Voto:
Vedo che fra un tete a tete con Antonio Deste e l'altro (o durante i tete a tete?) scrivi delle ottime recensioni.:) Sentiti i samples. Mi son piaciuti. Folli sono folli ma, letta la tua descrizione, li pensavo ancor più folli. La copertina a me ricorda i vecchi floppy disk neri col buco in mezzo; Ciao
Voto:
Mah, mi sa che abbia ragione Zarathustra. L'omonimo e "Acquiring the taste" sono godibili (in particolare "funny ways" sul primo). In "Octopus" ci sono già pregevolissimi esercizi di stile come "Knots" e una canzone memorabile come "Think of me with kindness". Negli altri rimangono gli esercizi di stile ma viene meno il pregio.
Voto:
@stronko: il caldo mi da alla testa e mi fa leggere male i post. Fa come se non avessi detto niente.:)
Voto:
Non ho visto il film (l'ennesimo per altro), non ho sentito la musica... Ma voto Jane Austen. @Stronko: la presenza di un'orchestra da camera e di un pianista lascia presumere che non si tratti nè di Jazz, nè di blues,nè di Rock 'n roll.:)
Voto:
@Odradek: Sull'effetto della faccia di Keaton sul grande schermo hai perfettamente ragione. E il fatto che in "film" la sua faccia si veda solo nel finale (addirittura all'inizio ha il volto coperto) aumenta l'effetto. Ho raccontato come Buster di "Film" non capì un tubo anche perchè credo che ciò sia legato al suo modo di intendere il cinema. Anche nei suoi film si trova in situazioni totalmente assurde sulle quali non si interroga ma agisce. E pure fra i concetti filosofici di Beckett applicati al cinema, Buster ha rinunciato a pensare e si è limitato ad agire. Riuscendo a districarsi alla perfezione ovviamente. Mettici anche che spesso è accostato ai surrealisti. Cosa assolutamente sbagliata a mio modo di vedere. Buster è un personaggio popolare che non ha nessuna pretesa intellettuale. Sul "dire" di Buster si potrebbe aprire un altra annosa questione. Se cioè non sia stato capace di adeguarsi al sonoro. Ma Buster sapeva fare ridere in mille modi diversi riuscendo a sfruttare qualsiasi elemento della scena. Figuriamoci se non si sarebbe adeguato. Sai perfettamente come sono andate le cose, avendo letto le sue memorie... Ciao.
Voto:
Ciao Socrates: Conosco Johnathan Coe e il suo libro. Qui l'ho citato solo nei post perchè avevo già sfruttato la citazione nella recensione di un disco (Casablanca Moon / Desperate Straight) che un altro gruppo a sua volta citato nel libro, Henry Cow, ha fatto con gli Slapp Happy. Se gli dai una letta, mi fa piacere... Il disco per altro è molto bello. Hai letto anche "Circolo Chiuso" che è la seconda parte de "la banda dei brocchi"? Secondo me, con la seconda parte, Coe ha tirato un pò la trama per i capelli. Benjamin quarantenne timido e perenne artista mancato mi ha francamente sfinito... Però la storia dell'invio delle truppe in Irak è fenomenale. Se non l'hai letto vale la pena solo per quello. Ciao.
Voto:
Ah, vedo poi che hai notato l'errore nel titolo: quasi mi dispiace di chiedere la correzione ma per il rispetto che si deve al lavoro di Bill, mi sa che mi tocca.:)@Festwca: sono felice di averti regalato un sorriso e anche lusingato, ma mi dedichi troppe attenzioni. I dati numerici la prossima volta sentiti libero di ignorarli... Ciao ancora a tutti quanti.
Voto:
Ciao ciao. Pochi commentatori ma ottimi e pure abbondanti: @iside: nei miei ricordi di bambino le comiche le facevano la domenica mattina... Boh forse ricordo male... Erano i tempi in cui chiamavo Buster con la U. Tra l'altro in "Memorie a rotta di collo" Buster dice che tra i vari modi in cui veniva chiamato nelle varie parti del mondo (per esempio in Italia negli anni venti Saltarello, in francia Malec) gli piaceva particolarmente come lo chiamavano in Spagna:
"Pamplinas" che significa circa "un pò di niente". Bel nome, no?:) @Odradek: quando ho controllatto se i dischi di Frisell con le musiche dei film di Buster erano già stati recensiti, ho letto le recensioni degli altri dischi e di qualcosa ho preso nota. Ho anche letto il commento che hai copiato qui. Bene comunque hai fatto a copiarlo, così nella stessa pagina abbiamo la recensione dei dischi, il ricordo del concerto e anche l'accenno a un concerto simile di Stefano Bollani. Il film di Beckett si chiama proprio "Film", ma Beckett non vi recita. E' successivo alla pubblicazione di "Memorie..." ma c'è un libro del regista Alan Schneider pubblicato da Einaudi che ne parla diffusamente. Purtroppo non ricordo il titolo. Tra l'altro Alan fa un ritratto impietoso di un Keaton settantenne che viveva di ricordi, un pò come in "Viale del Tramonto". Ritratto che è decisamente diverso da come Buster si descrive nella sua autobiografia. Sempre stando a quanto dice Alan Schneider, ma anche a leggere alcune interviste del tempo che si trovano in rete, del "Film" di Beckett, Buster non capì un tubo. In effetti è piuttosto complesso. E' una specie di dimostrazione dell'impossibilità di sfuggire a sè stessi... Ma non dico altro perchè è difficile da spiegare e noioso da leggere.
Voto:
Mopaga, non sono i primi artisti che a prima vista mi paiono imbarazzanti (nella foto ne vedo solo uno ma non voglio sapere com'è l'altro;)) e che recensisci davvero bene. E puntualmente li fai apparire meno imbarazzanti di come sembrano. Dovrebbero assumerti come curatore d'immagine o che so io. Bravo!
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