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@Godbowl: The cameramen è il film meno keatoniano di Keaton.:-) Ti prego, leggi "memorie a rotta di collo" (feltrinelli) è una lettura avvincente.:-) @Pretazzo: Ci mettiamo insieme?.:-) @easycure:
"La parodia ha infatti un diciamo per comodità "genere" di riferimento" >> E' qui che sbagli. La parodia di un genere "fa" quel genere, con atteggiamento a volte dissacrante a volte no. Per esempio, il disco di Zappa "Cruising with Ruben and the Jets" è un album di canzoni doo wop, ma è anche una parodia. Oh, il fatto che sia una parodia lo mette al di sopra del Doo wop? Non mi pare proprio. Lo ascolti e dici: Ecco delle simpatiche canzoni Doo Wop.;-) Poi se dici che la musica di Zappa manca di espressività, non fai un affermazione a livello personale che può essere ricondotta al vecchio "Non mi piace", sul quale non oserei certo discutere (all'inizio del mio primo intervento ho premesso il De Gustibus). Dici una cosa "pesante" e con una pretesa di verità oggettiva. L'espressività non è un semplice orpello, è una dote essenziale per la buona musica. Senza quella mettersi al piano o alla chitarra non significa suonare, ma fare ginnastica per le dita. L'espressività è quella cosa che divide un buon musicista da uno mediocre. Se concedi a Zappa una certa grandezza autoriale, dovresti anche riconoscere l'espressività della sua musica. E se non gliela riconosci, va da sè, Zappa si trasforma in un mediocre assemblatore di note. Prendi "Strictly Genteel" che ha un incedere quasi da inno celebrativo o "Peaches en regalia" brano formalmente perfetto senza le lunghe digressioni strumentali zappiane, quasi cantabile e senza citazioni o parodie. Questi e molti altri brani di Zappa sono straordinariamente espressivi e per giunta originali.
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"Quindi, sicuramente la satira per praticarla ha bisogno di spirito di osservazione...", Meglio: "Quindi sicuramente per praticare la satira c'è bisogno di spirito di osservazione..."
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Buster nei suoi film, si comporta secondo le leggi della realtà in cui è inserito senza applicarvi alcuna sovrastruttura psicologica, filosofica o intellettualistica. Non a caso Buster è stato il più grande inventore di gags meccaniche (vedi l'inseguimento dei due treni in "The General"). Quindi, sicuramente la satira per praticarla ha bisogno di spirito di osservazione, ma ciò non significa essere distaccati (come fai a essere distaccato se sei un "uomo massa"?). Per tornare a Zappa, puoi definire la sua musica come ti pare, ma anche qui, quello che non mi piace è la considerazione di Zappa come "intellettuale". Sicuramente era colto, sicuramente era intelligente, ma sicuramente odiava la spocchia accademica a cui il gioco citazionista, spesso e volentieri conduce e a cui, mi pareva, pure i vostri discorsi lo volessero relegare. Ciao.
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Caro Godbowl, il tuo commento mi piace un casino: io sono un fanatico di Buster Keaton, l'ho anche portato su debaser recensendo i dischi di Bill Frisell con le colonne sonore scritte per alcuni suoi film. Ma permettimi di dire che lo citi a sproposito. Buster era sicuramente dotato di spirito di osservazione, ma la mancanza di espressività del suo volto non è dovuta all'applicazione di qualche concetto filosofico, o al volersi ergere a giudice della realtà circostante oppure al volersene distaccare. Queste cose gli sono totalmente estranee. Buster era una persona semplice a cui piacevano le cose semplici e pratiche. Se hai letto la sua bellissima autobiografia, sai che quand'era molto piccolo, recitava con suo padre nel vaudeville. Papà Keaton usava lanciare il piccolo Buster da una parte all'altra del palco. Quando Buster cadeva, se si metteva a piangere, strillare o al limite a ridere, la gente rideva poco. Se rimaneva impassibile, la gente rideva molto di più. A questa esperienza sul campo si deve la sua "Inespressività". Ma se traduci tutto ciò in freddezza e distacco commetti un errore. Ricordo di aver letto in un libro, un articolo di Moravia sulle differenze tra Keaton e Chaplin: Per Moravia, Buster è un "uomo massa": s'innamora, dopo varie peripezie si sposa, mette al mondo dei figli, si annoia terribilmente con una moglie inasprita e sei marmocchi che frignano continuamente e poi muore (vedi il finale di "College"). E ti pare questo il destino di un uomo freddo e distaccato?
