Il feeling blues da una parte, e gli studi 'alti' dall'altra, sono stati il vero punto di forza che hanno permesso al Nostro di caratterizzare la sua scrittura originale.

 Un gigante che sapeva molto bene il fatto suo e che andrebbe (ri)coccolato meglio, sotto vari aspetti, nella storia del jazz.

La recensione evidenzia la forza compositiva e stilistica di Oliver Nelson nell'album Nocturne, un lavoro raccolto e raffinato registrato nel 1960. Pur meno noto come strumentista, Nelson mostra un lirismo al sax e una scrittura originale che preannunciano il suo capolavoro successivo, The Blues and the Abstract Truth. L'album si muove tra blues, ballad e hard bop con una atmosfera intima e pacata, valorizzata da collaborazioni di talento. Un disco sottovalutato ma essenziale per gli appassionati di jazz. Ascolta Nocturne e riscopri il genio nascosto di Oliver Nelson nel jazz.

 Louis Hayes caratterizzerà la sua versione con la continuata “frusta” ritmica del suo drumming, un Art Blakey più esasperato.

 Il disco è tutta una superba passerella di colori, un piacevole tuffo nella libertà e nel talento sottovalutato di Frank Strozier.

La recensione analizza l’album Variety in the Spice di Louis Hayes, concentrandosi sulla sua interpretazione energica e libera di My Favorite Things, traccia emblematica del disco. Pur arrivando fuori tempo rispetto all'epoca d'oro di questa canzone nel jazz, l’album offre una ricca varietà di colori e un’ottima performance di musicisti come Harold Mabern e Frank Strozier. L’approccio ritmico di Hayes, più aggressivo rispetto a Coltrane, dona all’album un carattere distintivo e affascinante, rappresentando una piacevole sorpresa nella sua discografia da solista. Scopri l’energia e la libertà jazz di Louis Hayes in Variety in the Spice!

 La scia di questo felice incontro musicale porterà anche ad una sfiziosa versione di 'What’s New', in cui il flauto di Clay lascia un segno ulteriore della sua classe e maturità.

 Se parlaste con chi il jazz lo segue meritoriamente un po’ più a fondo, allora vedreste che a Clay e Newman sarebbe riservato il posto d’onore che meritano.

La recensione esalta 'The Sound of the Wide Open Spaces', album del 1960 di James Clay e David 'Fathead' Newman, prodotto da Cannonball Adderley. Il disco unisce la vena soul di Newman all'hard bop di Clay, creando un equilibrio eccellente. Nonostante sia considerato un disco 'minore' storicamente, viene riconosciuto il valore artistico e la qualità musicale, arricchita da ottimi side-men. È un lavoro che suona bene e merita attenzione dagli appassionati di jazz. Scopri questo gioiello jazz del 1960 con Clay, Newman e Cannonball Adderley!

 Wallington resterà non fedele, ma fedelissimo al Verbo del be bop.

 Un onesto e tutto sommato rassicurante live, che testimonia la carriera di Giacinto Figlia da Palermo.

La recensione celebra George Wallington, pianista e icona del be bop degli anni '40 e '50, ripercorrendo la sua carriera e l'importanza storica di questo live al Cafe Bohemia del 1955. Il disco è apprezzato per la sua qualità strumentale e l'autenticità nel rappresentare un'epoca chiave del jazz, con un cast di musicisti di spicco. Il live riflette la fedeltà di Wallington al linguaggio be bop in un momento di transizione musicale. Ascolta ora questo live raro e immergiti nelle radici del be bop con George Wallington!

 Il titolo di per sé è un presagio forte, un tumulto di panafricanismo.

 Questo splendido Viaggio di cui si è fatto carico questo oscuro viaggiatore col sax partito da New Orleans.

The Black Ark di Noah Howard è un album free jazz imprescindibile che intreccia tradizione e innovazione. Nato a New Orleans e viaggiatore internazionale, Howard riflette con il suo sax un viaggio musicale che abbraccia Africa, Asia e Europa. Il disco si distingue per i suoi arrangiamenti audaci e atmosfere intense, con brani che fondono tecnica e sentimento, offrendo una panoramica profonda del jazz più visionario. Scopri ora l'album The Black Ark e immergiti nel free jazz di Noah Howard!

 Valdambrini e Piana, assieme ai loro compagni di cordata, nuovi portatori del mito di Afrodite declinato al jazz.

