pier_paolo_farina

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 Cacchio, su “Malice in Wonderland” i Nazareth praticamente suonano come Peter Frampton (do you remember)!?

 La qualità melodica e di arrangiamento è alta. Solo, è strano che tutto ciò venga dai Nazareth!

L'undicesimo album Nazareth segna l'inizio degli anni '80 con un hard rock più pulito, arricchito da sintetizzatori e arrangiamenti curati. Il contributo di Zal Cleminson e la produzione di Jeff Baxter conferiscono all'album uno stile melodico e radio friendly, distante dalla ruvidità tradizionale della band. Brani come "Holiday" e "Ship of Dreams" evidenziano l'evoluzione musicale della band, che riesce a mantenere alto il livello qualitativo pur spingendo verso nuove sonorità. Scopri come i Nazareth reinventano il loro sound negli anni '80 con Malice in Wonderland!

 I Nazareth arrivano col fiato corto al loro ottavo album, il secondo del 1976.

 Non il disco da avere assolutamente dei Nazareth, ma non si può neanche pontificare che sia per completisti.

L'ottavo album dei Nazareth, 'Play 'n' the Game', mostra i segni della fatica dovuta al ritmo frenetico di pubblicazioni della band. Il disco alterna brani originali a diverse cover, con un sound hard rock tipico ma con momenti meno incisivi. L'autore sottolinea la capacità della band di creare buona musica nonostante una certa stanchezza e riflette sul destino dei componenti storici del gruppo. Un album valido ma non imprescindibile. Scopri l’album e la storia dei Nazareth, tra riff potenti e curiosità di band leggendaria!

 Il brano "Telegram" è un loro classico, perfetto per aprire i concerti e scaldare le platee.

 Non indispensabili, ma degni, più che degni.

Il settimo album dei Nazareth, pubblicato nel 1976, riflette il momento di gloria della band con brani che spaziano dal rock alla folk rock, con ironia e spunti autobiografici. Caratterizzato da canzoni iconiche come "Telegram" e "Homesick Again", il disco mostra una band focosa, seppur con qualche momento meno ispirato. Un lavoro solido e rappresentativo di un’epoca d’oro per i Nazareth. Scopri il rock genuino dei Nazareth con Close Enough For Rock'n'Roll!

 Il secondo disco di carriera presenta i Nazareth nella stessa fase che aveva caratterizzato l’esordio.

 È il peggior disco di carriera questo “Exercises”, Esercizi: proprio quelli di un gruppo che ancora non aveva trovato, se non la sua originalità, almeno la sua specificità.

Exercises, il secondo album dei Nazareth, mostra una band ancora alla ricerca della propria identità musicale. Alternanze di generi e atmosfere creano un disco vario ma poco definito, con momenti ispirati come "Woke Up This Morning" e "1692 (Glencoe Massacre)". Nonostante alcune singole tracce interessanti, l’album risulta il meno convincente della loro produzione. Scopri l'evoluzione dei Nazareth da Exercises a Razamanaz, esplora la loro musica in continua trasformazione!

 Questi dinosauri dell’hard rock sono ancora vivi e lottano insieme a noi, dopo più di mezzo secolo.

 Non vi è genio, ma generoso artigianato sì, eccome no.

La recensione del debutto dei Nazareth del 1971 evidenzia un hard rock ben suonato ma senza genialità, arricchito da contaminazioni variegate come ballate, country e soul. Il frontman Dan McCafferty con la sua voce ruvida è il punto focale, mentre il bassista Pete Agnew è l'anima tenace del gruppo. Il brano "Morning Dew" spicca per l'approccio chitarristico. Un album artigianale, godibile e rappresentativo della band, ma con limiti di personalità. Scopri il fascino vintage del debutto Nazareth ascoltando l'album ora!

 Gli King’s X sono un misto straniante di heavy metal, soul, grunge, Beatles e psichedelia, con un tiro furibondo e un contenuto melodico appagante.

 Let It Rain rappresenta un grandioso incipit con assolo psichedelico che conquista subito.

King's X torna dopo 14 anni con il loro quattordicesimo album, Three Sides of One, dimostrando classe e capacità uniche nel mixare heavy metal, soul e psichedelia. L'album si apre con tre brani potenti e coinvolgenti, anche se poi perde un po' di slancio. La prova vocale di Jerry Gaskill è una novità che divide, ma Doug Pinnick e Ty Tabor confermano il loro talento. Nel complesso un ritorno solido che arricchisce degnamente la discografia della band. Ascolta ora l’album Three Sides of One e scopri il ritorno epico di King's X!

 La mucca dei Pink Floyd dà ancora latte…

 Fra mille anni si eseguiranno ancora queste musiche e questi testi… arte immortale del ventesimo secolo.

L'album live di 'The Dark Side of the Moon' registrato a Wembley nel 1974 mostra i Pink Floyd in uno stato di forma eccellente, con performance estese e suoni di alta qualità. Nonostante qualche pecca nelle voci femminili, l'album regala forti emozioni e un'immersione autentica nel passato del rock. La copertina bianca rappresenta uno schizzo originale di Storm Thorgerson, aggiungendo valore storico all'edizione. Ascolta ora questa storica esecuzione live dei Pink Floyd!

 Sono bravi bravi, perché? Perché hanno il talento di saper comporre.

 Le melodie dei Wings of Steel hanno questa qualità sospesa, atmosferica, ancestrale, struggentemente appagante.

La recensione analizza l'album d'esordio 'Homesick' dei Wings of Steel, trio olandese dedito a un rock melodico progressivo. Vengono apprezzati la capacità compositiva, le influenze di band come Rush e Genesis, e i brani variegati ed equilibrati. La voce è caratteristica pur non eccezionale, con momenti strumentali di qualità e arrangiamenti ricercati. Un disco piacevole e ben realizzato, consigliato agli amanti del progressive anni '90. Scopri ora 'Homesick' dei Wings of Steel, un gioiello del progressive anni '90!

 Con l’andare dei brani mi sono sentito trasportato mentalmente dentro un cimitero di campagna britannico, pieno di croci celtiche mezze sghembe.

 Ogni tanto ci vuole, cazzo! (Intendo dire spararsi robe così, fino a farsi sanguinare un po’ le orecchie).

La recensione esplora l'album 'The VIIth Coming' dei Cathedral, mettendo in evidenza un sound doom metal potentemente atmosferico e immersivo. Viene sottolineata la voce unica di Lee Dorrian e alcuni momenti di grande intensità, pur riconoscendo una certa discontinuità nelle tracce. L'autore esprime interesse e curiosità per approfondire la discografia della band. Ascolta 'The VIIth Coming' per un'immersione nel doom metal più atmosférico!

 Il violino svetta più che mai da solista lasciando a chitarre e tastiere quasi le briciole.

 Mi piace più del povero Neil Peart, quello dei Rush, il che è tutto dire.

La nuova uscita dei Kansas, The Absence of Presence (2020), conferma la loro tecnica impeccabile e la qualità sonora, ma manca dell’ispirazione e dell’energia che avevano contraddistinto l’album precedente. Il talento strumentale, in particolare la batteria di Phil Ehart e il violino, è evidente, così come la voce del nuovo cantante Ronnie Pratt, che seppur meno carismatico, mantiene alta la qualità vocale. Un disco nella media, ben suonato ma senza brillare, valutato con un 7 su 10. Scopri se The Absence of Presence dei Kansas fa al caso tuo e immergiti nel loro mondo progressive rock!

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