Voto:
Acerbo e scarno. Ma fa già capire di che pasta è fatto.
Voto:
Album della rinascita, ma non il migliore della sua nuova vena artistica. Title track capolavoro, meritano dignitosa menzione pure "Tema del soldato eterno e degli aironi", "Tommy" e "Piccolo pisello", simpatico il pezzo con Nuti. Per il resto noto vuoti musicali, effetti elettronici da smaltire e alcuni testi non all'altezza, che compongono una macedonia di brani carenti d'anima e incapaci di decollare. Il tutto aspettando l'eccellente "Blumun" di lì a un paio d'anni..
Voto:
Voto rece
Voto:
Il primo vero picco artistico di Vecchioni. Si inizia a palpare realmente l'introspezione del personaggio. Rispetto a "Il re non si diverte" è un passo, anzi un salto da gigante. Un pò inutile e grottesca "Tutta la vita in un giorno" che francamente mi è di difficile interpretazione, ma che non determina nessun calo di voto.
Voto:
Disco di difficile reperibilità e travolto da una sfiga totale. Della copertina del grande PAZ ne esistono due versioni. La prima e più rara (visibile a lato della rece e che conservo gelosamente anch'io), mostra un Vecchioni nudo che causa la censura e il ritiro dai negozi. L'LP viene immediatamente rimpiazzato dalla seconda versione, che in copertina ha praticamente l'interno copertina della prima versione censurata e cioè un volto di donna con i capelli lunghissimi rassomiglianti a delle onde marine, nei quali Roberto naviga in una piccola barchetta, il tutto su sfondo bianco panna. Ovviamente Vecchioni nudo diventa l'interno copertina di questa nuova versione. Poi addirittura c'è il fattaccio dei master distrutti... Tirate le somme.
Per quanto riguarda la mia valutazione sull'album, si nota ampiamente la sterzata rock nelle energiche "Montecristo", "La strega" e "L'anno che è venuto" che si alterna perfettamente allo stile ballad di "Canzone da lontano" e "La città senza donne" o alla lunga e ritmata "Ciondolo". Nel complesso, un'ennesimo azzeccato lavoro
Voto:
Un pò di puttanaio Vecchioni e co. qui lo han fatto tra arrangiamenti e copertina (la più brutta e inefficace di tutte). Si stravolgono malamente tutti i canoni maturati in 15 anni. Si salvano solo "Sogni d'oro", "Indiscreto" e il sarcastico testo di "Ippopotami". Rece fatta col cuore, che tenta di salvare il disco, ma il 5 è fuori luogo.
Voto:
Qualche 4 alla rece??? Daaaiii, su non fate i timidi, almeno per l'incoraggiamento. E' la seconda che scrivo. Ho visto dare 4 e 5 per molto peggio. Mica è facile creare un anima a dischi un pò sottotono... Poi giuro, per un pò basta Vecchioni.
Voto:
Esordio pimpante, Roberto qui da già l'idea di ciò che cocciutamente ha intenzione di dire. A distanza di 4 decenni gli arrangiamenti suonano ormai palesemente obsoleti, ma per l'epoca è stato un buon lavoro (eseguito a tempo record). Disco ancora piacevole da ascoltare. Meritano a pieno titolo la track omonima, "Io non devo andare in via Ferrante Aporti", "Lui se n'è andato" e ovviamente "Luci a San Siro".
Voto:
Epocale. "L'ultimo possibile capolavoro" (come cita un brano nel successivo "Calabuig").
Voto:
Disco coraggioso, Vecchioni inizia a lasciarsi dietro, quella snervante voce tremolante che contraddistingueva alcuni pezzi nei primi tre album. Non è un disco che mi fa impazzire, ma alcune chicce sono da osannare. Prime fra tutte "Ninna nanna" e "Sabato stelle".
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