pier_paolo_farina

DeRango : 9,02 • DeEtà™ : 6998 giorni

 "Remember the name Jim McCarty. He is as important as Bo Diddley and Chuck Berry and Les Paul… a god on guitar!"

 Bella la copertina. Mi ricorda certe donne che hanno incrociato la mia vita... tanto belle e affascinanti, quanto sempre a questionare su quello che dici o non dici.

Il quarto album dei Rockets, Back Talk (1981), offre un rock’n’roll robusto e diretto, arricchito da una vena melodica e assoli eccellenti di Jim McCarty, chitarrista leggendario. L’album alterna brani più energici e altri con influenze soul e southern rock, mettendo in mostra grande tecnica e ritmo. La recensione apprezza particolarmente alcune tracce come “Love for Hire” e “Lie to Me”, evidenziando la qualità complessiva e lo charme della copertina. Ascolta Back Talk e scopri il rock blues firmato Rockets!

 Nulla si crea, ma nulla suona fuori posto in questo sestetto. C'è tutto, basta farsi piacere il rock’n’roll anni settanta.

 Ma quanto mi piaci McCarty! Una gragnuola di note che è da Belle Arti: stende, meraviglia, appaga, fa godere.

La recensione celebra 'No Ballads', terzo album degli americani Rockets, un gruppo hard rock autentico e poco glamour di Detroit. L'album, guidato dal batterista John Badaniek e dai chitarristi tra cui Jim McCarty, offre un rock energico e fedele alle radici del rock'n'roll. I brani evidenziano tecnicismi chitarristici e un suono vintage che resiste alle mode. Nonostante la mancanza di grande fortuna commerciale, il disco emerge come un solido tributo agli eroi del rock classico. Scopri il rock autentico dei Rockets con 'No Ballads', un classico da riscoprire!

 Una cover perfetta, rispettosa e convinta di 'Oh Well', capolavoro dei primi Fleetwood Mac.

 Un rock’n’roll variegato ma deciso, piacevole e grintoso, senza lustrini e mancamenti.

La recensione esplora l'album dei Rockets, band blues rock americana di Detroit attiva tra il 1977 e 1983. Il sound è grintoso e variegato, con influenze di AC/DC e Nazareth, e spicca la cover di 'Oh Well' dei Fleetwood Mac. Lo stile è piacevole e ben eseguito, con performance solide dei musicisti, soprattutto del chitarrista Jim McCarty e il cantante David Gilbert. Ascolta Rockets e riscopri il rock grintoso di Detroit anni ’70!

 La migliore del lotto è la dodicesima ed ultima “Once Was A Time I Thought”: deliziosa, swingante, eseguita a cappella.

 È la California di sessant’anni fa, allo stato puro.

La recensione descrive il secondo album dei Mamas & the Papas del 1966, evidenziando sia le canzoni memorabili sia le dinamiche personali all'interno del gruppo. Si sottolinea il talento vocale e la qualità musicale, con riferimenti a momenti di tensione e cambi di formazione. La musica rimane una testimonianza della California degli anni '60, tra armonie vocale e composizioni classiche. Scopri l'intramontabile magia musicale e le curiosità dietro il secondo album dei Mamas & the Papas!

 Una copertina così squisita e accattivante è destinata a rivestire musiche così sciape e raccogliticce.

 Ogni paio d’anni me lo riascolto… e mi vien voglia di sbolognarlo! Ma poi osservo la foto, e lo ripongo nello scaffale.

Il disco "Local Anaesthetic" dei Nirvana britannici del 1971 è ricordato più per la sua copertina iconica realizzata da Keith McMillian che per la qualità delle sue musiche. Il contenuto audio è deludente: confuso, mal suonato e con una produzione mediocre che tradisce le aspettative di un album progressive. La recensione, vissuta con ironia, sottolinea come questo lavoro sia difficile da apprezzare, anche se rimane oggetto di una certa nostalgia. Scopri l'album e la storia dietro una delle cover più iconiche del rock britannico!

