pier_paolo_farina

DeRango : 9,02 • DeEtà™ : 6998 giorni

 Una ballatona paracula intitolata ‘Second Chance’ che non ha niente, ma proprio niente degli abituali 38 Special.

 È un album bipolare: rock’n’roll para-sudisti... alternati puntualmente ad hard-pop intonati dalla tenorile emissione del nuovo venuto.

La recensione sottolinea il cambio di direzione dei 38 Special con 'Rock’n’Roll Strategy': l’ingresso di Max Carl introduce melodie AOR e synth, allontanando il gruppo dal classico southern rock. Il disco è ritenuto ibrido ma compositivamente rinvigorito, con alcuni brani efficaci e altri meno riusciti. Spiccano la hit 'Second Chance' e il ritorno di assoli di chitarra, a fronte di un sound più leggero che divide i fan storici. Vuoi riscoprire i 38 Special? Ascolta Rock’n’Roll Strategy e condividi la tua opinione!

 Il loro hard rotondo, rotondissimo [...] piega decisamente verso una banalizzazione, una poppizzazione, una commercializzazione della proposta.

 Approcciarli da questi solchi rischia di essere una scelta controproducente, per chi ancora non li conosce.

La recensione sottolinea la delusione verso 'Strength in Numbers' dei 38 Special, colpevole di aver ceduto alle mode anni '80, perdendo groove e autenticità. La produzione fredda, le melodie semplicistiche e l'uso forzato delle voci fanno di questo album il punto più basso della loro carriera, anche se il brano 'Like No Other Night' si distingue. Migliori lavori seguiranno. Vuoi scoprire come i grandi possono cadere anche nelle mode? Leggi la recensione completa!

 Grande energia, bell’atteggiamento, grintosi e perfetti suoni 'brown'.

 Un fruttuoso crossover fra essenzialità, energia, pienezza, consistenza melodica, nitida esecuzione, equilibrio strumentale.

La recensione celebra Special Forces dei 38 Special come esempio maturo e perfettamente equilibrato di hard rock melodico. Il disco viene lodato per la sinergia fra le voci, i riff stoppati e la raffinata interazione tra le chitarre. Pur non proponendo rivoluzioni, l'album brilla per energia e compattezza, risultando uno dei vertici della band. L'autore riflette anche sulla sottovalutazione del gruppo nel contesto italiano dell'epoca. Scopri o riscopri un classico del southern rock energico: ascolta Special Forces ora!

 Il canto solista è affidato ancora esclusivamente al timbro cordiale e country blues del frontman Donnie Van Zant, ma è l’ultima volta…

 Special Delivery è un buon passo avanti rispetto al lavoro d’esordio, ma ancora non siamo nell’eccellenza, nella peculiarità.

La recensione analizza "Special Delivery" dei 38 Special, sottolineando la qualità esecutiva e la solidità musicale ma evidenziando una certa mediocrità compositiva. L'autore nota come il gruppo sia ancora in cerca di una vera identità personale, lontana dall'eccellenza ma pronta ad emergere con il successivo album. Il disco si distingue per buone performance strumentali e ospiti celebri, ma manca di melodie memorabili. Scopri se anche tu sei d’accordo: ascolta Special Delivery e lasciaci la tua opinione!

 Un’aurea mediocrità.

 La band è ancora alla ricerca delle sue peculiarità, che arriveranno chiare e forti di lì a un paio d’anni.

La recensione analizza il primo album dei 38 Special, gruppo sudista influenzato dai grandi nomi del southern rock. Pur riconoscendo una buona esecuzione, l’autore evidenzia una mancanza di creatività e canzoni memorabili. Donnie Van Zant si distingue alla voce, ma la band risulta ancora alla ricerca della sua vera identità. Un disco di esordio che non lascia il segno, in attesa di tempi migliori. Scopri se anche tu trovi qualcosa di unico in questo debutto dei 38 Special!

