Sono andato a farmi un giro al centro commerciale e ho pensato "aspetta che vado al negozio di dischi e vedo se trovo qualcosa di bello.. ho già una mezza idea.." vado alla zona delle "I" e cerco Iggy Pop, Lust For Life. Non so perchè ma quel disco ha sempre esercitato un certo interesse in me anche se non sapevo cosa c'era dentro apparte Lust For Life e The Passanger (motivi comunque sufficienti). Forse è la facciona di Iggy in copertina in versione annuario scolastico in copertina a ispirarmi simpatia (manca solo la dedica della migliore amica "to my best with love xxx"). Lo trovo. Ma solo in un'edizione in disco doppio con The Idiot. 7,90€. 2 dischi. Massì dai.
Vado a casa e metto Lust For Life nel lettore. Figo. Cambio disco e metto The Idiot. Parte con un ritmo lento dal basso deciso e chitarre taglienti. Mi ricorda un altro artista come sonorità. David Bowie, negli anni 70, più precisamente in Low, il primo della triologia berlinese. Guardo un momento il libretto del disco e il nome di David Bowie va in coppia con quello di Iggy Pop in tutte le canzoni.
Intanto parte la seconda traccia, "Nightclubbing", e ti sembra veramente di andare per night insieme al Duca Bianco e l'Iguana, circondato dai fumi dell'alcol e droghe in un decadente quartiere a luci rosse di una città europea.
Vado a informarmi sul disco di cui non so niente e trovo conferme alle mie ipotesi. L'album è del 1977 (lo stesso di Low) ed è stato scritto praticamente a 4 mani da Iggy Pop e Bowie. In quell'anno infatti "fuggirono" dall'America verso l'Europa per disintossicarsi dalle loro profonde dipendenze da droghe, stanziandosi prima in un castello in Francia (dove è stata registrata la maggior parte di The Idiot) e spostandosi poi verso Berlino dove Bowie inizierà Low.
La terza traccia "Funtime", sonorità elettroniche e colpi di chitarra semplici, secchi e diretti. Si sente Bowie nei cori "Aaaall aboooooard for fuuuntiiiime!". Una delle canzoni migliori del disco.
Bowie in questo disco è produttore, arrangiatore e si occupa della registrazione. Un disco "fatto in casa" da Pop e lui insomma.
"Baby" ha una linea di basso distorta con un suono spettrale che segue la linea vocale mentre nel ritornello c'è un organetto da casa degli orrori. Cos'è horror rock?!
Si scopre anche che in quel periodo Bowie suonava il piano nei live di Iggy Pop. Roba da pelle d'oca.
Ed ecco qui la più grande sorpresa (personale) del disco: "China Girl". Abituato a sentire la versione di David Bowie, credevo fosse sua, invece quella del Duca è una cover (anche se non si può propriamente dir cover dato che l'ha scritta anche lui). La versione di The Idiot è diversa, è più orientale e garage. Bowie più avanti manterrà la linea melodica vocale ma il resto si sente che è figlio degli anni 80.
"Dum Dum Boys" ha un ritmo lento e decadente probabilmente figlio dei tempi tossici e confusi degli anni precedenti. Iggy si era auto rinchiuso in un istituto di igiene mentale per cercare di ripulirsi. Ziggy Stardust poi l'ha convinto ad andare con lui in Europa e riprendere le redini di vita e carriera.
"Tiny Girls" è una serenata al sax e l'ultima traccia "Mass Production" continua i ritmi lenti e pesanti di un'industria che lavora sotto una gravità doppia a quella normale e un operaio di nome Iggy Pop si lamenta. Forse sono state le ultime urla sentite da Ian Curtis prima di morire: quando fu trovato morto sul giradischi girava The Idiot.
Da The Idiot non mi aspettavo niente, non conoscevo niente, non volevo niente. Eppure mi ha colpito. Sarà l'influenza di Bowie. Sarà il fatto di avermi permesso di capire meglio quel periodo che tanto mi piace di quegli artisti che tanto mi piacciono. Sarà la fissa del momento.
Non è un ascolto per tutti, ne sono consapevole. La maggior parte di voi, al minuto 0:43 dopo 30 secondi di faccie dubbiose e schifate, dirà "maccheccazzoèstammerda?!?!". Lo so. E' inevitabile. E' Iggy Pop. Ma lo straconsiglio a chi piace il Bowie Berlinese o semplicemente non conosce altro Iggy Pop all'infuori di Raw Power e dei dischi con gli Stooges.
Pace
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