§ 1. Suonare come un relitto.

Il palazzo del Potala, impenetrabile trono della guida del Tibet, troneggiante nell’impenetrabile Lhasa, capitale del più impenetrabile paese del mondo, è stato per secoli un luogo inaccessibile. Alexandra David-Néel —la prima occidentale che riuscì a giungervi— impiegò, in incognito e vestita di stracci, quasi un anno di cammino a piedi o a dorso di mulo, mangiando di quando in quando frugali pasti a base di farina d’orzo tostata stemperata con scialacquatissimo tè nero al burro di yak e coriacea carne secca pressata sotto la sella di legno della propria cavalcatura, solo per poterlo ammirare.

Oggi, lo si può vedere qui.

Alle inafferrabili sorgenti del Nilo per secoli gli esploratori hanno anelato, giungendo di rado a quanche fonte secondaria o, più spesso, perendo nel tentativo.

Oggi, basta poco per conoscerne con esattezza le coordinate.

Galleggiamo tutti insieme in un secondo mondo, che del primo ha annullato tutti i limiti.

In questo non-luogo tutto è visibile, facile da trovare.

Eppure qualcosa sfugge: tra le pieghe, resta quel che non sappiamo cercare.

Nei fondali del non cercato s’è andato a depositare, tra innominati relitti, “Sing Like Scaffold”.

Sembra che l’oblio sia la sua condizione naturale.

A malapena la luce lo raggiunge.

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§ 2. Cantare come un'impalcatura.

Dal vecchio calderone sale una candida cacofonia.

Una voce, suadente e abissale, inizia con un’invocazione.

“Please fantasy

Please stay with me

Please stay even though you know my reality

Stay close to me

Stay fantasy

Please stay and protect the lands of my sanity”

È la stessa invocazione di trent’anni prima.

Nel ’67, la voce era tesa e la musica andava, frenetica, per conto suo. Ora, i due vanno di pari passo.

Tutto il disco è un dialogo, uno scontro, un litigio.

Da una parte, un sotterraneo rumorismo. Una musique concrète alle soglie del 2000.

Dall’altra, una cadenzatura e un canto indefinibile.

Difficile distinguere le fattezze, quando l’oggetto in questione è così iridescente e sfuggente.

L’unico modo per comprenderlo è ascoltarlo.

Non c'è altro modo.

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