La storia d'amore tra la stella della televisione USA Mary Hart e Mohammed Khashoggi, figlio di un trafficante d'armi saudita implicato nello scandalo Iran-Contra, rimase impressa così tanto nella mente del giovane Efrim Manuel Menuck (Godspeed You! Black Emperor, Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra) che oggi questo stesso contenuto viene da lui usato in maniera simbolica nella lotta contro la permanenza in maniera indelebile nel pensiero di determinate immagini che possono così divenire ossessioni e restringere la libertà dell'individuo.

Gli ultimi due anni di Efrim Manuel Menuck sono stati un periodo difficile e in cui ha dovuto lottare contro un profondo stato di depressione e quello che si può definire come sovraccarico da iperstress. A differenza che le precedenti esperienze maturate nel genere post-rock, che del resto ho sempre considerato più una specie di posa che un genere musicale (quale definizione del resto per il termine coniato da Simon Reynolds) nel suo secondo disco solista intitolato "Pissing Stars" (Constellation), Menuck mette finalmente al centro delle sue composizioni la sua voce e i suoi testi. Si tratta di una scrittura dai toni sofferti, quasi religiosa se combinata poi con le sonorità dell'album che si dipanano per lo più in lunghe e profonde oscure sessioni ambient sintetiche cariche di suggestioni e quel maelstrom distorto che costituisce il marchio di fabbrica dell'autore e che qui diviene ossessivo e drone e inframezzato da piogge di cristalli ("The State and Its Love and Genoicide"). Sessioni minimaliste solo strumentali ("The Lion-Daggers of Calais", "Kills v. Lies", "Hart Kashoggi", lo juggernaut di "The Beauty of Children and the War against the Poor") si alternano a momenti di intensa drammaticità come "Black Flags Ov Thee Holy Sonne" oppure la stessa title-track, la sacralità di "LxOxVx / Shelter In Place". Fa eccezione "A Lamb In the Land of Payday Loans", una specie di ballads elettrica e che costituisce il momento più facile dell'intero disco.

Menuck sembrerebbe contraddittorio. Da una parte egli presenta il disco nella sua crudezza e per quella che è la sua difficile esperienza personale; dall'altra si attacca a contenuti di natura politica (Donald Trump, il riscaldamento globale), evidentemente pretestuosi, così come a storie lontane come la relazione tra Mary Hart e Khashoggi oppure la testimonianza vocale di Sandra Collins Good, la personalità più "religiosa" e devota della Manson Family. La sua richiesta d'amore è del resto qualche cosa di inaccettabile per la società in cui viviamo e quindi filtrata attraverso la presentazione di storie d'amore vergognose oppure maledette secondo degli schemi comunque classici nella tradizione della musica rock e che possono evidentemente essere interpretrati solo entrando veramente in comunione con l'artista.

Carico i commenti... con calma