Praticamente, Made In Japan è un continuo susseguirsi di perle di assoluta bellezza ed aggressività: dalla tiratissima e veloce “Highway Star” con due fantastici assoli di hammond e chitarra, si passa al classico senza tempo “Child In Time”, graziata dalla voce piena di espressività di Ian Gillan. Il live continua con la immortale “Smoke On The Water”, qui nella sua versione migliore, “The Mule” caratterizzata dal terremotate assolo di batteria del grande Paice e “Strange Kind Of Woman” con il già citato duello chitarra-voce: Gillan riproduce i riffs di Blackmore in modo pressochè identico in una sorta di sfida artistica che terminerà in parità assoluta. Made In Japan si conclude con due altre perle: “Lazy” e “Space Truckin’”, 19 minuti di carica, energia, folli improvvisazioni eseguite dagli allucinanti effetti dell’organo hammond di Jon Lord.
Da notare che nell'edizione remaster è presente un secondo CD contenente tre encore che non fanno altro che confermare un successo già sancito dall'inizio dell'ascolto: una ottima “Black Night” (singolo di In Rock), una cattivissima e velocissima “Speed King” (con tanto di guitar smashing) ed il classico di Litle Richard, “Lucile”.

Cosa aggiungere ancora? Assolutamente nulla; dire che Made In Japan è un grande album rock è assolutamente restrittivo: Made In Japan è il rock, nulla di più. Punto.

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