Ho avuto modo, per ragioni che non sto a spiegarvi, di ascoltare in anteprima il nuovo album dei Depeche Mode dal titolo "Sounds Of The Universe" (versione assolutamente ufficiale e non pescata in qualche torrente).

Dopo il precedente "Playng The Angel" che a parer mio, e non solo mio, è stato uno degli album più belli degli ultimi 10 anni ero decisamente titubante su cosa aspettarmi da questo nuovo lavoro. Alla fine dei numerosi ascolti che ho avuto cura di fare prima di esprimermi definitivamente traggo una conclusione sintetica sull'album ma soprattutto sui Depeche Mode: Clonateli!

Dopo più di trent'anni di carriera e successi questi tre ricchi signori di mezz'età ci regalano un altro album fantastico e ancora una volta sorprendentemente innovativo nei suoni e nella realizzazione. In tutto l'album traspare una cura dei dettagli sorprendente ed una ricerca stilistica che sottolinea una raffinatezza ed una esperienza fuori dal comune. Tutto il disco è impreziosito da suoni elettronici dal gusto quasi vintage. Mi hanno richiamato alla mente certi film di fantascenza degli anni '70 o più banalmente i capolavori di Kubrick "2001 Odissea nello spazio" per l'atmosfera glaciale e immobile del "film di fantascienza perfetto" o il Ludovico van di in versione elettronica di "Arancia Meccanica", ma devo necessariamente citare anche le suggestioni elettroniche dei Kraftwerk con tutto quello che ne è derivato dagli anni '70 in poi. Questo soltanto per dare un'idea superficiale senza voler approfondire ogni singola sfumatura di cui il disco è ricchissimo. Tutto ciò inoltre non è buttato lì a caso, come gentile omaggio, ma costruito con una sapienza ed una eleganza che lasciano davvero esterrefatti.

13 canzoni in tutto. L'inizio è strepitoso, il brano di apertura "In Chains" probabilmente diventerà uno dei classici di sempre dei DM, con la sua melodia struggente e alienante, subito dopo si cade nel vortice di "Hole To Feed" che trascina con se tutto quello che incontra fino ad arrivare a "Wrong", il singolo, che forse non brilla per originalità ma ha un tiro clamoroso e risulta comunque del tutto convincente. Ma il pugno nello stomaco arriva con il quarto brano "Fragile Tension" brano strepitoso con una strofa strepitosa ed un ritornello delirante e distorto come. Il resto dell'album alterna momenti di bellezza assoluta a lievi cali. Straordinarie "In Simpathy", "Come Back", "Miles Away" davvero fantastica, ed il brano conclusivo "Corrupt" che è proprio il paradigma della musica dei DM. Un gradino sotto, a mio giudizio, "Little Soul" e "Jezebel" che mi hanno lasciato decisamente più freddo come anche "Peace" e "Perfect" belle canzoni si, ma non indimenticabili. Citazione finale per "Spacewalking" piccola gemma strumentale di poco meno di due minuti che racchiude in se tutto il senso dell'album e delle citazioni che ho fatto nella premessa.

Riassumendo nove canzoni di un altro pianeta e quattro normali. Tirate voi le conclusioni. Che Dio ci conservi questi ragazzi il più a lungo possibile.

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