 "Il capolavoro dell’album resta 'Trilogy': clamorosamente bello l’arpeggio introduttivo di 12 corde elettrica."

 "McLaughlin non mi scalda più di tanto… il suo stile chitarristico mi appare deficitario, poco emozionante."

The Lost Trident Sessions è un album pubblicato nel 1999 ma registrato nel 1973, frutto di tensioni interne al gruppo Mahavishnu Orchestra. Contiene brani inediti e live di altissimo virtuosismo fusion, con momenti di grande bellezza come "Trilogy". Pur lodando la coesione musicale, il recensore esprime riserve sullo stile chitarristico di McLaughlin, giudicato tecnicamente impressionante ma poco emozionante. Scopri questa gemma nascosta del jazz fusion anni '70 e ascolta la leggenda Mahavishnu Orchestra!

 "Dream a Little Dream of Me è immortale, sublime, raccolta ma interessante e avvolgente dalla prima all’ultima nota."

 "Questo disco è la rappresentazione ineluttabile di un sodalizio in difficoltà, relazionale ancor prima che artistica."

Il quarto album dei The Mamas & the Papas, pubblicato nel 1968, riflette la crisi interna del gruppo prima della separazione. L'opera è segnata da tensioni personali e artistiche, ma spicca per la celebre cover "Dream a Little Dream of Me" interpretata magistralmente da Mama Cass. L'album alterna momenti di splendide armonie vocali ad altri meno significativi, rappresentando una testimonianza importante della controcultura hippy degli anni '60. Ascolta l'ultimo album e scopri la magia delle voci uniche dei Mamas & Papas!

 "Fall of the Peacemakers è un pezzo della madonna, per me immortale."

 "No Guts... No Glory: niente budella, niente gloria, un motto che rispecchia la grinta della band."

La recensione esamina il quinto album del 1983 dei Molly Hatchet, evidenziandone la produzione curata e la potente presenza vocale di Danny Joe Brown. Il lavoro si distingue per arrangiamenti di chitarra raffinati e la ballata intensa 'Fall of the Peacemakers'. L'album è considerato un must per gli amanti del southern e hard rock. La copertina, insolita per la band, aggiunge un tocco western e autentico. Ascolta No Guts... No Glory e scopri il fascino del southern rock autentico!

 Il disco è registrato usufruendo di un bel mazzo di strumentisti di Nashville e quindi suona professionale, adulto (anzi, anzianotto).

 Gli America cantano sempre meglio, accumulando esperienza ed accuratezza a iosa, ma la voce di Gerry Beckley continua ahimè ad aumentare la sua nasalità.

L'album 'Back Pages' degli America, pubblicato nel 2011, è una raccolta di cover di brani scelti con cura, reinterpretati con uno stile country pop adulto e raffinato. Nonostante alcune riserve sulle tonalità nasali di Gerry Beckley, il disco si distingue per la produzione professionale e l'atmosfera vintage. L'autore della recensione mostra affetto per questa band e per il loro approccio maturo alla musica, consigliando l'album agli amanti del genere e ai nostalgici del passato musicale. Ascolta 'Back Pages' e riscopri il fascino vintage degli America!

 Steven Wilson è un abilissimo, anzi geniale musicista onnivoro nerd.

 La cassa in quattro dei Pink Floyd di 'Run Like Hell', con tanto di chitarrone solista vagolante sopra, è quella!

Voyage 34 è una suite strumentale di Steven Wilson, originariamente concepita negli anni '90 e raccolta in un unico album nel 2004. L'opera spazia tra trance e ambient, con forti richiami a grandi nomi come Pink Floyd e Tangerine Dream. Pur riconoscendo la perizia tecnica e creativa di Wilson, la recensione evidenzia un senso di derivatività che potrebbe non piacere a tutti gli appassionati. Un ascolto consigliato soprattutto a chi apprezza paesaggi sonori lunghi e ripetitivi. Scopri il viaggio sonoro di Steven Wilson e immergiti nell'atmosfera psichedelica di Voyage 34!

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