 Un disco scorrevole, evocativo, partendo già dal titolo e dalla copertina.

Afrodite, album del Valdambrini-Piana Quintet del 1977, rappresenta un perfetto equilibrio tra tradizione jazz italiana e innovazione musicale. Il progetto si distingue per la grande maestria dei musicisti, in particolare per la figura di Giorgio Azzolini e lo stile incisivo di Tullio De Piscopo. Il disco è ricco di pezzi evocativi e tecnicamente validi, rivelando un jazz moderno ma rispettoso dei classici. Un’opera che merita di essere ascoltata da ogni appassionato. Ascolta Afrodite del Valdambrini-Piana Quintet e riscopri il jazz italiano di classe.

 È con "Lover Man" che Urbani e Melillo raggiungono la vetta emozionale più alta, difficilmente espugnabile.

 Disco senza filtri, in cui la condizione di essere in duo fa emergere la bellezza dei rimandi più intimisti tra sax e pianoforte.

La recensione celebra il disco "Duet Improvisations for Yardbird", una rara collaborazione tra Massimo Urbani e Mike Melillo. Il disco, riproposto dalla rivista Musica Jazz, omaggia Urbani nel ventennale della sua morte. Viene evidenziata la forza emotiva del duo e la rilevanza delle loro interpretazioni di standards jazz in assenza di sezione ritmica. Particolarmente intensa è l'analisi di brani come "Lover Man" e "Everything Happens to Me". Scopri questo gemma jazz e immergiti nelle emozioni di Urbani e Melillo, disponibile in edicola con Musica Jazz.

 "Oggi mi sento il loro messaggero." (Rudy Van Gelder sul remastering di Soul Junction)

 "Alla fine si è pervasi dalla sensazione di aver ascoltato un buonissimo disco, amalgamato bene nella scelta e nella disposizione dei brani."

Soul Junction è un album jazz del 1957 che vede Red Garland alla guida del suo quintetto con John Coltrane come sideman, registrato dall'ingegnere Rudy Van Gelder. L'album, un mix di blues e hard bop, si distingue per l'eccellente interpretazione dei musicisti e la qualità sonora che perdura nel tempo. Le composizioni, pur classiche, sono elevate dall'energia e dalla tecnica dei protagonisti. Un disco essenziale per gli appassionati di jazz classico e storie di grandi collaborazioni. Ascolta Soul Junction per un viaggio nel miglior jazz anni '50.

 Se c'è un "Giuseppe Verdi" del Jazz allora quello è Freddie Redd, meteora dalla brillante composizione e dalla discreta esecuzione al pianoforte.

 "Shades of Redd" è un caposaldo dell'Hard Bop grazie a Jackie McLean, Tina Brooks, Paul Chambers e Louis Hayes che hanno timbrato il cartellino.

La recensione evidenzia come Freddie Redd eccella come compositore più che come pianista, definendolo una meteora del jazz. "Shades of Redd" (1960) è un album storico dell'Hard Bop, arricchito da grandi musicisti come Jackie McLean e Tina Brooks. Pur con qualche criticità nell'esecuzione al piano, l'album rimane un gioiello musicale e un classico senza tempo. La varietà dei brani e l'intesa del quintetto contribuiscono al prestigio dell'opera. Ascolta Shades of Redd, un classico imperdibile del jazz Hard Bop!

 Un contraltista che ha saputo affermare il proprio suono e il proprio linguaggio, senza raccogliere i frutti della visibilità.

 Un disco molto, molto gustoso, una superba testimonianza di ottimo Jazz oscuro registrato nel nostro paese.

La recensione celebra il disco "Live In Italy" di Sonny Criss con il George Arvanitas Trio, sottolineando l'originalità del contraltista rispetto all'eredità di Charlie Parker. L'album propone classici jazz con un'interpretazione personale e intensa, nonostante alcune imperfezioni nella registrazione tecnica. Un'opera preziosa per appassionati di jazz e per chi cerca un live ricco di sfumature e autenticità. Ascolta ora questo live imperdibile e scopri il vero spirito del jazz!

Utenti simili
Kirk89

DeRango: 0,00

metalselo

DeRango: 0,25

donnie darko

DeRango: 2,19

TheJargonKing

DeRango: 16,68

cacchione

DeRango: -0,11

GustavoTanz

DeRango: 6,61

Ardalo

DeRango: 2,38

Oo° Terry °oO

DeRango: 10,57

SUPERVAI1986

DeRango: 9,11