Il modo migliore per ascoltare "Meantime" è piazzarsi giusto in mezzo a due monolitiche casse a tre vie JBL e lasciare che i livelli dell'amplificatore sconfinino nel rosso. La propria volontà resta onnubilata dalla violenta rappresentazione messa in atto dal quartetto newyorkese capitanato dal chitarrista Page Hamilton. Il buffo è che la Atlantic li  aveva strappati alla Amphetamine Reptile e messi sotto contratto nel 1992 (l'epoca del grunge) pensando di avere tra le mani the next big thing stile Nirvana-Nevermind.

Che cazzoni questi discografici! Page Hamilton non aveva proprio nulla per piacere alla generazione della flanella, i suoi maestri erano i grandi masturbatori noise dello squallido incubo quotidiano anni ottanta, i primi Swans o i Sonic Youth. Lui però va oltre,  affacciandosi ai confini del metal che la Bestia creata da Michael Gira non aveva osato avvicinare: gli Helmet non presentano l'indeterminatezza e neppure l'autoindulgenza che avevano quei forefathers. Questa band è spietata nel rifiutare orpelli accattivanti, è chirurgica nel controllare la sua rabbia aggressiva, perciò sa come-dove-quando colpire, quale nervo portare allo scoperto e come regolare l'afflusso di sangue alle arterie senza portarle all'aneurisma. Il bello è che questo gioco autolesionista ti piace, le tonnellate di riff che scaricano addosso sono così granitiche e spigolose che, dal centro delle casse JBL, ti ritrovi scagliato con sconcertante realismo sulle strade della Grande Mela a respirare le soffocanti zaffate di vapore che si levano dai tombini intasati.

Dieci confettini dal colore livido e dall'effetto devastante dovuto alle chitarre-bulldozer manovrate da Page Hamilton e Peter Mengede  e ai martelli pneumatici in mano alla coppia Bogdan/ Stanier,  un muro impressionante di riff annichilenti di diretta derivazione sabbathiana filtrati attraverso la mente rumorosamente attuale del brillante allievo di Glenn Branca. Che fa anche il verso ad Ozzy nel brano più melodico (per modo di dire) del lotto, quella "Unsung" che sarà utilizzata negli anni duemila dai creatori di videogiochi. Altrove è il panico incastrato negli stop and go comandati dal rullante di John Stanier in brani come " Ironhead" o in "Give it", nelle tonnellate di metallo fuso scaricate dall'altoforno che sputa fuori l'opener "In the Meantime", nel torrido e raro assolo di chitarra che lascia un'eco roboante nel silenzio catarchico della splendida "Turned Out".

E allora pare che nel 1992 la promettente gallina dalle uova di platino abbia invece cagato palle di fuoco poco digeribili dal grosso pubblico, ma forse il problema di Page Hamilton & Co. era di presentarsi con un look qualunque: niente jeans strappati o camice di flanella cari alla generazione grunge e nemmeno i lunghi dreadlocks stile Zack De La Rocha che hanno incantato frotte di ragazzini. Questi invece, con i loro cappellini da baseball e i capelli corti, le t-shirt anonime e i calzoncini da nerd, senza nemmeno dare un mozzico alla testa di un pipistrello, era impensabile che avessero le palle così grosse da poterti rivoltare in lavatrice come un calzino per poi appenderti ad asciugare assieme al resto del bucato, mutande comprese, in trepidante attesa del prossimo ciclo di centrifuga.

Discone seminale da ascoltare in loop continuo, almeno fino all'arrivo dei vigili del fuoco chiamati dal solito vicino stracciaballe.

Elenco tracce testi e video

01   In the Meantime (03:09)

earth tone suits you
so give it a smile
if i could hold your feet down
get to know for awhile

to make due is a promise
hard to keep without help
never taught to look in
i'm too concerned with my health

helpm me spread right, ash is
cow fertilized
come down in a feed town
strength to minimize
hold it...

in the meantime x3

(screams)

in the meantime...the meantime

02   Ironhead (03:22)

Safe to kill
It all comes back or
Stick it out and
Wage my own attack

Lift me up through
What I've found
Bite my lip
How far down is down?

Time to take
What I know
Keep it in and
Live here all alone

What's the worst or
Better dead
Wear it out
The pain is in my head

03   Give It (04:17)

killing hurts
has to be done
peace and love and
who's number one
the right to give
learn to bleed it's free
pain is outside
lift it up to see

step ahead
always wear the past
dying soothe me
beneath the smell of grass
no world secret
kept is too intent
i've got my nerve
self-help confidence

confidence

04   Unsung (03:57)

Your contribution left unnoticed some
Association with an image
Just credit time for showing up again
Attention wandered I'm left with it

Gone by sin too slowly
Can't pass it up
Then I thought nothing is right
I turned it off

To die unsung would really bring you down
Although wet eyes would never suit you
Walk through no archetypal suicide
Die young is far too boring these days

Your will to speak clearly
Exposed too much
Unsung once too often
Could not rub off

05   Turned Out (04:14)

come off crisp and play up to cynic
clean and schooled right down to the minute
you need to hear that your life is rough
speaking out and cold that you've had enough

you know how to live and your heart's gone "bi"
substance rush is giving art a try
your righteous squat's been burned to the ground
pass the buck
never utter a sound

high times, hard times
downtown julie brown

you turned out
wasted time
need escape me
missed it, right?
you turned out
take my time
give it to you
get out

06   He Feels Bad (04:03)

07   Better (03:10)

get it right
my last word sins
i taste it now
omission wins

for keeping down
my better side

i still ignore
and try to hide

so get out

the easy word
will never slip
i brought it down
to take the lip

don't need to know
don't have to feel
your better side
i had to steal

your better, you die better

write down the day, expend it
work it in again, death ends it

08   You Borrowed (03:45)

i'll throw you scraps and talk
the bad things
the language or the motive
affected shown is

self imitating
trust the dying breed
the pitch i made has been

on my end i trust in
what's left here
to lie is
admired you trust in
without fear
you borrow

my world of one speak up
the good things
the guidelines let me follow
offense is borrowed

09   FBLA II (03:22)

10   Role Model (03:34)

assume my stance
i could certain lose it
reach out
show you help
look down and take a chance

feel like i've gone
too far the reason comes
beg to know
talk to hear
wonder how it came out wrong

one saves
gone right
one begs
lost sight

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Altre recensioni

Di  jeremy

 I riff compressi sembrano soffocare nelle battute metronomiche dettate implacabili dalla batteria di Stanier.

 Un album che non può mancare nella discoteca di ogni appassionato di rock “amfetaminico”.