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@easycure: Boh, io non capisco come uno che fa la parodia di un genere, e quindi fa quel genere, ne possa essere distaccato. Ma probabilmente è un mio limite. Sull'espressività della musica di Zappa direi di chiuderla qui, anche perchè parlare di espressività di un brano o di un altro (non di struttura, di influenze ecc...) a distanza, senza averlo sotto mano è un po' complicato. Ciao
Voto:
Comunque sono d'accordo sulle bellissime gags di Sherlock Jr. e The Cameraman. Ma devi tenere presente che il cinema negli anni venti era un arte giovane. La gente si meravigliava di fronte allo schermo. E per continuare a meravigliare il pubblico, si sperimentava molto. Buster era interessato alla "macchina" del cinema esattamente come si interessava di qualsiasi macchina. Ma non per farci sopra dei ragionamenti, bensì per trarne delle gag visive o per sfruttarla nella trama. Certo noi oggi possiamo fare mille ragionamenti filosofici sul modo di dirigere e di riprendere di Buster Keaton. Ma per lui tutto era mirato alla realizzazione di gags e nient'altro. Sai che cosa Buster capì di "Film" (questo si, un concentrato di filosofia applicata al cinema) di Beckett? Non capì un tubo.:-)
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Anche sull'inadattamento sociale: sai come Buster spiegava la differenza fra il suo personaggio e quello di Chaplin? Mettendo i due personaggi nella stessa situazione e notandone le differenze di comportamento. Allora: Chaplin è davanti a un negozio di scarpe. Ne vuole un paio ma non ha manco un soldo. Da allora in avanti si industrierà per rubarle. Ora prendi Buster. E' davanti allo stesso negozio di scarpe, ne vuole anche lui un paio ma non ha manco un soldo. Da quel momento in avanti lavorerà per comprarsele. Buster cerca costantemente di adeguarsi alle regole sociali e persegue il riconoscimento dei propri meriti. In parole povere Buster cerca di realizzare il sogno americano. Partire dal niente ed imporsi. E ci riesce pure. Dove la vedi la critica alle norme della realtà quotidiana? Ecco forse l'unica critica che Buster pone è una smitizzazione del suddetto sogno. Come nel finale di The Cameraman quando crede che la folla stia festeggiando lui, mentre in realtà sta festeggiando Lindbergh appena tornato dalla trasvolata dell'atlantico in solitario. Anche qui, oltre non vado.:-)
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@godbowl: "Per Keaton ogni film costituiva un nuovo e diverso rapporto con una nuova diversa realtà" >> Non sono affatto d'accordo. Prendi "The Three ages". Buster racconta la stessa storia ambientata in tre diverse epoche storiche (preistoria, impero romano, epoca contemporanea). Il rapporto di Buster con realtà diverse è sempre lo stesso... "Questa distanza gli consente di non essere travolto dal quotidiano" >> Non sono assolutamente d'accordo. Buster è continuamente travolto dal quotidiano. Prendi "Seven Chances". La scena delle cento donne in chiesa con l'abito da sposa e il successivo inseguimento. Oppure la scena della tormenta in Steamboat Bill Jr. Come si fa a dire che non è travolto da ciò che gli accade attorno? E come si può dire che Buster è semplicemente un osservatore?? Un osservatore se ne sta in un cantuccio, non al centro della scena, esposto al turbine degli eventi. Rondolino sarà un bravo storico, ma non è detto che abbia sempre ragione.:-)
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DavejonGilmour, ma non eri un intenditore?:-)
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Insomma aumenta il romanticismo e si riduce l'aspetto "stralunato" del personaggio. In questo senso "cameraman" è il meno keatoniano fra i film di Keaton, e tieni presente che con "film di Keaton" intendo quelli che ha scritto, diretto e interpretato, non quelli che poi ha solo interpretato, compreso "film" di Samuel Beckett. Ma anche in The Cameraman, francamente la filosofia io non la vedo. Vedo sicuramente un meraviglioso gioco metafilmico (la scimmietta che riprende Buster mentre salva Marceline Day) per altro non fine a sé stesso ma usato per risolvere la trama. Poi ci sono delle bellissime gag, come la scena dello spogliatoio in piscina e le solite meravigliose scene di folla (la battaglia dei Dong). Oltre non vado. Se cali ciò che hai detto più sopra nella dimensione del film, citandomi qualche scena, magari continuiamo questa piacevole conversazione capendoci meglio:-)
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Hai ragione God, ti devo una spiegazione più dettagliata. Comunque ci hai quasi preso:-) Keaton intorno al 1928 fa il più grosso errore della sua vita. Vende i suoi studios e si mette alle dipendenze della MGM. Prima la MGM distribuiva solo i suoi film che rimanevano totalmente nelle sue mani nella fase creativa e realizzativa. Poi la MGM gli metterà addosso un sacco di scrittori di sceneggiature che gli renderanno la vita un inferno. "The Cameraman" è il primo film che risente di questa situazione e Buster è riuscito a portarlo a termine senza sprofondare nell'esaurimento nervoso solo per un pelo. Poi la cosa da "Spite marriage" diventerà sempre più pesante riducendolo all'alcolismo. Buster arriverà al punto di non fidarsi più delle proprie idee... E a bere una bottiglia di Whisky al giorno. Già in Cameraman, che è decisamente un gran film, si notano delle diversità nell'approccio alla storia. Per esempio è molto più presente e molto più approfondito il personaggio femminile; rispetto ai film precedenti si insiste di più sulle scene di corteggiamento e qualche inquadratura mi pare addirittura melensa. Per esempio su due piedi mi ricordo un primissimo piano degli occhioni di Buster che fissano la sua bella. Una roba del genere non credo che l'avrebbe fatta se avesse potuto evitarla. E se in precedenza l'avesse fatta, avrebbe attenuato il pathos con qualche gag. (vedi il finale di "seven chances")
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Noia? La cover dei Sabbath meno interessante? Ma scherzi? E comunque non "Underworld love" ma "Underwater love".
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OOOOOH, finalmente un fan degli Shivaree su Debaser. Grazie per essere apparso, Naerior.:-)
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