Voto:
Oh, Signur! Vado a bermi un silos di Stock 84. Forse da ubriaco riesco ad ascoltarlo senza accorgemene.
Voto:
Le leggi della fisica vengono stravolte e ho un brivido lungo la schiena. E' la diarrea che sale.
Voto:
Rettifico il voto della rece. Sono stato precipitoso! 5 per il sarcasmo.
Voto:
Uno degli artefici del crollo cultural-musicale nel nostro Paese!
Voto:
Ho LP in bacheca. L'unica cosa che mi sono sempre chiesto è, perché in quel lontano 1979 non hanno azzardardato un doppio di almeno 16-18 canzoni. Avevano il curriculum per farlo, la loro discografia era già costellata di grandi successi, oltre a quelli già presenti ovviamente... Rimmel, L'anno che verrà, Com'è profondo il mare, Generale, Anna e Marco... Peccato davvero.
Voto:
Anch'io lo reputo il migliore dei tre. Obiettivamente darei un 4,5 ma il mezzo in più non mi vergogno a darlo, anche per la minuziosa trasposizione in studio di un intelligente lavoro teatrale. Neppure il grande Gaber lo ha mai fatto. Ottime sonorità che iniziano a delineare il percorso musicale dei prossimi 7-8 anni della sua produzione. "Nuvolari" e "Mille miglia" da antologia.
Voto:
L'album musicalmente sprigiona tutta l'energia degli ultimi anni '70. E' quello che preferisco dopo "Com'è profondo il mare." Credo sia restato in classifica per circa due anni; lo era ancora quando uscì il successivo "Dalla" nell'autunno '80, tenendo conto che vide luce agli inizi del '79. Eccezionale! Vorrei ricordare che il brano "Cosa sarà", De Gregori (che reputo un altro gigante) l'ha solo interpretato, perché il testo è di Dalla e le musiche di Ron e affermare che solo quel brano fa salire la quotazione di un lavoro così straordinario è una grande mancanza di obiettività.
Ma leggendo opinioni su altri album dell'integralista in questione, credo darebbe 5 a un album di De Gregori fatto di soli rutti.
Voto:
Il capostipite del geniale trittico con Roversi. Album crepuscolare, riflessivo e per questo poco scurrile. Quando lo ascolto mi immagino nebbiose periferie industriali, contorniate da incolti paesaggi agresti in tardo autunno. Musicalmente un Dalla ambizioso e sperimentatore che offre un prodotto più curato dei precedenti. Bella rece, a me è piaciuta parecchio, ma rischia in alcuni passaggi di essere poco accessibile all'italianoide medio, uditore della martellante mediocrità che passa il convento delle radio e che vorrebbe tentare di avvicinarsi all'album. Il proselitismo di questi piccoli gioielli d'autore, andrebbe fatto con un linguaggio un pò più semplice.
Voto:
40 anni di De André pensiero sono racchiusi qui, come in una alchimia che mescola la sua intera discografia e la dipana attraverso questi 9 pregiatissimi diamanti. C'è il disagio sociale, c'è l'orgoglio dell'identità, c'è la mesta solitudine, ci sono la sua Genova e il mare, c'è l'amore come concetto universale e c'è il perpetuo e utopico desiderio di speranza. Per quanto riguarda la sezione musicale è un disco completo ed esauriente e il conterraneo Fossati offre un presigioso contributo, in cui anche qui tutto si amalgama straordinariamente per donarci l'ultimo capolavoro. "Anime Salve" per un assurdità del caso, è a detta di molti il suo testamento, dato che spirerà da lì a un paio anni.
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