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Nella tua risposta easycure sono due le cose che non mi convincono. Una è L'approccio ragionato alla musica che eliminerebbe l'empatia. Zappa era un compositore. Le composizioni le pensava, le ragionava, le scriveva e le suonava. Perchè dovrebbe risultare non empatico? Allora qualsiasi compositore classico e moderno dovrebbe risultare non empatico: qualsiasi compositore nelle sue composizioni mette stilemi noti a tutti ma ripensati secondo uno stile personale, serio o faceto che sia. E poi la satira riguarda i testi. Per le musiche ho parlato di parodia e, come ho già detto, chi fa parodie per una questione proprio "meccanica" non si astrae dal contesto musicale in cui opera, anzi vi si butta a pesce. Ma nemmeno per uno che fa satira le cose stanno così, perchè dici che chi fa satira è distaccato? Uno che ragiona sulla propria condizione privata o sociale o sulla condizione altrui, o sul potente di turno le cui decisioni hanno effetti su tutti, nessuno escluso, e ci fa sopra delle battute che fanno ridere anche perchè chi ride fondamentalmente le riconosce come vere, come puoi considerarlo distaccato?
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Poi Zappa avrà anche detto peste e corna del mondo del rock e del mondo orchestrale. Ma a tutte le persone argute capita di dire cose non totalmente condivisibili. Zappa era un prodotto della Los Angeles degli anni sessanta. Certo un prodotto più elaborato e fine che si celava dietro un apparente atteggiamento Freak. Ma ciò non toglie che a quella temperie culturale prese parte attivamente. Fare satira poi non significa essere "Sociologi" (per altro non so dove Frank abbia detto questo di sé stesso, anche se non nego che l'abbia detto). Fare satira significa ragionare su ciò che ti accade attorno rendendolo in una forma comica. Si fa ragionare e ridere allo stesso tempo. In tutto ciò mi pare che non ci sia niente di spocchioso... Che poi infine Frank abbia generato proseliti o no, non mi pare questo grande problema...
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Secondo me, fermo restando il de gustibus, state facendo un discorso sbagliato. Che vuol dire che Zappa faceva "metamusica" e non ricercava l'espressione del proprio IO? Quando sento un brano di Zappa per la prima volta, capisco che è suo, anche senza leggere le note di copertina. Il che significa che ha trasmesso alla sua opera non solo il suo "mestiere", che per altro imparò da solo, e le su conoscenze, ma che ci metteva molto del suo. Poi quando dite che Zappa è autoreferenziale, cadete in contraddizione se poi dite che faceva parodie e satire. Uno che è autoreferenziale fa riferimento solo e soltanto a sé stesso fregandosene altamente di ciò che lo circonda. E fare parodie non significa ergersi a giudice di ciò che altri producono. Significa estremizzare gli altrui modi di comporre fino a renderli comici. Così si prende in giro l'oggetto della parodia, ma, citandolo e rielaborandolo, si afferma anche un sostanziale rispetto per esso. A Zappa piaceva tutta la musica buona senza differenze di genere. Ascoltava Stravisnkij come le "stupid songs" ovvero la "surf music", il "Doo wop" ecc... E tutte queste influenze si ritrovano nella sua produzione.
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LEMME TAKE YOU TOOO THE BEEACCCH / LA LA LA LA LA LA LA LA LAAAAAAA...
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Bella recensione. Non ho questo disco ma ho "Noir" di Rava che contiene "Tango for Vasquez y Pepita" e "Theme for Jessica (Tatum)": bellissimo.
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E tu che ne pensi, Funghetta, è possibile che Fred abbia cantato Jeeg Robot?;-)
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