 Ecco un tizio che dovrebbe essere il numero uno e invece è stato ignorato per anni dalla macchina dei successi…

 Non erano una macedonia di licks uno dietro l’altro sulla pentatonica blues. E poi il tocco: usava evidentemente plettri molto duri e piccoli, così le ditone che li stringevano entravano anch’esse in gioco, dando un attacco pazzesco alle sue pennate…

La recensione celebra Leslie West come una leggenda del rock blues americano, analizzando il suo stile chitarristico, voce roca e approccio autentico. 'Unusual Suspects' è descritto come un album energico e sincero, arricchito da numerose collaborazioni di rilievo. L’autore sottolinea la coerenza artistica di West e ne ricorda l’emarginazione dall’industria musicale nonostante il talento. Non mancano aneddoti gustosi e riferimenti a Lemmy, che testimoniano la personalità fuori dagli schemi di West. Ascolta Unusual Suspects e lasciati travolgere dal vero blues rock!

 Raschia ben in fondo, fino al legno vivo, il barile dell’incredibile musica lasciataci in eredità da questa seminale formazione progressiva britannica.

 I Gentle Giant non sono per tutti, inevitabilmente. Averli visti dal vivo aiuta, molto: per quanto cervellotici erano massimamente trascinanti, divertenti e rilassati, in una parola spettacolari.

La recensione celebra "Scraping The Barrel" dei Gentle Giant, un monumentale cofanetto per collezionisti contenente demo, versioni alternative, memorabilia e fotografie restaurate con dedizione filologica. Sebbene le tracce post-scioglimento non reggano il confronto con i capolavori degli anni Settanta, il box set rappresenta un viaggio imperdibile nella storia della band, consacrandoli ancora una volta come maestri del progressive. Raccomandato ai cultori più appassionati e ai musicisti. Scopri gli inediti e il mondo segreto dei Gentle Giant: una miniera d'oro per veri appassionati!

 “In a Broken Dream è un gran pezzo, col miglior Rod Stewart possibile.”

 È il classico prodotto da tenere nella propria discoteca a ragione di un’unica canzone, peraltro suprema e cantata alla grande.

La recensione racconta la curiosa storia dei Python Lee Jackson e del loro album 'In a Broken Dream', reso celebre dalla voce di un giovane Rod Stewart. Viene esaltata la canzone omonima, considerata un classico evocativo della transizione anni '60-'70, mentre il resto del disco viene definito trascurabile. Il gruppo non otterrà altri riconoscimenti sostanziali, restando legato a questo unico successo. Riscopri il fascino blues di 'In a Broken Dream' e lasciati trasportare dagli anni d’oro del rock.

 Amen, è evidente a questo punto come Sadler nell’economia del suo gruppo sia indispensabile, ma non autosufficiente.

 ‘Clear’ risulta piacevole, ben fatto, ma scarsamente memorabile.

La recensione sottolinea la rinascita personale di Sadler e la sobrietà ritrovata celebrata in 'Clear'. Nonostante la piacevolezza dell'album, manca la forza dei lavori con i Saga e nessun brano spicca davvero. Il disco risulta soddisfacente per i neofiti, ma non entusiasma i fan storici della band. L'importanza del gruppo nel portare Sadler all'eccellenza è ribadita. Scopri come Michael Sadler si reinventa in 'Clear' e condividi la tua opinione!

 Imperfetta si, ma piena di cuore e di energia.

 Se vi è un gruppo adatto ad essere arricchito da un’orchestra questi sono i sinfonicissimi Procol Harum.

L'album live dei Procol Harum con la Edmonton Symphony Orchestra segnò il grande rilancio della band nei primi anni ’70. L’esecuzione sinfonica valorizza hit come 'Conquistador' e 'A Salty Dog', pur con qualche scelta di repertorio discutibile. La recensione ne riconosce energia, passione e meriti pionieristici nel progressive rock, pur rilevando alcune imperfezioni. Scopri il fascino e la potenza di uno dei più celebri live sinfonici del rock!

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