Dopo l'esordio più che positivo nel 2016 con primo LP eponimo, il trio composto dal capitano Thalia Zedek (Come, Uzi, Live Skull) e Jason Sidney Sanford (Neptune) e Gavin McCarthy (Karate) si riconferma in una forma strabiliante e come una delle realtà musicali più solide nel panorama rock internazionale. A Band Called E oppure semplicemente E è praticamente la conferma che se dentro di te hai una indole ribelle, prepotente, quel cuore coraggioso e ricolmo di sano furore combattivo, allora l'età non conta e neppure va considerato quello che si potrebbe definire una specie di calo di ispirazione oppure un certo logorio dovuto agli anni che passano.

Parliamo chiaramente di nomi importanti, in particolare si può dire che Thalia Zedek e Gavin McCarthy con i Karate abbiano scritto alcune delle pagine più importanti del rock alternative degli anni novanta (e successivi), ma questo progetto qui si conferma lungi dall'essere stato una specie di "improvvisazione", un pensiero che potrebbe essere stato dettato dalla continua attività in altri progetti dei tre musicisti in questione e in particolare della inarrestabile Thalia Zedek, che sembra non sentire affatto il peso degli anni e continuare a sfoderare dischi sempre più belli uno dopo l'altro, e che invece qui diviene sistematico, regola e la conferma che ci troviamo davanti a un gruppo vero e proprio e che peraltro all'indomani della pubblicazione lo scorso 25 maggio su Thrill Jockey (ovviamente) di "Negative Work" si appresta a girare l'Europa in tour. Per l'occcasione saranno previste anche un bel po' di date in Italia (Caorle, Milanao, Bologna, Avellino, Firenze, Ravenna, Alessandria), paese che alla Zedek in particolare negli ultimi anni sta dando il giusto riconoscimento e il meritato seguito, probabilmente anche dandole in qualche modo un ruolo e una definizione che nel suo caso non sarebbe "unica", ma comunque significativa e come testimone di una certa scena alternative USA degli anni novanta (quella lì definita come "grunge") che in Italia come nel resto del mondo ebbe un seguito considerevole e prolungato negli anni e toccando più di una generazione.

"A Negative Work" è stato anticipato da un paio di pezzi belli tosti come la sanguinosa "Untie Me" e la opening-track dell'album "Pennies" ed è stato registrato e mixato in soli quattro giorni a Providence, Rhode Island, USA presso i Machine With Magnets (Battles, Lightning Bolt) da un paio di producer cazzuti nel giro della mitica label fondata da Bettina Richards nel 1992 come Seth Manchester e Keith Souza. Evidentemente non ne servivano di più a musicisti così scafati per mettere a termine un disco che ha la pretesa di suonare come se fosse eseguito dal vivo ed ha contenuti che chiaramente non sono mai banali ma perfettamente centrati sul contesto sociale e politico degli US contemporanei espressi nel furore di ballate rock come la già citata "Pennies" e i ritmi avvolgenti di "The Projectionist", il groove dei bassi e della sezione di batteria di "Hollow" e contornato in ogni caso da quelle sferragliate noise e elettriche tipiche e thrilling ossessivo come quelli di "Poison", l'hardcore massivo di "Down She Goes", il suono monolitico di "One In Two" e quell'attitudine June Of '44 della criptica "Cannibal Chatroom". Il risultato finale è chiaramente molto positivo e devo dire che questo mi sembrava quasi scontato, però non è neppure una regola che se sei sulle scene da molti anni tu abbia la capacità di mantenere lo stesso smalto e quella stessa indole di quelli che qualcuno definirebbe come gli anni d'oro. Anzi.

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