"Immaginate Hank Williams, Robert Johnson, Jerry Lee Lewis, Bo Diddley, Johnny Cash, Screamin' Jay Hawkins, George Jones, Leadbelly, Woody Guthrie, Dolemite, Thomas Edison, Uncle Jesse, Grandpa Muster, Groucho Marx, Johnny B. Goode, Casanova, Pretty Boy Floyd e Toro Seduto in una persona sola e comincerete ad avere l'idea"... certo tutto ciò è tratto dal sito a lui dedicato, certo è di parte, certo è una bella serie di nomi impegnativi... certo, è anche insufficiente e limitativo per una benché minima comprensione dell'assoluta follia di questo personaggio e della sua musica.

Hasil Adkins nasce nel 1939 a Madison nello stato del West Virginia (USA), rimane folgorato dalla musica di Hank Williams, del quale sposa il verbo del "one-man-band"; per cui mentre le sue mani sono impegnate alla sei corde, la bocca divisa fra il cantato e l'armonica... i suoi piedi "danzano" freneticamente sui pedali di una rudimentale batteria. Il country è la sua palestra, ma quando il rock‘n'roll scuote nel profondo la perbenista società americana della metà anni cinquanta, il nostro ne rimane folgorato, creando in lui l'urgenza di mettere in piedi un rudimentale studio di registrazione casalingo. D'altro canto la tematica delle liriche adkinsiane è quanto meno fuori da ogni schema tematico e produttivo, pure nel mondo "demoniaco" del rock, tanto da tenerlo sempre fuori dal giro, anche quello più underground, per almeno un quarto di secolo buono. Decapitazioni, alcool, depravazione morale e fisica, polli e carne rossa sono il tema centrale della stra-grande maggioranza delle sue canzoni (più di 7000 composte in carriera, che poteva eseguire in qualsiasi momento durante uno show, previa richiesta; oltre alle 2000 covers), tanto che il suo furibondo rockabilly viene riscoperto solo nei primi anni ottanta grazie all'ondata psychobilly, di cui diventa all'istante anima e padrino.

Sul finire degli anni '70, Billy Miller (The Zantees) e Miriam Linna (A-Bones) futuri fondatori della Norton Records (www.nortonrecords.com), scoprono un rarissimo 45 giri datato 1958, in cui Hasil canta di una ragazza da cui è fortemente attratto, descrivendola in "She Said" come un barattolo di carne in decomposizione. I due condividono questa folgorante scoperta con Poison Ivy dei Cramps, che nell'81 ne realizzano un'incredibile cover per il retro di un loro singolo. Cinque anni dopo, la neonata Norton Records, etichetta di Washington D.C., realizza il primo (!!!) album di Hasil Adkins, "Out To Hunch" che ne ripercorre la pluri-ventennale "non-carriera", mettendo insieme il paio di singoli incisi per un'etichetta di honky-tonk locale ed usciti sul finire degli anni cinquanta (la leggenda narra in non più di 100 copie) più tutta una serie di brani in perfetto equilibrio fra demenza e schizofrenia ("No More Hot Dog Baby", "I'm Happy", "Hot Dog Baby"), dove il nostro non risparmia energici ed iper-veloci riff di chitarra ("Ha Ha Cat Walk Baby", "Truly Ruly") sostenuti da adrenalinici ritmiche-cyborg, su cui incastra perfettamente parole fuori luogo e versi isterici ed indemoniati.

Completamente fuori controllo le covers di "High School Confidential" (Jerry Lee Lewis) e "Memphis" (Chuck Berry), così come assolutamente spiazzanti i brani meno ""normali"" presenti, per cui "We Got A Date" e "I Need Your Head (...This Ain't No Rock N' Roll Show)" sembrano registrazioni perdute di Captain Beefheart completamente sbronzo e fatto di etere. Non mancano nemmeno testimonianze l'amore ossessivo di Hasil per i polli, per cui troviamo l'adrenalinica "Chicken Walk" o la sghemba "The Hunch", da cui ne aveva tratto anche un ballo demenziale e debosciato (in cui bisognava riproporre le movenze dei volatili nell'aia).

Hasil porta in giro il suo carrozzone circense freak fino al 26 aprile 2005 quando lascia questa terra, togliendo lo scomodo disturbo, di figlio alcolizzato e bastardo di cui il sogno americano non ha mai parlato... e del quale non ha mai gradito sentirne la voce.

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